Il trasferimento di persone e attrezzature dal tender alla barca può essere un’operazione tutt’altro che facile, soprattutto in caso di mare agitato e vento forte. Non mancano casi di incidenti in cui si è verificata la caduta accidentale di gente in acqua con conseguenze anche gravi. Ecco qualche suggerimento per evitare brutte sorprese e procedere in sicurezza.
Il più grande rischio di uomo a mare che corriamo a bordo è il trasferimento maldestro dal tender alla barca, un’operazione che se non si prendono le dovute cautele, può essere molto rischiosa, soprattutto in caso di risacca e vento forte. Su internet è pieno di video di persone che cadono in acqua proprio in questa situazione che può finire con qualche sorso d’acqua salata inghiottita e una bella risata nel migliore dei casi, ma anche con conseguenze più critiche, come fratture, lesioni di vario tipo e annegamento.
Può accadere di finire fuoribordo infatti ad armatori solitari oppure che navigano con equipaggio ridotto o con ospiti che non hanno nozioni marinaresche, ma può capitare a bambini, persone anziane o con difficoltà motorie, così come ad animali domestici che non possono tenersi in caso di perdita di equilibrio. In questo articolo cerchiamo di affrontare le principali situazioni critiche che comporta il trasferimento di persone o equipaggiamento dal tender alla barca con una serie di suggerimenti per procedere in sicurezza ed evitare incidenti.
Il vero problema è l’instabilità del tender
Nel 2016 la Royal National Lifeboat Institution (RNLI), un’associazione inglese di volontari per la sicurezza in mare, ha registrato in Inghilterra 71 incidenti di questo tipo, in tre dei quali le vittime sono morte affogate. Nella maggior parte dei casi le persone coinvolte non indossavano il giubbotto di salvataggio perché non volevano portarlo in giro mentre erano a terra e temevano che sarebbe stato rubato se lasciato sul tender.
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Perché il trasferimento dal tender alla barca è così pericoloso? Il cuore del problema è l’instabilità del gommone. Per essere stabile un battello pneumatico deve avere una distribuzione uniforme dei pesi a bordo e un basso baricentro. Quando ci spostiamo su un tender per salire a bordo di uno yacht e magari portiamo delle borse o delle attrezzature rompiamo questo equilibrio: la parte dove appoggiamo il peso si abbassa e quella libera inevitabilmente si alza sbilanciando il natante.
Basta un passo falso e la caduta in acqua è in agguato
Un ulteriore problema è il fatto quando si tenta di salire su una barca inevitabilmente si allontana con i piedi il dinghy da quest’ultima aumentando la precarietà del nostro equilibrio. I battelli pneumatici sono particolarmente adatti allo scivolamento in acqua grazie alla galleggiabilità dei tubolari e alla carena pressoché piatta, due elementi però che non possono opporre resistenza al movimento laterale del tender quando si sale su un’altra unità.
Salire di fianco alla barca: occhio all’altezza degli appigli
Vogliamo salire di fianco alla barca? Quello che ci serve è una porzione di bordo libero che offra il massimo degli appigli. Candelieri e battagliole non sono tientibene ideali in questo caso perché sono troppo bassi quando si arriva al livello della coperta, anche se crediamo possano sopportare la leva che eserciteremo quando ci isseremo sul ponte. Abbiamo bisogno di un appiglio al di sopra del nostro baricentro che in generale per una persona è appena sopra i fianchi. Molto più sicuro allora è affidarsi alle sartie che essendo lunghe possono adattarsi a prese efficaci da parte di tutti.
Sempre salendo di lato dal tender alla barca si possono sfruttare anche le apposite porte di sicurezza che interrompono la battagliola. In questo caso infatti quando si arriva al livello del ponte si può appoggiarsi sulle ginocchia e aggrapparsi ai telai in acciaio inossidabile posizionati su entrambi i lati prima di salire definitivamente a bordo. Di solito queste porte sulla battagliola si trovano a dritta o a sinistra dell’imbarcazione tra il pozzetto e le sartie e in genere offrono abbastanza spazio sui passavanti per salire agevolmente e poggiare buste della spesa, cassette di frutta e verdura, casse d’acqua e attrezzature varie. Per agevolare la salita lungo la paratia infine si possono montare apposite scalette oppure speciali parabordi a forma di scalino.
Imbarcare dal tender a poppa: ecco come fare
Molti modelli di cabinati a vela e a motore moderni hanno lo specchio di poppa che si abbassa. In caso di mare calmo e vento leggero può essere una buona opzione per salire a bordo dal tender anche se possono esserci dei contrattempi. In certi modelli infatti questa apertura è mobile e a comando idraulico, quindi va sbloccata, azionata e abbassata. Dove il movimento è meccanico si può provare ad azionarlo da bordo del tender armeggiando con i bulloni di fissaggio e assicurandoci che il tender sia fuori mano quando la piattaforma si abbassa. Ma perché renderci la vita difficile? È molto più facile salire a bordo a lato della, abbassare lo specchio di poppa e poi portare il tender a poppa e sbarcare equipaggio e attrezzature. Se il vostro yacht è dotato della cosiddetta spiaggetta di poppa, in genere utilizzata per fare il bagno e tornare a bordo, anche questa può essere sfruttata per le operazioni di sbarco dal tender, visto che sullo stesso specchio di poppa non manca di solito l’apposita scaletta telescopica e altri appigli per agevolare l’operazione.
In entrambi i casi è buona regola utilizzare una cima del tender per dare volta a una galloccia della barca e assicurarci il natante per evitare che questo si allontani quando si sbarca. In generale le barche più vecchie con i loro design più slanciato e l’assenza di spiaggette possono offrire imbarchi di poppa meno favorevoli rispetto alle barche moderne, ma il loro bordo libero basso compensa le difficoltà.
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