La sfida di Ocean Cat e la lezione dell’oceano

Dopo 14 giorni, 3 ore e 40 minuti si chiude la traversata dell’Atlantico a vela su un piccolo catamarano di 6 metri di Tullio Picciolini e Giammarco Sardi. Niente record per loro, ma un’avventura di mare davvero intensa, vissuta fino in fondo e che è già entrata nella storia della navigazione oceanica. Complimenti Ocean Cat!

Non sono stati abbastanza veloci da battere il nuovo record di traversata atlantica, ma hanno dimostrato di essere grandi marinai, uomini coraggiosi, un po’ sognatori ma preparati e umili. Soprattutto ci hanno fatto comprendere ancora una volta che l’oceano non è un parco giochi che fa semplicemente da sfondo alla nostra voglia di divertirci. Anzi, più lo maltrattiamo, lo inquiniamo, lo riscaldiamo, più si ribella, s’incattivisce e si vendica. Così anche senza record Tullio Picciolini e Giammarco Sardi hanno scritto il loro nome nella storia della navigazione oceanica.

Su quel piccolo catamarano di 6 metri alla fine l’Atlantico lo hanno attraversato, soffrendo, bestemmiando, superando difficoltà e incidenti, resistendo al sonno, alle vesciche alle mani, alla testa che ti dice di mettere fine alla fatica. E invece no, sono andati avanti fino alla fine con gli occhi all’orizzonte e il cuore a mille sotto alle loro cerate.

Pochi i navigatori come voi

A completare la traversata ci hanno impiegato 14 giorni, 3 ore e 40 minuti. In realtà ci hanno messo una vita. Una vita di passione per la vela, di navigazioni, di preparazione, di tante miglia macinate in lungo e in largo, da soli, con gli amici, con la famiglia. Poi c’è la voglia di avventura, di sfidare sé stessi, di superare i propri limiti in un’impresa fuori dal comune. Attraversare l’Atlantico su un catamarano da spiaggia è da folli. E infatti sono una manciata nel mondo i velisti che lo hanno fatto. Tra loro Vittorio e Nico Malingri che sono gli attuali detentori del record, navigatori eccellenti, spregiudicati per certi versi, professionisti del rischio.

“L’oceano non è per mammolette”, ha sempre detto Vittorio che ha indicato la strada da seguire per chi vuole praticare questo tipo di esperienze. Tullio e Giammarco hanno fatto propria questa preziosa lezione. Hanno capito a loro spese che l’oceano può fare molto male.

Un meteo assurdo, segno che stiamo sbagliando

Partiti il 5 febbraio da Dakar, dopo avere atteso per 40 giorni le migliori condizioni di vento, hanno lasciato le coste africane affrontando condizioni meteorologiche che ha disatteso ogni previsione con un vento Aliseo instabile, a tratti calmo, a tratti furioso. Hanno avuto una prima scuffia a 90 gradi il sesto giorno di navigazione, poi una nuova scuffia il nono giorno, questa volta a 180 gradi, con tutto l’albero in acqua e poi una terza, sempre a 180 gradi, alla vigilia del dodicesimo giorno con vento a 40 nodi e onde di 6 metri. Hanno superato tutto spinti dalla fame di avventura, dai messaggi del team di supporto che li seguiva dall’Italia, dai saluti degli amici e dai migliaia di appassionati che palpitavano sui social.

Un’esperienza più dura del previsto

“Sono demolito – ha detto Giammarco Sardi all’arrivo in Guadalupe – L’instabilità meteo ci ha creato grosse difficoltà. Mi aspettavo un’impresa impegnativa, ma non tanto quanto l’abbiamo vissuta. Siamo partiti con il cambio di Luna e vento debole, questo ci ha portato i primi giorni a navigare praticamente al buio. Dal quinto giorno ci siamo trovati ad affrontare condizioni mutevoli, con il mare che cambiava da parvenza di lago a onde di oltre 5 metri e vento che ha raggiunto i 40 nodi che ci ha reso davvero difficile navigare ad una velocità media di 12 nodi, necessaria per battere il record. La cosa che più ci ha sorpreso, già dal secondo giorno, sono state le allucinazioni: il rumore del mare e del vento sembrano il suono di una radio, una musica di sottofondo che ti accompagnava per tutto il giorno. Poi, le scuffie: la prima a 90 gradi, l’abbiamo gestita senza difficoltà. La seconda con un ribaltamento a 180 gradi è stata davvero impegnativa. Eravamo molto stanchi e un frangente ci ha preso e ci ha rigirato”.

Per noi di MagellanoStore bello esserci

Una traversata davvero dura anche per Tullio Picciolini, non nuovo a queste avventure: “È stata un’esperienza tostissima, un’esperienza che ti mette alla prova sia da un punto di vista fisico che psicologico, anche per un record sfumato… In realtà, quando siamo arrivati a Guadeloupe e abbiamo festeggiato con gli amici che ci attendevano al traguardo, ci siamo resi conto che avevamo raggiunto il nostro obiettivo: quello di effettuare la traversata con un piccolo catamarano all’insegna della sicurezza”.

Record o meno, in questa impresa di Ocean Cat resta tutto questo. Una bella avventura di mare, un’esperienza umana, la gioia di esserci. Noi di MagellanoStore siamo saliti a bordo del quel catamarano con un piccolo supporto a Tullio e Giammarco: un dissalatore manuale che gli ha permesso di ridurre le scorte d’acqua a bordo ed essere più leggeri. È stato un onore essere con voi ragazzi! Alla prossima sfida…

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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