Resta alla deriva per 17 ore sulla sua tavola da windsurf

Durante un’uscita in windsurf al largo di Carry-le-Rouet, a Ovest di Marsiglia in Francia, un windsurfista è stato tradito da un calo di vento ed è andato alla deriva per tutta la notte. Ecco come si è salvato…

Francis Moreau è un windsurfista esperto che ha sempre navigato nei vari spot della Côte Bleue, a Ovest di Marsiglia. È anche un velista e un buon alpinista, quindi in ottime condizioni fisiche. Lo scorso 26 aprile quando è uscito a Carry-le-Rouet, le condizioni di vento erano buone, non più di forza 5. Dopo avere armato una vela 4.7 ha navigato per un’ora buona, in un flusso da Nord Ovest abbastanza irregolare. Poi, alla fine del pomeriggio, il vento è calato proprio mentre stava facendo un ultimo bordo al largo. Senza più pressione nella vela, non è più riuscito a fare la water start e si è trovato bloccato con il suo windsurf cominciando ad andare alla deriva.

Windsurf alla deriva

Senza più vento impossibile tornare in spiaggia

La corrente e un vento leggero hanno cominciato a spingerlo verso Sud Est. “Alla fine di aprile l’acqua era piuttosto fredda e ho iniziato ad avere i crampi – ha raccontato Francis – così mi sono seduto sulla tavola e ho iniziato a fare dei segnali per cercare di attirare l’attenzione. Diversi Wingfoil erano in acqua, ma non navigavano sulla mia rotta. Dopo la mia session, sarei dovuto andare a trovare mio padre, quindi sapevo che la mia famiglia non si sarebbe preoccupata almeno fino alla fine della giornata”.

Le ore intanto passano, la luce del giorno diminuisce e Francis comincia a soffrire il freddo a bordo del suo windsurf alla deriva. Indossava una muta in neoprene adatta alla stagione da 5/3 mm, calzari e un cappuccio in neoprene. “In quelle ore almeno due barche a vela e un cabinato a motore mi sono passate accanto – ricorda Francis – ma non sono riuscito ad attirare la loro attenzione”.

Windsurf alla deriva

Cala la notte e a terra danno l’allarme

Poco dopo le 19, allarmata dal suo mancato rientro, la famiglia di Francis ha avvisato la Guardia Costiera. La sua macchina era ancora parcheggiata sulla spiaggia, senza il suo equipaggiamento di navigazione. In mare in quel momento non c’era più nessuno. I mezzi di soccorso, tra cui tre elicotteri e altrettante imbarcazioni di salvataggio, hanno iniziato le ricerche del windsurf alla deriva.

A causa però delle scarse informazioni sull’uscita di Francis, la Guardia Costiera aveva serie difficoltà a valutare la traiettoria della deriva del windsurf e purtroppo la ricerca non si è concentrata sulla zona giusta. Impotente, senza alcun mezzo di identificazione, Francis osservava i lampi di luce dei mezzi aerei e navali da lontano, senza potersi far riconoscere. Era impossibile infatti per i piloti e per i comandanti delle barche distinguerlo di notte, nel leggero chop. La stessa Luna piena che c’era quella notte e l’assenza di nuvole non erano sufficienti per individuarlo.

Windsurf alla deriva

Una lunga notte che avrebbe potuto finire male

Tra le 2 e le 3 del mattino la Guardia Costiera ha interrotto le ricerche con l’obiettivo di far riposare le squadre e riattivarle all’alba. Intanto per Francis il freddo cominciava a essere insopportabile. Dopo diversi capovolgimenti della sua tavola da windsurf, da solo in mezzo al mare alla deriva e senza più mezzi di soccorso intorno, per lui la situazione non era delle migliori. Ha deciso allora di abbandonare la vela e di remare sulla sua tavola, come farebbe un surfista. Il materiale anti grip che rivestiva la tavola gli scorticava le mani, ma continuava a remare alternando un braccio alla volta. “Ho deciso di puntare su Planier Island, a 3-4 miglia di distanza – ha spiegato Francis – dovevo tenere il morale alto perché sapevo che il tempo sarebbe stato buono all’alba e che molti pescatori sarebbero usciti al mattino presto. Mi incoraggiavo dicendomi che dovevo solo arrivare alle 7 del mattino. E ho anche pensato molto alla mia famiglia…”.

Per Francis l’incubo finisce proprio verso le 7,30 del mattino. Un piccolo peschereccio avvista un oggetto galleggiante al largo di Planier, ma si è accorto solo all’ultimo momento che lì sopra c’era qualcuno. Il windsurfista è stato immediatamente trasferito al porto di Carry-le-Rouet per essere preso in carico dai servizi di emergenza che lo hanno portato in ospedale. A parte la disidratazione e l’ipotermia, stava bene.

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Windsurf alla deriva

La lezioni da imparare sulla sicurezza in mare

Francis Moreau andando alla deriva con il suo windsurf è stato molto fortunato e ha riconosciuto prontamente i vari errori che lo hanno portato a questa disavventura. Prima di tutto, non importa quale sia l’attività sportiva che si pratica in mare, si dovrebbe sempre indossare un buon giubbotto di salvataggio e dire a qualcuno a terra quando si sta per iniziare e finire la navigazione. La famiglia di Francis si è preoccupata intorno alle 19. Se l’allarme fosse stato dato prima, la ricerca avrebbe avuto luogo alla luce del giorno e forse non avrebbe passato la notte in mare. Francis inoltre non aveva con sé nessun mezzo per segnalare la sua presenza alle squadre di soccorso. È imperativo portare almeno un mezzo di segnalazione sia di notte che di giorno. Il bastone di cyalum, per il suo basso costo e la sua resistenza agli urti, può essere un’ottima soluzione. Anche uno specchio di segnalazione in policarbonato è un accessorio molto efficace per la visibilità diurna oppure ancora un dispositivo di localizzazione. Come complemento un cellulare, magari stivato in una sacca stagna, avrebbe cambiato di molto le cose. Infine è bene ricordare che uscire in gruppo è sempre meglio, ma di per sé non impedisce un incidente.

Purtroppo non è facile stivare anche piccoli oggetti di sicurezza quando si naviga su una tavola da windsurf. La maggior parte delle mute e dei trapezi, così nelle parti della tavola e del rig non hanno tasche e non sono predisposti per attaccarci delle borse impermeabili.

“Questo tipo di incidenti succedono spesso e sono capitati anche a grandi campioni. Ma questo non giustifica questo tipo di assurdità. Dopo la mia disavventura ho incontrato i piloti di uno degli elicotteri impegnati nella ricerca per fare il debriefing dell’incidente. Mi hanno spiegato che sono stato molto fortunato. Lo stesso evento accompagnato da un infortunio o dalla perdita della tavola avrebbe avuto un esito disastroso”.

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David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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