Come mezzo che ha rivoluzionato la mobilità urbana, il monopattino elettrico ha conquistato ormai anche molti diportisti che lo utilizzano con soddisfazione per muoversi all’interno del porto o dei marina, ma anche per fare semplici passeggiate a terra. Vediamo come sceglierne uno a prova di barca.
Scendere dalla barca ormeggiata in porto per fare due passi, raggiungere il bar per un caffé, cercare un forno, un tabaccaio o una farmacia oppure semplicemente per scorrazzare a terra con i capelli al vento? Muoversi all’interno dei porti o in prossimità dei marina turistici per un diportista è un piacere e una necessità, ma spesso le distanze sono importanti, magari c’è il sole a picco e può essere stancante farlo a piedi. Fino a qualche anno fa la maggior parte dei navigatori approfittava di una bella bicicletta pieghevole che stivava a bordo in un gavone e all’occorrenza risolveva il problema di muoversi a terra al volo e senza stancarsi. Oggi però in tema di mobilità urbana la parola chiave è monopattino elettrico, un mezzo alquanto rivoluzionario, semplice, agile, divertente da condurre, molto versatile, dall’ingombro ridotto e soprattutto ecologico. Ormai nelle grandi città questo mezzo alternativo lanciato negli Usa ha conquistato persone di tutte le età: lo sceglie chi vuole raggiungere velocemente il posto di lavoro, chi ha a cuore la salvaguardia del pianeta, chi vuole evitare il traffico, chi vuole risparmiare sulle corse in taxi, chi vuole girare in totale libertà con un pizzico di stile. In molti approfittano dell’uso in sharing gestendo ogni uscita con un semplice click sul proprio smartphone, altri invece decidono di acquistarlo.
Tra questi ci sono proprio i diportisti che spesso si muovono in cittadine sul mare e borghi marinari dove ancora i monopattini elettrici in sharing non sono molto diffusi, quindi la scelta di un mezzo proprio per girare sulla terraferma in autonomia e libertà è l’unica alternativa. Vediamo allora come scegliere il monopattino giusto da tenere in barca, visto che il mercato offre tantissimi modelli anche molto diversi tra loro.
Come funziona un monopattino elettrico?
I monopattini elettrici sono veicoli a due o tre ruote azionate da un motore elettrico alimentato da una batteria ricaricabile. La batteria viene caricata collegando il caricabatterie a una normale presa di corrente a muro, come quelle che si hanno a casa o in ufficio. Il motore è montato sul telaio del monopattino e riceve la carica elettrica dalle batterie attraverso un sistema di cavi. La potenza del motore viene trasmessa alle ruote, il che le fa girare e permette al monopattino di muoversi La velocità di crociera varia da 12 a 36 km/h e possono viaggiare fino a 30 km e oltre, con una singola ricarica.
Naturalmente, tutto dipende da vari fattori: peso del guidatore, potenza del motore, pressione dei pneumatici, tipo di terreno, etc. I comandi dell’acceleratore/freno sono di solito sul manubrio. La vera forza dei monopattini elettrici è che sono molto semplici nel design, facili da guidare e comodi, inoltre non richiedono, almeno per il momento patente di guida o assicurazione anche se chi li utilizza deve rispettare il codice della strada.
Motore: potenza, trazione e posizione
Il motore elettrico è il cuore del monopattino che fornisce la potenza necessaria per la rotazione delle ruote e dunque per muovere il mezzo. Può essere posizionato nel telaio, per esempio all’interno del tubo che sorregge il manubrio oppure sotto alla pedana, mentre alcuni produttori lo mettono all’interno di una ruota o di entrambe. La posizione del motore è importante perché il suo peso sposta il baricentro del monopattino: se il motore per esempio si trova in alto, vicino al manubrio, il monopattino potrebbe essere meno stabile. Anche la trazione del motore influisce sulla guida e la sicurezza del mezzo: la trazione anteriore può essere meno stabile, soprattutto in condizioni di scarsa aderenza con il terreno, di uno con motore a trazione posteriore. La velocità del monopattino viene gestita da un comando acceleratore posto sul manubrio, dove si trovano anche le leve freno (se presenti) e eventuali dispositivi come display, interruttore luci e avvisatore acustico.
Per quanto riguarda la normativa, il motore del monopattino non deve superare la potenza nominale continua di 500 W. In caso contrario si rischia di incorrere in multe. In ogni caso, 500 W sono più che sufficienti per spostamenti in città, soprattutto se si tratta di terreni pianeggianti e se il peso del conducente non supera gli 80-90 kg.
Batteria, autonomia e ricarica
Non meno importante è la batteria che fornisce l’energia necessaria al motore del monopattino per muovere le ruote. La maggior parte dei monopattini elettrici è alimentata da batterie ricaricabili agli ioni di litio. In genere una batteria dura 2 anni o più, se viene adeguatamente manutenuta e curata. Può ricaricarsi utilizzando l’apposito caricabatterie collegato a una comune presa di corrente. Conviene quindi controllare che le batterie siano rimovibili, in modo tale da permettere una ricarica più facile, senza dover portare l’intero monopattino in casa o in ufficio. Le batterie di solito hanno un tempo di carica di circa 4 o 5 ore e la loro autonomia media si aggira intorno ai 20 km che corrispondono circa a 40 minuti di corsa senza interruzioni. L’autonomia della batteria dipende non solo dalla buona qualità del generatore, ma anche da altri fattori come il peso del pilota, il tipo di strada da percorrere, lo stile di guida e la velocità media di crociera. La dimensione di una batteria standard è di 12 V da 14 Ampere per ora. Un elemento da verificare al momento dell’acquisto è anche la facilità con cui, nel caso la batteria si esaurisse prima di giungere a destinazione, si può utilizzare il monopattino a spinta.
Alcuni modelli di monopattino hanno la possibilità di aggiungere una batteria supplementare che raddoppia l’autonomia del monopattino elettrico. Così come per il motore, anche la posizione della batteria è importante per l’equilibrio del mezzo: se si trova sotto la pedana, il baricentro è in basso e il monopattino più equilibrato; se si trova all’interno del tubo che sorregge il manubrio, il peso del monopattino è in alto e in posizione anteriore, quindi il mezzo è meno stabile, soprattutto sul bagnato. È molto importante anche la manutenzione della batterie e per un corretto uso di carica e scarica è sempre meglio attenersi ai consigli del libretto di istruzioni.
Telaio: materiali e ingombro
Il telaio del monopattino influisce naturalmente sull’agilità del mezzo, le prestazioni e il suo peso. In genere i monopattini elettrici hanno un cosiddetto telaio “step-through”, ossia che può essere guidato con entrambi i piedi sulla pedana. I materiali più comuni sono l’acciaio che è robusto ma anche pesante, l’alluminio che è rigido e più flessibile e infine la fibra di carbonio più leggera e resistente. Alcuni modelli hanno la possibilità di montare un sedile opzionale che permette una guida più comoda e una posizione più rilassata, mentre un fattore che interessa i diportisti è la possibilità di avere un mezzo pieghevole, anche se in generale il monopattino grazie al suo design essenziale è già di per sé poco ingombrante. Per quanto riguarda il peso del telaio si va dai 3-10 kg per i modelli da bambino, ai 20-30 kg per i monopattini da adulti, fino a un massimo di 40 kg per i modelli più performanti.
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Ruote: diametro, manutenzione e comfort
I monopattini elettrici montano tre tipologie di pneumatici:
– Con camera aria. Simili ai normali pneumatici da bici, anche se le dimensioni sono minori, hanno il vantaggio di assorbire le asperità del terreno, riducendo le vibrazioni che arrivano al manubrio e quindi aumentando il comfort di guida. Per questo motivo su un terreno sconnesso consentono una maggiore maneggevolezza e un buon grip, specialmente in caso di maltempo e terreno scivoloso. Il rovescio della medaglia è la maggiore necessità di manutenzione, in quanto sono soggetti a forature e devono essere gonfiati quando hanno una bassa pressione. Quando si fora bisogna rimuovere il copertone e riparare o sostituire la camera d’aria, un lavoro non sempre semplice, così come non sempre è semplice trovare le camere d’aria di ricambio.
– Tubeless. Sono pneumatici che non hanno una camera d’aria interna e quindi ciò che si gonfia è direttamente il pneumatico. In pratica hanno gli stessi vantaggi dei pneumatici con camera d’aria in termini di ammortizzazione, comfort e trazione, mentre anche qui lo svantaggio è che si può forare, ma spesso basta utilizzare l’apposita bomboletta per chiudere il foro e continuare a utilizzare il copertone. Anche la manutenzione è più facile rispetto ai pneumatici con camera d’aria perché nel caso di foratura basta cambiare l’intero pneumatico senza dovere rimuovere e rimettere la camera d’aria.
– Ruote piene. Si tratta di pneumatici di gomma piena, quindi non soggetti a forature. Il problema però è che oltre a un peso maggiore, hanno un grip e un’ammortizzazione molto scarsa. Per questo sono spesso montati su modelli di monopattino dotati di sospensioni.
Per quanto riguarda le dimensioni delle ruote, quelle standard sono 100-110 mm. I modelli che hanno diametri più grandi possono essere anche 200 o 300 mm. Un diametro maggiore permette di raggiungere e mantenere velocità maggiori, avere un equilibrio e un comfort migliori e inoltre un’ammortizzazione più efficace. Ruote grandi, tuttavia, aumentano molto il peso del monopattino. Inoltre, bisogna ricordare i limiti di legge che riguardano la velocità massima che si può raggiungere con il proprio monopattino elettrico.
Freni e sospensioni: il punto dolente
I monopattini elettrici più semplici non montano sospensioni e si affidano per quanto riguarda il comfort alla sola tipologia di ruote. Altri più performanti invece presentano sospensioni che permettono di affrontare dossi, buche, cordoli e tratti in fuoristrada. L’opzione migliore sarebbe avere una sospensione solida sia sulla ruota posteriore che su quella anteriore, ma il prezzo del mezzo naturalmente lievita.
Per quanto riguarda invece i freni, ne esistono quattro tipi:
- Elettrico. Funziona come un freno motore e comporta una distanza di arresto piuttosto elevata.
- A pedale. Detto anche “flex fender”, sfrutta il “parafango” posteriore: spingendolo con il piede contro il copertone si rallenta la ruota posteriore. Anche questo freno non consente uno stop immediato e inoltre ha lo svantaggio di consumare il copertone posteriore.
- A tamburo. È racchiuso all’interno del mozzo della ruota e richiede di solito una manutenzione minore rispetto ad altri tipi di freni. Il vantaggio è che mantiene le prestazioni costanti anche in condizioni di bagnato.
- A disco. Sono in migliori in quanto a capacità d’arresto e sono più leggeri dei freni a tamburo. Si trovano in genere sui monopattini elettrici di fascia alta e ad alte prestazioni. Lo svantaggio è che possono avere prestazioni non costanti sul bagnato.
Prezzo: modelli per tutte le tasche
Il prezzo dei monopattini elettrici varia naturalmente in base a tutte le caratteristiche che abbiamo visto finora. Il mercato offre modelli economici e di bassa qualità anche a 100 euro. In realtà un prezzo adeguato per un modello dignitoso è almeno 300-400 euro, ma più realisticamente intorno agli 800 euro si acquista un mezzo affidabile, robusto, con ottime prestazioni e duraturo.
A fare da vero spartiacque nella scelta, nel caso di un diportista, è la qualità dei materiali, possibilmente compatibili con l’ambiente marino, l’autonomia della batteria e il tipo di utilizzo, visto che per muoversi in porto o nei marina è inutile spendere delle cifre esagerate per un mezzo che si utilizza al massimo per 30-40 minuti al giorno.
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Io ho preso il il segway s2 sia per la cittá ma anche per il lavoro. Ho visto qua che serve un gilet per girare col monopattino di notte – é vero?