5 modi di vivere la barca come perfetto antidoto al Coronavirus

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In queste giornate di allarme per la diffusione del Coronavirus in Italia, tra il serio e il faceto abbiamo pensato di proporre 5 modi di vivere la barca come rifugio non solo per isolarsi dal mondo uscendo in mare, ma anche per distrarsi dalla negatività e recuperare un po’ di serenità.

Vivere la barca. In questi giorni drammatici di allarme da Coronavirus in Italia è tutto un susseguirsi di statistiche di contagi e di vittime, contromisure sanitarie, istituzione di zone in cui è bandita o limitata la circolazione ed effetti a catena sulla vita ordinaria dei cittadini che vanno dalla chiusura delle scuole, ai supermercati presi d’assalto, al blocco dei voli internazionali e via dicendo. Un’atmosfera decisamente cupa e inquietante alimentata da notizie spesso confuse e contraddittorie, per non parlare delle ormai inesorabili fake news di chi campa sulle disgrazie altrui.

Più o meno annunciata, anche se ancora misteriosa sulle effettive vie di contagio, sicuramente la diffusione del nuovo virus importato dalla Cina ha gettato il nostro paese nel caos più assoluto, anche se autorità istituzionali e strutture sanitarie stanno cercando di fare del proprio meglio per arginare e risolvere il problema. Insomma in giro c’è angoscia e preoccupazione, mista da un lato a un senso di impotenza di fronte all’evidenza  dei fatti e dall’altra a una voglia di fuggire da tutto e tutti. I diportisti in realtà ce l’hanno un antidoto di fronte a tutto questo ed è proprio la barca, un ottimo rifugio non solo per isolarsi dal mondo uscendo in mare, ma anche per distrarsi dalla negatività di questi giorni amari e recuperare un pò di serenità.

Senza contare il fatto che la barca è il luogo ideale per la cosiddetta “talassoterapia”, ossia l’assorbimento delle sostanze contenute nell’acqua marina, fra cui oligoelementi e sali, che favorisce il ripristino dell’equilibrio organico e permette al corpo di diventare più forte al livello immunitario e resistente alle aggressioni esterne. Ecco allora 5 modi di vivere la barca che in senso lato potrebbero essere dei perfetti antidoti al Coronavirus.

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vivere la barca

01. Dedicarsi ai lavori di manutenzione della barca

Vivere la barca. Un’ottima alternativa ai telegiornali e ai canali social che invece di fare chiarezza sul Coronavirus, moltiplicano paura e senso di frustrazione è quello di occuparsi della propria barca eseguendo piccoli lavori di manutenzione oppure dedicandosi a migliorarne le prestazioni e l’efficienza. Oggetto delle nostre attenzioni può essere per esempio il rinnovo del sartiame, delle lande e delle ferramenta dell’albero. Oppure si può pensare di sostituire le scotte e le drizze di randa e genoa o ancora rinnovare le stesse vele o cimentarsi con la riparazione di qualche strappo e cucitura che si è rimandato nell’ultima stagione. Altro lavoro che può impegnarci mente e mani è la realizzazione di un nuovo tendalino per il pozzetto oppure la lucidatura dello scafo. Se i vostri impianti mostrano la corda potrebbe essere una buona occasione controllare l’impianto elettrico oppure revisionare una volta per tutte il motore entrobordo. Eseguite una di queste fondamentali operazioni e non solo vi sarete distratti dal Coronavirus ma certamente la vostra barca tornerà a navigare più efficiente e grintosa di prima.

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02. Pulire a fondo gli interni

Vivere la barca. Un altra attività che può essere presa in considerazione per svagarsi e ritrovare un po’ di serenità in tempi di Coronavirus è quella di eseguire le pulizie della barca, in particolare gli interni. La barca va svuotata per essere pulita bene. Fuori tutto, quindi, oblò aperti e a portata di mano 5 cose essenziali: aceto bianco, uno grassatore spray (ecologico e biodegradabile), acqua tiepida, panni asciutti e una spazzola a setole morbide. Un po’ di varechina può essere utile in caso di macchie particolari. Per i legni dei mobili vanno bene acqua dolce e un po’ di cera, mentre una soluzione di aceto e acqua è perfetta per i paglioli, per il frigo e per gli scarichi dei bagni. L’aceto ha la proprietà di ritardare la formazione di muffa e se non lasciate la barca chiusa per molti mesi può essere sufficiente. In casi estremi si possono anche utilizzare gli antimuffa chimici che, spruzzati negli angoli più umidi e nelle sentine vi faranno stare più tranquilli. L’aceto versato nei bagni e lasciato agire per qualche ora aiuta anche a evitare la calcificazione e la formazione di quelle pietre di calcare che ostruiscono gli scarichi. Per le parti tessili la strategia di pulizia migliore dipende dai materiali. Anche in questo caso uno sgrassatore generico molto diluito va benissimo, o in alternativa il sapone di marsiglia. Cuscini e divani in materiali plastici hanno soprattutto bisogno di olio di gomito: vanno abbondantemente strofinati con una spazzola morbida e risciacquati con un panno umido. Gli sgrassatori ecologici di solito vanno bene anche per la pelle, mentre se avete cuscini rivestiti di cotone si può ricorrere alla lavatrice.

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03. Pianificare una bella crociera

Vivere la barca. Un ottimo modo per affrontare la sindrome da epidemia è reagire con idee concrete e ben pianificate. Quello che ci vuole è organizzare la prossima crociera. Un ottimo punto di partenza per programmare qualunque rotta è Noonsite, un sito statunitense gestito dal navigatore Jimmy Cornell  che è una sorta di portolano on line: ogni nazione con il relativo tratto di mare ha una sua pagina dove è spiegato tutto quello che c’è da sapere in fatto di meteo, di burocrazia, di sicurezza personale e di informazioni generali, che vanno dai trasporti interni ai negozi di ricambi nautici. A renderlo ancora più prezioso sono i commenti degli utenti, tutti velisti, che hanno navigato di recente in una determinata zona e riportano la loro esperienza, mantenendo quindi il sito sempre aggiornato. Anche Google Earth può essere utile per farsi un’idea della costa e degli eventuali ridossi dove sostare in rada. Dopodiché si apre un programma di navigazione che abbiamo sul pc e si misurano distanze e si tracciano lossodromiche. Per chi non avesse un buon software, sul sito webapp.navionics.com si ha a disposizione tutta la cartografia Navionics gratuitamente, consultabile online. Stabilita una rotta di massima, si passa a verificare se ciò che abbiamo in mente è realizzabile, e per questo è imprescindibile l’acquisto un buon portolano cartaceo, possibilmente pubblicato di recente. Una volta pianificata la nostra crociera, non resta dunque appena possibile che mollare gli ormeggi.

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04. Imparare ad andare a vela

Vivere la barca. La paura di un virus minaccioso paralizza le persone, le rende insofferenti e apatiche. Occorre reagire, magari con un’attività propositiva che ci apre mondi straordinari e sensazioni sconosciute, come per esempio imparare ad andare a vela. Navigare a vela affascina, ma spaventa chi non ne conosce la tecnica. Così spesso si rinuncia a uno dei più divertenti e piacevoli modi di vivere il mare. Un errore, perché in giro ci sono tante offerte e opportunità per imparare a navigare spinti dal vento. Le scuole di vela sono presenti in tutta la penisola, lungo la costa, ma anche nei laghi e sui fiumi. Per iniziare a prendere confidenza con la vela basta anche un fine settimana. Il modo migliore di iniziare a navigare è su una deriva: leggera, sensibile al timone e agli spostamenti che fa subito capire quando una manovra è giusta o sbagliata. Ma si può cominciare anche su un piccolo cabinato o un catamarano, da soli o in gruppo, con un’uscita lungo costa, un’escursione giornaliera o un weekend. Generalmente i corsi di vela sono strutturati su 3 livelli: “iniziazione”, “perfezionamento” e “avanzato”. Gradini che sarebbe meglio rispettare se si vuole entrare in questo mondo con le necessarie competenze. Per i più esperti, invece, il ventaglio di offerte si allarga, soprattutto se si sceglie di navigare su un cabinato: corsi di meteorologia, navigazione con cattivo tempo, manovre in porto, manutenzione del motore, navigazione notturna, passaggi oceanici, sono sempre più diffusi e consigliati per aumentare la propria competenze. Fino a quello per ottenere la patente nautica che assegnerà ufficialmente il titolo per navigare in libertà.

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05. Noleggiare una barca per allontanarsi dalla terraferma

Vivere la barca. Per chi non possiede una barca, ma in tempi di Coronavirus vuole allontanarsi dal chiasso e dalla paura del contagio, può essere un’idea partire per una crociera charter nel Mediterraneo o in luoghi esotici. Navigare in barca a vela per molte persone resta una delle vacanze più desiderate: girovagare in mare scaldati dal sole, accarezzati dal vento e cullati dalle onde mentre davanti gli occhi scorrono tratti di costa spesso inaccessibili via terra, sostare all’ancora in rade solitarie o fermarsi all’ormeggio in porti sempre diversi sono in effetti esperienze indimenticabili. Tutte avventure che il noleggio di una barca rende alla portata di tutti. Come opzioni ce n’è per tutti i gusti: dal classico imbarco “alla cabina”, ideale per single, coppie o piccoli nuclei famigliari al noleggio di tutta una barca, il cosiddetto “bareboat”, accessibile a chi ha già esperienza velica e patente nautica. Ma c’è anche la possibilità di affittare un pacchetto “barca più skipper”, per esempio se si è un consistente gruppo di amici (almeno 6-8 persone) o di aggregarsi a una flottiglia, un’ottima soluzione, questa, per chi non è troppo sicuro dei propri mezzi o per i neopatentati che così possono contare su un valido aiuto. Di tendenza è poi il catamarano, che offre comfort e stabilità, ma a disposizione ci sono anche i suggestivi caicchi o le affascinanti barche d’epoca o ancora racer d’annata. Per le destinazioni c’è l’imbarazzo della scelta. I Caraibi con il loro clima tropicale, i venti costanti, le spiagge bianche e il mare cristallino sono sempre in cima alla lista dei desideri di ogni amante del mare e della vela oltre che una meta agibile in gran parte dell’anno. Ma anche il Mediterraneo, più a portata di mano, con le sue migliaia di belle isole da scoprire o rivisitare è in grado di appagare chiunque voglia sole, divertimento e cultura. Un charter con rotta a Nord, lungo la costa atlantica o i paesi scandinavi può essere invece un’ottima palestra per affinare le proprie capacità veliche, così come un’avventura a Capo Horn, alle isole Svalbard o altre destinazioni estreme.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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