Fuoco a bordo: il colpevole è spesso l’impianto elettrico

Un impianto elettrico vecchio o malfunzionante può dare origini a scintille, dispersioni di corrente e cortocircuiti e provocare danni alla barca e all’equipaggio. Un recente incidente di fuoco a bordo accaduto nelle acque di Scario in provincia di Salerno.

Fuoco a bordo. Se c’è un componente della barca a rischio incendio, quella è senza dubbio il circuito elettrico. Falsi contatti, morsetterie lente, cavi non adeguatamente protetti da umidità e salino, possono infatti dare origini a scintille, dispersioni di corrente e cortocircuiti provocando danni anche gravi e mettendo a repentaglio la vita dell’equipaggio. A riprova di quanto sia pericoloso un circuito elettrico malfunzionante a bordo c’è un recente incidente capitato qualche giorno fa a un armatore nelle acque di Scario, in località Molara, ad appena circa 150 metri dalla costa. Mentre si trovava a bordo di una barca in vetroresina di circa 9 metri con quattro persone a bordo, tra cui un bambino di cinque mesi, ha dovuto confrontarsi con un importante incendio che si è propagato molto velocemente

È accaduto tutto in pochi istanti, qualche minuto prima delle ore 17 mentre la barca si trovava alla fonda in una baia. Lo skipper ha inizialmente provato a spegnere le fiamme con un estintore, ma quando ha visto il fuoco prendere il sopravvento, è stato costretto ad abbandonare la barca. Lui e le quattro persone di equipaggio si sono tuffati in mare e sono stati salvati in extremis da un’imbarcazione vicina accorsa in aiuto.

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Fuoco a bordo

Fuoco a bordo: in tanti a spegnere le fiamme

La macchina dei soccorsi per l’incidente di fuoco a brodo è scattata immediatamente. I primi ad arrivare sul posto sono stati gli uomini della Guardia Costiera di Camerota a bordo del gommone Cp B91 comandati dal luogotenente Sandro Desiderio. Poi nell’ordine sono arrivate le motovedette Cp 556 e Cp 2122, un elicottero dei vigili del fuoco, un gommone della protezione civile del gruppo Lucano di Scario, un battello dell’associazione Cilento Emergenza di Camerota e una barca con motopompa antincendio della società portuale di Camerota. Un dispiegamento di forze enorme, ma giustificato dalla gravità della situazione.

Nonostante i vari tentativi di spegnere l’incendio, a causa del vento le fiamme si sono rapidamente propagate all’intera barca. La capitaneria, diretta a livello provinciale dal capitano di vascello Daniele Di Guardo, ha aperto un’inchiesta per accertare le cause dell’incendio. Secondo una prima ricostruzione a provocare l’incendio sarebbe stato un guasto all’impianto elettrico.

Fuoco a bordo

Controllare sempre cavi, connessioni e strumenti

Per evitare incidenti di fuoco a bordo è sempre necessaria una verifica periodica dello stato di salute del circuito della barca. È importante verificare per esempio la tenuta delle connessioni o aprire gli involucri degli strumenti per controllare che non presentino tracce di ossidazione, ruggine o infiltrazioni d’acqua. Il problema maggiore di un circuito elettrico non perfettamente funzionante è il calore. Cavi di diametro ridotto oppure collegamenti non saldati a dovere o non isolati in modo adeguato possono infatti surriscaldarsi in modo anomalo. Per individuare eventuali anomalie termiche si può procedere con una verifica manuale dopo avere staccato la corrente e sconnesso l’inverter toccando con le dita i terminali degli strumenti e constatando se scaldano troppo. Durante l’ispezione periodica è bene anche verificare la presenza dei fusibili nei vari circuiti e in quei strumenti come la radio, i pannelli solari, i generatori eolici che si collegano direttamente alle batterie di bordo.

Per quanto riguarda gli accumulatori di corrente installati a bordo, quelli di nuova generazione al gel non devono essere rabboccati con acqua distillata e sono in grado di assorbire l’eventuale formazione di gas infiammabili come l’ossigeno e l’idrogeno. Se al contrario a bordo sono presenti batterie di tipo tradizionale è d’obbligo collocarle in luoghi ventilati e verificarne periodicamente lo stato di carica e gli eventuali sbalzi.

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David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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