Preparazione per la patente nautica: quello che c’è da sapere

Preparazione patente nautica

In Italia chi vuole dedicarsi alla navigazione a vela d’altura deve essere in possesso di una speciale abilitazione, la patente nautica. Tale titolo si acquisisce superando un esame complesso e ricco di nozioni, spesso percepito dai diportisti come un ostacolo burocratico e non come un percorso formativo ideale per mettersi al timone. Una guida per prepararsi al meglio a questa prova.

La preparazione della patente nautica è un capitolo importante nella vita di un diportista. Certo per essere marinai serve innanzitutto esperienza. Chiunque pratica la navigazione a vela sa bene che per condurre la barca in sicurezza, pianificare al meglio la rotta, far fronte ai piccoli imprevisti che possono capitare quando si è a bordo, non c’è altra strada che navigare il più possibile, stare a lungo in mare, percorrere molte miglia. Prima dell’esperienza tuttavia, almeno in Italia, chi vuole dedicarsi alla navigazione a vela d’altura deve essere in possesso di una speciale abilitazione, la patente nautica. Tale titolo si acquisisce superando un esame complesso e ricco di nozioni, spesso percepito dai diportisti come un ostacolo burocratico e non come un percorso formativo ideale per mettersi al timone.

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Esaminiamo nel dettaglio in cosa consiste e quali argomenti comprende oggi il programma d’esame sia per la patente a vela entro le 12 miglia dalla costa che per quella senza limiti, tenendo presente che le differenze perlopiù riguardano la navigazione piana e la prova di carteggio, non prevista per la patente entro le 12 miglia.

Un esame paradossale: più teorico che pratico

A differenza dell’Italia in altri Paesi, come la Francia e l’Inghilterra, per il comando di una barca a vela non è richiesta nessuna patente. Nel nostro Paese invece è obbligatoria e anche le società di charter spesso cedono in locazione la barca solo a coloro che sono muniti di questo titolo anche quando si naviga entro le 6 miglia. Certo è che la competenza richiesta per il rilascio di un abilitazione così importante nel nostro Paese è tutta a favore della teoria piuttosto che della pratica. Insomma serve studiare, non tanto andare in mare. Così, superando una serie di quiz o un’interrogazione orale e una prova in mare piuttosto sbrigativa, la qualifica di capitano di unità da diporto così acquisita può indurre il velista una falsa sicurezza sulle proprie capacità di marinaio.

Al di là dei limiti intrinseci di un titolo che dovrebbe essere considerato come un punto di partenza per la propria carriera di capitano, può essere comunque utile considerare la preparazione all’esame come un’opportunità per familiarizzare con molti degli elementi che costituiscono la base della navigazione: l’utilizzo delle carte nautiche, i rilevamenti, la navigazione stimata, le regolamentazioni relative alla sicurezza, tutte nozioni fondamentali per il futuro comandante.

Programma d’esame: tante nozioni ma poco approfondite

Per la preparazione della patente nautica gli argomenti da studiare sono accorpati in 7 gruppi: teoria della nave, motore, sicurezza, abbordi in mare e circolazione nelle acque interne, meteorologia, navigazione piana e Codice della Navigazione. Si tratta di tante nozioni che possono all’inizio spaventare gli aspiranti capitani, ma si tratta spesso di concetti appena accennati di cui all’esame è richiesta solo un accenno. C’è tutto il tempo per chi intende navigare sul serio di approfondirli e ampliarli in seguito.

Si parte dalla teoria della nave con i principi di galleggiamento e stabilità della barca e le strutture principali dello scafo. Alcuni parti, come la poppa e la prua, la chiglia, la carena, sono facilmente riconoscibili e diventano presto familiari. Altre, come il paramezzale, i trincarini, gli agugliotti, le cubie, sono meno immediate e s’imparano solo con uno sforzo di memoria. All’elica, al timone e ai rispettivi effetti evolutivi è dedicato un ampio capitolo perché acquistano una rilevanza speciale in un momento delicato, l’ormeggio in porto. Infine si affronta la teoria della vela che comprende attrezzature, manovre, andature e la gestione di situazioni particolari come la navigazione con cattivo tempo e il recupero dell’uomo a mare.

Conoscere il motore e gestire le emergenze

Si prosegue il programma d’esame per la preparazione della patente nautica con lo studio dei motori a scoppio e di quelli diesel. Un velista non può sottovalutare questo prezioso elemento compagno di bordo: capirne il funzionamento, le componenti, saper far fronte alle piccole avarie ma anche calcolare l’autonomia della barca in base al carburante residuo, sono fattori indispensabili che devono entrare nel bagaglio di conoscenze di chi è al comando di una barca. Il capitolo sicurezza è senza dubbio uno dei più corposi dell’esame. Forse più che imparare l’elenco delle dotazioni obbligatorie in relazione alla distanza dalla costa, è utile approfittare di questi studi per conoscere le principali situazioni di pericolo, incendio a bordo, falla, collisione, incaglio e apprendere come si usa un estintore, si lancia un may day via radio, si mette in acqua la zattera di salvataggio e così via.

Importante è anche apprendere le regole internazionali per evitare le collisioni con le altre imbarcazioni. In particolare occorre conoscere i fanali di navigazione notturni e segnali distintivi delle navi, le regole di precedenza, i segnali di soccorso e da nebbia. Forse questa è la parte che mette più a dura prova la memoria degli aspiranti comandanti ma effettivamente chi naviga non può sottovalutare queste importanti norme. Completano questa parte del programma le precauzioni da adottare quando si naviga in prossimità specchi d’acqua dove si svolgono attività nautiche, come la pesca subacquea e lo sci nautico, l’entrata e l’uscita dai porti e il calcolo della rotta di collisione.

Meteorologia e navigazione astronomica

Ogni buon diportista ha un rapporto stretto e costante con gli elementi meteorologici: pressione atmosferica, venti, fronti climatici. Il quinto gruppo di argomenti dell’esame tratta le nozioni di meteorologia, gli strumenti e il loro impiego, la lettura delle carte di previsione e i bollettini da consultare prima e durante la navigazione. Non meno importante è la parte dedicata alla navigazione piana: obiettivo di questa materia è fare acquisire al velista le nozioni necessarie per orientarsi in mare, pianificare e tracciare la rotta, identificare il punto nave e procedere secondo la navigazione stimata in considerazione del vento e della corrente. S’impara a leggere una carta nautica, a individuare i punti cospicui, i relitti, gli eventuali ostacoli alla navigazione e la profondità dell’acqua.

Soprattutto con l’aiuto di squadra e compasso si acquisisce dimestichezza con le operazioni di carteggio manuali, estremamente importante nonostante gli strumenti tecnologici che possono dare degli errori o esaurire l’energia. Studiando per conseguire la patente nautica s’impara Inoltre riconoscere la Stella Polare, familiarizzare con concetti come lo zenit e l’Equatore e avere un’infarinatura di navigazione astronomica. Ai doveri e le responsabilità del Comandante, i documenti da tenere a bordo, le ordinanze e regolamenti delle autorità marittime, si approda sfogliando infine le pagine della normativa con tutto quello che è necessario sapere per navigare in regola con il Codice della Navigazione.

Prepararsi da autodidatta o frequentando un corso

La preparazione per l’esame per il conseguimento della patente nautica può essere fatta in proprio da coloro che hanno già sufficiente esperienza e che in questo caso si presentano all’esame come privatisti. L’alternativa è frequentare un corso apposito presso una scuola nautica ma i candidati devono poi presentarsi all’esame di fronte agli ufficiali della capitaneria di porto. La durata dei corsi è varia: si va da quelli brevi di pochi giorni a quelli distribuiti in 3-4 mesi. In ogni caso il corso teorico è quasi sempre integrato da una o più uscite in mare.

Quanto alla prova teorica alcune capitanerie si servono di quiz, mentre altre prediligono un colloquio tra il candidato e la commissione per l’abilitazione alla navigazione senza limiti. Non mancano gli esercizi di carteggio che è la parte fondamentale e più temuta dell’esame per la patente nautica.

Prova pratica: navigazione, accosto e recupero naufrago

Una volta superata la prova teorica, c’è l’esame pratico. L’aspirante comandante sale a bordo e deve dimostrare di essere il padrone del mezzo, a vela come a motore. Si tratta di un esame diviso in due parti: nella prima il candidato deve eseguire a motore un’accostata alla banchina. Nella seconda, alzate su le vele, si deve invece dimostrare di saper condurre la barca nelle varie andature, effettuare la virata e l’abbattuta ed eseguire il recupero dell’uomo a mare. Durante lo svolgimento della prova viene anche completato l’esame teorico con domande sulle parti delle imbarcazioni, le attrezzature, i nodi.

Insomma prepararsi all’esame per conseguire la patente nautica non è proprio una passeggiata, serve studiare, uscire in barca e districarsi tra una miriadi di nozioni tecniche, esercizi scritti e manovre pratiche a bordo. Non a caso qualcuno fallisce e deve ripeterlo. L’importante è prenderlo come un apprendistato, un punto di partenza che da il via alla nostra avventura di andare per mare. Info: Guardia Costiera.

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David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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