Sulla profondità degli abissi degli oceani si è innescata a partire dagli Anni 40 del secolo scorso la grande esplorazione sottomarina che vede ancora oggi protagonisti avventurieri e scienziati spesso in gara tra di loro per aggiudicarsi il primato di questa misurazione.
Se l’uomo ha ormai esplorato praticamente tutte le terre emerse del pianeta, gli oceani restano ancora un mistero per noi. Quanto sono profondi per esempio gli abissi dei nostri oceani? Su questa semplice domanda si è innescata a partire dagli Anni 40 del secolo scorso la grande esplorazione sottomarina. E ancora, cosa nascondono i fondali del mare? Partiamo da un presupposto: il fondo dell’oceano in realtà non è molto diverso dal resto del pianeta: se potessimo togliere tutta l’acqua che ricopre la Terra, si aprirebbe di fronte a noi un paesaggio per certi versi familiare, composto da pianure, montagne e valli profondissime, risultato del costante movimento delle placche che formano la crosta terrestre.
Ancora più impressionanti, però, sono le valli, i crepacci e gli abissi che punteggiano il fondale oceanico. È qui che si è concentrata l’attenzione della maggior parte delle esplorazioni sottomarine compiute dall’uomo spesso con strumenti di misurazione indiretta, come per esempio lo scandaglio o il sonar per mappare la forma del fondale. Il primo batiscafo della storia si chiamava l’FNRS-2 e venne progettato in Belgio nel 1948 dall’inventore ed esploratore Auguste Piccard, ma fu il modello successivo, l’FNRS-3, nel 1954 è stato il primo veicolo guidato da esseri umani a immergersi negli abissi oceanici toccando la profondità, per l’epoca straordinaria, di 4.050 metri.
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Fossa delle Marianne: il punto più profondo degli oceani
Nel 1960 Piccard compì la sua impresa più famosa a bordo di una sua creazione, il batiscafo Trieste, che lo portò a sfiorare il fondo della Fossa delle Marianne. Da allora questo abisso al largo delle Filippine è diventato l’Everest degli oceani. C’è un motivo se la maggior parte delle missioni sottomarine dopo quella del Trieste si sono concentrate nella Fossa delle Marianne: è questo infatti il più punto profondo in assoluto del pianeta.
La Fossa delle Marianne in realtà non è soltanto un buco nell’oceano che scende fino a quasi 11 km di profondità, ma una valle sottomarina gigantesca, lunga 2.550 km e larga 69 e dalla forma vagamente di banana. Nella porzione meridionale della Fossa si trova una depressione più profonda del resto della valle, battezzata “Abisso Challenger”, dove si trovano, in tre “piscine” sottomarine, i punti più profondi delle Marianne e quindi del pianeta. Il nome Challenger viene dalla nave britannica che per prima, nel 1875, ne misurò la profondità nel corso di una spedizione: lo scandaglio riportò un valore di appena 8.184 metri e da allora ogni misurazione successiva è arrivata più a fondo.
Una gara a chi scende più giù e misura i fondali
È proprio sulla qualità delle misurazioni che si giocano molti dei record di questi ultimi anni. La quota del punto più profondo del pianeta si trova forse oltre gli 11 km, stando ad alcune misurazioni indirette: nel 2010, un ecoscandaglio ha infatti restituito una misura di 10.984 m; in anni precedenti alcuni strumenti hanno riportato profondità superiori agli 11.000 metri, con misurazioni però mai replicate. I numeri cambiano, invece, se parliamo di misurazioni dirette, compiute cioè da esseri umani in immersione, anche se per forza di cose effettuate tramite strumenti: fino a non molto tempo fa il record apparteneva a James Cameron, che scese a 10.908 m di profondità e filmò tutto quanto. L’esploratore americano Victor Vescovo ha battuto questo record nel 2019, quando scese 20 metri più in basso, a 10.928 m e recentemente l’ha fatto di nuovo, ripetendo lo stesso record: sul suo account Twitter ci sono parecchi video di quella discesa.
Il progetto di Victor Vescovo: Five Deeps
Ex ufficiale di marina, Victor Vescovo grazie al suo patrimonio personale e al contributo di miliardari in cerca di emozioni nel 2018 ha avviato l’ambizioso progetto Five Deeps con l’obiettivo di visitare cinque abissi oceanici. Una missione completata proprio di recente. Oltre alla Fossa delle Marianne nel Pacifico, ecco quali sono gli altri punti più profondi degli oceani:
- Atlantico: la Fossa di Porto Rico, 8.408 m di profondità;
- Indiano: la Fossa di Giava, 7.290 m;
- Artico: l’Abisso Molloy, 5.669 m;
- Antartico: la Fossa delle Sandwich Australi, 7.385 m.
Negli ultimi settant’anni il record di profondità delle esplorazioni oceaniche è stato migliorato di pochi metri per volta: difficile fare di meglio quando abbiamo già trovato il punto più profondo del pianeta. Oltretutto, le esplorazioni abissali con equipaggio umano sono rischiose, richiedono anni di preparazione e addestramento e soprattutto sono molto costose.
Qual è il futuro delle esplorazioni degli abissi oceanici
Il futuro potrebbe essere delle esplorazioni telecomandate: è già da qualche anno che spediamo in fondo al mare i cosiddetti UUV, acronimo di Unmanned Underwater Vehicle, droni e robot armati di telecamere e controllati da remoto, da una nave appoggio in superficie. All’inizio di marzo 2021 un gruppo di ricerca cinese ha annunciato su Nature di aver fatto scendere un robot proprio nella Fossa delle Marianne, fino a 10.900 m di profondità. La particolarità dell’impresa è che, a differenza dei soliti UUV, si trattava di un robot “molle”, senza la pesante corazza di metallo che si riteneva indispensabile per proteggere queste macchine dalle enormi pressioni: 100 atmosfere, a 10.000 metri di profondità. È una soluzione che potrebbe per davvero rappresentare il futuro dell’esplorazione oceanica.
Infine, un record solo in apparenza meno impressionante: il lago più profondo della Terra è il Baikal, in Russia, che scende fino a 1.642 metri, ma il lago Vostok, il più grande lago subglaciale dell’Antartide, ha qualcosa in più. Si trova a circa 4.000 metri di profondità sotto alla calotta di ghiaccio dell’Antartide, che in quel punto è spessa circa 3.500 metri, con la superficie dell’acqua a 500 metri sotto al livello del mare e una profondità stimata di 1.000 metri circa.