Riparare la vetroresina

Compiere piccole riparazioni sulla vetroresina non è certamente difficile: occorrono un po’ di pazienza per assemblare strati di fibra e di resina e un po’ di precisione per evitare le bolle d’aria.

Un portello bucato, un banale colpo a una paratia, una piccola falla nella carena del tender: niente di irreparabile. Con un po’ di pazienza, attenzione e una spesa contenuta, potreste provvedere da soli alla riparazione della vetroresina, impiegando solo qualche ora di lavoro e magari… divertendovi. Servono principalmente due cose: la fibra di vetro e la resina, entrambi acquistabili in negozi specializzati oppure on-line. La fibra di vetro è disponibile in fogli di grammatura differente, (ovvero di differente peso a parità di superficie) e di differente tessitura. Si va da stuoie realizzate con piccoli pezzi di filato di vetro compressi (Mat) tipicamente usate per i lavori più semplici fino a veri e propri tessuti con trama e ordito con i quali si può eseguire qualsiasi intervento strutturale o dove è richiesta una finitura più accurata.

La resina invece è solitamente a base poliestere oppure epossidica; entrambe le formulazioni, combinate con un catalizzatore, formano un robusto reticolo: questo processo prende il nome di polimerizzazione.

Attrezzi necessari:

1. Per la sicurezza: mascherina, guanti, occhiali protettivi, un piano di lavoro stabile e ben illuminato;
2. Una piccola mola a smeriglio o una levigatrice a carta abrasiva;
3. Acetone e stracci;
4. Un paio di fogli di fibra di vetro dalla diversa grammatura;
5. Resina poliestere, catalizzatore e diluente;
6. Un pennello ed eventualmente un piccolo rullo di gomma;
7. Stucco con eventuale materiale caricante;
8. Qualche bacinella in plastica.


La prima cosa da fare è pulire bene la superficie con dell’acetone, il solvente che sgrassa la vetroresina senza aggredirla e levigare la parte danneggiata con la mola a smeriglio. In alternativa si può usare una levigatrice a carta abrasiva di grana media e poi di grana fine. Se necessario, aiutarsi con forbici e pinze per rimuovere gli eventuali pezzi di vetroresina che tendono a staccarsi.


La superficie, ben levigata e passata ancora con acetone per rimuovere lo sporco e la polvere, è pronta per essere lavorata. Al centro si nota anche una parte di vetroresina talmente sottile da essere diventata morbida: è meglio lasciarla in loco, in quanto serve da ulteriore ancoraggio per la riparazione.

Pezza in fibra di vetro mat. Questo tipo di prodotto non ha una trama “ordinata” ed è dunque utilizzabile solo per i lavori più semplici o in combinazione con tessuti tramati

Tagliamo a misura un foglio di fibra di vetro con le normali forbici da carpentiere. Durante la lavorazione la fibra di vetro non cambia misura, per cui si può tagliare la quantità precisa senza temere restringimenti. La lavorazione prevede la stesura di strati alternati di resina e fibra di vetro, fino a raggiungere lo spessore voluto.


Prepariamo un piccolo quantitativo di resina più fluido ed imbeviamo accuratamente la parte da trattare, sia all’esterno che all’interno e lasciamo asciugare brevemente. La fluidità si misura lasciando gocciolare la resina nel recipiente e la consistenza giusta è quella appena più densa dell’acqua. Proteggete le mani con i guanti ma attenzione che quelli in latex possono reagire, sciogliendosi, con il catalizzatore.

Appoggiate il foglio di fibra e tamponate con il pennello, in modo da stendere uniformemente la resina sulla superficie imbevendola, evitando il più possibile la formazione di bolle d’aria. In caso regolate la fluidità della resina aggiungendo piccole quantità di solvente e se proprio si formano delle bolle d’aria, aiutatevi stendendo la fibra con un piccolo rullo.

Veneziani Resina 2000

Sistema epossidico bicomponente strutturale utilizzabile per incollaggi ad alta resistenza, protezione ed impermeabilizzazione di legno ed altri supporti.

Dopo una decina di minuti, quando il primo strato inizia a diventare appiccicoso, potete stendere il secondo strato di fibra di vetro e così via. Se la superficie da trattare fosse molto grossa, potreste incrociare i vari strati, aumentando così la resistenza del prodotto finito. Non eccedete con la resina che rende la riparazione più pesante del necessario senza renderla più robusta.


L’ultimo strato di fibra di vetro è la fibra più fitta e sottile, che rende la superficie più liscia ed omogenea facilitando la successiva stuccatura. Tre o quattro mani di fibra di vetro delle dimensioni delle foto, impiegano circa un’oretta per essere stesi. Cercate di stendere il massimo spessore possibile, compatibilmente con le forme dell’area circostante.

Se la robustezza della riparazione ha più importanza dell’impatto estetico, aggiungete ancora un leggero strato di fibra di vetro più grossolana alla fine della lavorazione, senza abbondare però con la resina. Se la parte è a contatto con l’acqua, l’ultimo strato deve essere assolutamente privo di bolle d’aria: curate con attenzione questo aspetto.


Il processo di catalisi e polimerizzazione richiede almeno una notte dalla stesura dell’ultimo strato di vetroresina. Poi si può procedere alla stuccatura finale, usando stucco poliestere puro oppure caricandolo con appositi additivi quali le microsfere, che rendono il composto più robusto, più impermeabile e meno soggetto a nervature, soprattutto nelle parti di congiunzione fra la vetroresina sana e la riparazione.


La riparazione ultimata. Dopo un’altra giornata di asciugatura e fine della catalisi, sarà pronta per essere carteggiata o sabbiata prima della verniciatura finale. Una riparazione ben effettuata garantisce una robustezza pari alla superficie originale.

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Alessandro Casnedi

Naviga da sempre in Adriatico e rigorosamente su barche a motore, mettendo il naso ovunque ci sia da imparare qualcosa. Il suo pallino e’ la meccanica ed il “Fai da te” che sperimenta personalmente sulla sua barca.

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