Come battezzare la barca? Tutte le unità, secondo una tradizione antica, hanno un proprio nome scelto dall’armatore e impresso sulla poppa o lungo le fiancate. Sulle barche da diporto più lunghe di 10 metri il registro del nome è addirittura obbligatorio e va trascritto su tutti i documenti di bordo.
C’è chi sostiene che tutte le imbarcazioni abbiano un’anima, una voce e un nome. La questione deriva da un’antica credenza dei marinai che, considerando gli scafi al pari di una persona, avevano l’abitudine di battezzare la barca, tanto che un’imbarcazione senza nome era praticamente inconcepibile. Per tale motivo tutte le barche portano, per tradizione, il loro nome impresso sulla fiancata o a poppa. Al di là delle credenze, per un armatore, assegnare un nome alla propria barca è essenziale, sia per ragioni diciamo “sentimentali” che pratiche. Denominare la propria barca è infatti necessario affinché venga identificata in caso di emergenza o per eseguire qualsiasi tipo di procedura: per richiedere via radio l’ormeggio in un porto sconosciuto oppure lanciare un mayday in caso di emergenza.
Vediamo allora come battezzare la propria barca, cosa dice la normativa nautica e consigli pratici su dove collocarlo a bordo.
Battezzare la barca: cosa dice la normativa nautica
Il nome assegnato alla barca è oggetto anche di una normativa specifica. La legge afferma che per i natanti, ossia le imbarcazioni di dimensioni inferiori ai 10 metri ed esenti dall’obbligo di immatricolazione, dunque prive di Licenza di Navigazione, l’assegnazione del nome è facoltativo, anche se, di fatto, praticamente tutte lo possiedono per tradizione. Le imbarcazioni da diporto invece, ossia quelle più lunghe di 10 metri per le quali c’è l’obbligo di immatricolazione, il nome della barca è obbligatorio a livello internazionale e serve a identificare l’unità ovunque si naviga, per cui nella documentazione della barca il nome apparirà sempre insieme alla targa e ai dati dell’armatore.
Per l’assegnazione del nome alla barca occorre presentare la domanda alla Capitaneria di Porto di iscrizione con copia della carta d’identità in corso di validità e licenza di navigazione. Successivamente è necessario effettuare un versamento di 15 euro alla tesoreria provinciale locale, allegando una marca da bollo ed indicando il nome che si vuole attribuire all’imbarcazione, insieme a un’eventuale alternativa nel caso in cui nel compartimento marittimo di appartenenza sia già presente un nome uguale. Il nome della barca viene quindi registrato nei seguenti documenti: estratto del Rid, licenza di navigazione, certificato di navigabilità, certificato di sicurezza, licenza RTF (esercizio radioelettrico) e assicurazione RC.
Come scegliere un nome che vi rappresenta
Scegliere il nome alla propria barca è una questione molto personale e per alcuni armatori equivale più o meno a scegliere il nome per il proprio figlio. Al di là delle preferenze quello che è importante è che sia un nome semplice, non troppo lungo e chiaro, facilmente pronunciabile e comprensibile alla radio per eventuali comunicazioni d’urgenza. È bene sapere inoltre che la tradizione nautica distingue le barche in genere maschile e femminile. Tutte le imbarcazioni appartenenti alla Marina Militare, per esempio, hanno nomi maschili mentre quelle mercantili e da diporto sono femminili.
Per quanto riguarda il tema, le opzioni sono pressoché infinite. C’è chi scava nella propria storia marinara o familiare, chi sceglie un nome romantico o spiritoso. Sempre molto in voga sono i nomi di costellazioni e stelle, quelli della mitologia antica oppure i giochi di parole. L’ideale sarebbe trascrivere su un foglio i nomi che più vi piacciono e ripeterli più volte ad alta voce: ogni tanto nomi che sulla carta sembrano andare bene, una volta pronunciati non hanno lo stesso effetto. Ponetevi come obiettivo finale quello di arrivare a una lista di cinque nomi e provate a giocare con le parole creando diminutivi o associando i nomi con aggettivi particolari, che magari possono creare doppi sensi. Cercate un nome che abbia un significato particolare per voi per non correre il rischio di avere fatto la stessa scelta di altri armatori. Chi non ha molta fantasia può dare un’occhiata alle altre barche, oppure può visitare i siti web specializzati che elencano tantissimi possibili nomi.
Dove collocare il nome della barca a bordo
Una volta assegnato il nome alla vostra barca, non vi rimane che posizionarlo a bordo. In genere i nomi delle barche vengono collocati sullo specchio della poppa, ma non sono rari quegli armatori che lo applicano anche su entrambe le fiancate della barca, nella zona prodiera. In questo caso ricordate che tale spazio, in caso di immatricolazione dell’imbarcazione, deve essere utilizzato per i numeri identificativi. Anche nel caso si scelga lo specchio di poppa è importante non riempire completamente lo spazio, ma lasciare almeno un paio di centimetri intorno al nome per farlo risaltare di più e renderlo più facile da applicare. Per quanto riguarda il carattere e lo stile delle lettere utilizzate, anche questo va scelto con cura. Un grande classico, per esempio, è l’uso del corsivo o italico, un carattere che si adegua perfettamente ai nomi latini o ai modi di dire. Anche il colore dei caratteri ha la sua importanza: in base ai colori della barca, sarebbe bene orientarsi su sfumature a contrasto che esaltano il nome oppure semplicemente concentrarsi sui bordi delle singole lettere. C’è anche chi decide di affidare il lettering a un’azienda professionale o a un’agenzia grafica. Per quanto riguarda i materiali per battezzare la barca, gli adesivi in vinile si adeguano meglio alle barche a motore, mentre l’uso della pittura è più indirizzato alle imbarcazioni più datate.
È buona norma della tradizione marinara infine aggiungere il nome della barca anche ai giubbotti di salvataggio presenti a bordo, ai tappetini di benvenuto, al battello di servizio e naturalmente sulle divise del personale imbarcato, come lo skipper o le hostess.
Leggi anche: Il modo più sicuro per salire dal tender alla barca
Cambiare il nome alla barca, tra superstizioni e normativa
Sul cambio del nome alla propria barca esistono innanzitutto tante leggende e superstizioni marinare, citate peraltro nei grandi romanzi classici dedicate al mare e alla navigazione. Tutto nasce nell’antica Grecia dove, si racconta, tutte le barche erano segnate in un registro di cui il dio Poseidone (o Nettuno), era il proprietario. Cambiare nome significava allora voler ingannare il Dio del mare rovesciandosi addosso la sua collera. Più tardi gli stessi pirati erano soliti cambiare il nome delle loro navi per sfuggire alla legge dopo le loro malefatte. La leggenda della malasorte per il cambio del nome alla nave veniva allora alimentata dalla marina inglese per scoraggiare i filibustieri dal modificare i nomi delle loro navi, diffondendo storie di naufragi ed epiloghi orribili capitati agli equipaggi che navigavano su navi con il nome diverso dall’originale. Si dice inoltre che a sostenere tale credenza erano anche le compagnie di assicurazione per evitare di pagare bonus a quelle navi denunciate come affondate, ma che venivano in realtà usate per scopi criminali con altri nomi.
Al di là di superstizioni e credenze su come battezzare la barca, il nome delle barche può essere cambiato e anche molto facilmente. L’operazione a livello normativo riguarda le sole barche immatricolate, mentre sui natanti il nome può essere cambiato quando e come si vuole senza nessuna procedura particolare. Per cambiare il nome alla propria barca è necessario fare domanda alla Capitaneria di Porto, allegando CDI, licenza di navigazione e un versamento di 15 euro alla tesoreria provinciale. A meno che il nome sia offensivo o già utilizzato da qualcuno nella stessa provincia il cambiamento potrà essere effettuato con successo. Molti armatori, per rispettare la superstizione marinara, decidono di aggiungere semplicemente una nuova parola o creare una parola composta con il nome precedente della barca. È consigliato in caso di acquisto di una barca usata, effettuare battezzare nuovamente la barca e modificare il nome subito dopo il passaggio di proprietà e registrare immediatamente la variazione anche sulla licenza di navigazione.