Salino, pioggia e raggi solari mettono a dura prova il gelcoat e le attrezzature dello scafo. Un buon telo di copertura è quello che ci vuole per proteggere la barca quando è ormeggiata o tirata in secco oppure quando deve essere trasportata. Vediamo allora come scegliere un telo copribarca.
Ogni giorno la maggior parte delle barche deve affrontare sbalzi termici e di umidità passando dal freddo della notte al caldo delle giornate assolate. Questi cambiamenti, che avvengono anche durante le stagioni ideali per il diporto nautico, a lungo andare hanno effetti disastrosi sia sul gealcoat di scafo e coperta, sulle eventuali rifiniture in legno, sugli strumenti e le attrezzature. Se a questo fenomeno si aggiunge l’azione degli agenti atmosferici marini, come il salino, la sabbia, la pioggia, il vento forte, ma anche l’inquinamento, le muffe, lo sporco e il guano degli uccelli, non si fa fatica a comprendere come la nostra barca sia costantemente sottoposta a un lento e inesorabile processo di usura e invecchiamento.
Dotare la barca di una buon telo di copertura nautico ci consente quindi di mantenerla in perfetta forma estetica e allungarne la vita. Un piccolo investimento in termini economici che ha grandi vantaggi non solo per preservare scafo e attrezzature, ma anche per nascondere queste ultime dagli occhi dei sempre più (purtroppo) numerosi malintenzionati che si aggirano per banchine e marina.
Tipi di coperture nautiche: teli da rimessaggio o da trasporto
I teli copribarca si distinguono principalmente in base all’uso:
Se la barca è ferma in banchina o ormeggiata all’ancora, oppure ancora se è poggiata su un invaso all’interno di un rimessaggio le coperture saranno concepite per essere sufficientemente avvolgenti ma in modo da rimanere morbide e regolabili in modo da adattarsi alle forme della coperta e del rigging, magari sfruttando anche gli appositi supporti di tensionamento.
Le coperture destinate a barche carrellabili al contrario, sono generalmente più avvolgenti realizzate con tessuti più robusti e dotate di rinforzi nelle zone più soggette ad usura per sostenere i rigori dell’esposizione agli agenti atmosferici e le sollecitazioni dovute al trasporto.
Copribarca di serie o personalizzati?
Le coperture di serie sono le più economiche, versatili e diffuse.
Realizzate solitamente in tessuto di poliestere, presentano un buon grado di impermeabilità e resistenza a usura e raggi solari ma sono disponibili in genere in un solo colore (a seconda del fabbricante) e in una varietà limitata di taglie. Il mercato oggi offre tuttavia numerosi modelli di copribarca universali, una gamma di scelta davvero ampia con teli potenzialmente adattabili a qualsiasi modello di imbarcazione, dal piccolo gommone, al motoscafo, fino al cabinato. Alcuni modelli possono essere utilizzati anche per trasporto su carrello spaziando da soluzioni molto economiche dedicate prevalentemente a brevi tragitti casa-lago/spiaggia, a prodotti di qualità più elevata che consentono di affrontare anche lunghi viaggi in tutta sicurezza. I copribarca universali rappresentano dunque la scelta più interessante sotto il profilo del rapporto qualità prezzo offrendo inoltre ampie possibilità di scelta tra i numerosi modelli dei diversi brand.
Le coperture personalizzate sono realizzate ad hoc ma decisamente più costose.
Tra queste occorre fare un’ulteriore distinzione tra teli copribarca artigianali e copribarca industriali. I copribarca artigianali essendo realizzati in maniera sartoriale consentono il massimo grado di personalizzazione, dalla scelta del tipo di tessuto, al colore, dall’inserimento di finestre trasparenti, alla realizzazione di particolari sagomature atte a ricoprire uno specifico accessorio che non vogliamo smontare. Chi desidera un telo del genere dovrà ovviamente rivolgersi ad un bravo artigiano sul mercato locale in grado di rilevare le misure esatte ed eseguire il lavoro con la massima competenza e precisione.
I teli personalizzati industriali come quelli realizzati ad esempio dall’italiana Tessilmare sono coperture di qualità espressamente dedicate ad uno specifico modello di imbarcazione ma non consentono alcun tipo di personalizzazione e devono essere acquistati così come escono dalla fabbrica. La scelta è spesso limitata a una gamma ristretta di imbarcazioni (le più diffuse sul mercato locale) e i prezzi sono più alti di circa 2-3 volte rispetto a teli universali di pari qualità.

I materiali dei teli copribarca, vince il poliestere
Il materiale con cui vengono realizzate le coperture della barca dovrebbe garantire una buona combinazione di impermeabilità e capacità traspirante per evitare la formazione di condensa. Altre proprietà fondamentali sono la resistenza ai raggi ultravioletti, agli strappi e alle abrasioni, caratteristiche importanti soprattutto in caso di barche carrellabili che devono sopportare i rigori della strada. Non sono molti i materiali sul mercato che hanno queste qualità mantenendo un peso accettabile. Tra i più apprezzati, versatili e performanti c’è sicuramente il poliestere, fibra sintetica spesso associata ad altri materiali o rivestimenti spalmabili. Alcune di queste fibre sintetiche sono ormai diventate un marchio di fabbrica dotato di brevetto e garantiscono qualità eccellenti come Sunbrella™ o Cyclone™ quest’ultimo utilizzato sui teli Oceansouth.
Un materiale più economico, ma che non garantisce questo mix di proprietà è il Pvc, spesso trattato con resine impermeabili ma non traspiranti. Altro inconveniente di questo materiale è il peso che rende il telo difficilmente gestibile in autonomia soprattutto sui modelli più grandi.
Rivestimento interno per la massima protezione
I teli da barca di ultima generazione nella fascia di qualità medio-alta, incorporano spesso uno strato interno in materiale lanuginoso (cotone o altra fibra sintetica) in grado non solo di proteggere lo scafo da graffi e abrasioni ma di intrappolare l’umidità offrendo un’ulteriore protezione attiva contro la formazione di condensa.

Sistemi di fissaggio e regolazione
Il fissaggio e la regolazione della tensione della copertura della barca sono normalmente affidati a cime rigide o elastiche che corrono all’interno di un’asola lungo il perimetro, a fettucce cucite sul telo, munite di terminali di plastica o di metallo per sganciare o tendere la struttura, così come a velcro e cerniere generalmente posizionate sulla poppa. Il velcro è veloce da aprire ma difficile da chiudere se non si vogliono creare pieghe e avvallamenti, inoltre, alla lunga, la parte “mordente “ del velcro potrebbe perdere il grip. Le cerniere sono più pratiche, soprattutto quelle in plastica che non risentono della salsedine; soffrono tuttavia la luce, quindi sono da preferire di colore bianco e protette da risvolti di tessuto. Le cerniere in lega sono più resistenti nel tempo a patto di rimuovere periodicamente l’ossidazione causata dall’ambiente salino.
Di quali misure ho bisogno per scegliere?
Oltre alle dimensioni generali dello scafo (lunghezza fuori tutto, larghezza, altezza…) bisogna concentrarsi naturalmente sulle forme particolari della barca e sugli accessori che andranno a condizionare la copertura. La scelta di un telo universale è tuttavia resa semplice dal fatto che i produttori creano linee specifiche per ogni tipologia di imbarcazione (gommone, cabinato, barca open…) all’interno delle quali è generalmente sufficiente controllare il solo dato della lunghezza.
Evitare le sacche con i supporti telescopici
I teli universali possiedono varie possibilità di regolazione, date dalle cime, asole, velcri e cerniere citate precedentemente, in alcuni casi tuttavia può essere difficile arrivare a tensionare correttamente il telo. Per evitare la formazione di sacche che alla prima pioggia si riempirebbero d’acqua mettendo a rischio sia l’impermeabilità che la resistenza del telo, è utile adottare un supporto telescopico, accessorio in grado di portare la giusta tensione nelle zone in cui la copertura tende ad afflosciarsi. Davvero interessante il modello Oceansouth che include delle cinghie in grado di “costruire” un vero e proprio scheletro di appoggio per il nostro copribarca.

Cura e manutenzione della copertura
Una copertura realizzata con materiali di qualità può durare tanti anni, a patto di prendersene cura, soprattutto nelle operazioni di montaggio e smontaggio, quando la si piega per stivarla e quando si provvede alla sua pulizia. Per lavare via il sale, la polvere e lo sporco è sufficiente acqua dolce e un detergente non aggressivo. Si può anche usare un idrogetto e una spazzola a setole morbide per le macchie più ostinate. Una pulizia approfondita è consigliabile almeno due volte l’anno facendo attenzione ad alcuni agenti chimici aggressivi come il cloro presente in alcuni detergenti ed evitando spugne abrasive che rovinano permanentemente eventuali spalmature. Importante al fine di evitare la formazione di muffe è di fare asciugare bene il telo copribarca prima di riporlo. Inoltre in caso di eventuali strappi e rotture è bene intervenire subito con appositi kit di riparazione e cuciture ad hoc.
Proteggiamo anche i fuoribordo
I copribarca sono generalmente progettati per ricoprire il solo scafo. Scegliere un telo di una taglia più grande per poter includere anche i fuoribordo è una soluzione comune che però non ci sentiamo di consigliare. Grazie all’ampia offerta di teli coprimotore universali o dedicati a modelli specifici, è sicuramente meglio scegliere una copertura progettata espressamente per la protezione dei nostri preziosi (e costosi) fuoribordo, con il vantaggio di poterla mantenere indipendentemente dalla presenza o meno del telo copriscafo.