La barca e la vita in mare potrebbero essere un presidio sicuro dove passare qualche settimana di vacanza durante la stagione estiva, a patto di prendere le dovute cautele, rispettare le norme sanitarie e scegliere società di noleggio informate e responsabili.
Tutti ormai sappiamo che dovremo convivere con il Coronavirus anche nei prossimi mesi, almeno fino a quando non verrà scoperto un vaccino o una valida cura che ci aiuti a contrastarlo. Nel frattempo adottando comportamenti responsabili e consapevoli, potremo riprendere alcune delle nostre normali attività. Nelle settimane a venire le autorità competenti definiranno tempi e modi che regoleranno la graduale ripresa delle attività lavorative e della nostra vita sociale e tutti noi potremo ricominciare a pensare a come trascorrere un bel periodo di vacanza in tutta sicurezza. La barca, a proposito di turismo, potrebbe essere un luogo sicuro dove passare qualche settimana durante la stagione estiva, a patto di prendere le dovute cautele, ma è soprattutto il mare a garantirci il necessario isolamento sociale, oltre a rafforzare il nostro sistema immunitario con l’assorbimento di oligo-elementi e sali minerali. Durante la navigazione le barche in genere sono molto distanti e quando si cala l’ancora in rada per fare il bagno o per passare la notte ci sono sempre molti metri tra un’imbarcazione e l’altra, anche per evitare che le ancore possano incastrarsi tra loro. E la terraferma inoltre disterà sempre non meno di 200 metri.
Detto questo, anche se rappresentanoun’alternativa potenzialmente praticabile, le vacanze in barca quest’anno saranno in ogni caso un’incognita per tutti, da valutare sempre con molta attenzione, organizzandosi al meglio e seguendo le disposizioni normative, il proprio buon senso e assumendo un atteggiamento responsabile.
Mobilità sociale e ingresso nei porti
Il turismo nautico potrà ripartire solo quando verrà meno il blocco alla mobilità delle persone e sarà loro permesso di spostarsi dalla propria residenza al porto. Eliminato questo problema, l’altra questione da risolvere sarà quella di fare entrare in sicurezza le persone all’interno di porti e marina turistici che al momento attuale rappresentano una delle aree ritenute a maggior rischio di contaminazione durante le vacanze in barca. A questo proposito regioni, società di charter e autorità portuali dovrebbero lavorare in sinergia per definire procedure in grado di abbassare il livello di rischio dei porti.
Alcune soluzioni per affrontare la Fase 2 in questo campo sono già state definite. Un primo passo è quello di riconfigurare i porti e identificare le banchine ad accesso riservato per le imbarcazioni da diporto e in grado di completare le operazioni di sanificazione delle barche, il controllo sanitario dei passeggeri e l’imbarco-sbarco degli stessi. Vanno sicuramente riviste anche le modalità di ingresso considerando giorni diversi per gli imbarchi. Servono dunque regole chiare e puntuali accompagnate dalla convinzione che i porti non possono essere equiparati agli stabilimenti balneari.
Come cambierà il charter? Ripresa e prenotazioni
Il modo di fare charter, quest’anno, dovrà adeguarsi necessariamente alla situazione e non potrà per esempio prevedere il classico schema della flottiglia e probabilmente neppure lo skipper, perché saranno ammessi solo equipaggi singoli, famiglie o ristretti gruppi di amici. Difficile al momento dire come riprenderà il flusso delle prenotazioni di vacanze in barca. Anche in questo caso servono linee guida chiare e condivise. Probabilmente la vera ripresa avverrà in agosto e privilegerà le imbarcazioni più piccole per gestire più agevolmente gli ingressi e le soste in porto. Quanto alle modalità di booking, prevarrà un modello così configurato: un acconto del 15-20 per cento al momento della prenotazione e il saldo all’imbarco in assenza di restrizioni. Se poi il pacchetto prenotato viene cancellato dalle misure anti Covid-19, gli operatori forniranno un voucher per l’intero importo versato da spendere per esempio entro 18 mesi e solo in alcuni casi sarà previsto il rimborso completo della quota.
Ogni società di charter che propone vacanze in barca dovrà essere informata sulle linee guida da seguire e obbligata a rispettare le disposizioni in materia di prevenzione e contenimento e sarà tenuta a dichiararlo anche per iscritto. Lo skipper sarà tenuto a prendere nota dei dati personali degli imbarcati, assieme alle relative autocertificazioni pre-imbarco, oltre che a tenere traccia di chi è sbarcato, quando e dove è stato. Documenti questi che potrebbero essere richiesti dalle autorità durante i controlli, anche in mare. Il consiglio per tutti è di informarsi su queste regole e verificare che tutto sia chiaro prima della prenotazione.
Trasferimenti, test e autocertificazione
Per quanto riguarda i trasferimenti dal proprio domicilio al porto di imbarco, se nei prossimi mesi non ci saranno restrizioni di spostamento tra una regione e l’altra, indubbiamente il mezzo privilegiato sarà l’auto. Traghetti, aerei e treni al momento non sono un mezzo considerabile per spostarsi in sicurezza.
Prima di noleggiare una vacanza in barca sarà bene eseguire i test necessari per dichiarare la propria negatività al contagio. I tamponi e i test sierologici in autodiagnosi non sono ancora disponibili ovunque, ma gli organi ufficiali di informazione, come per esempio il sito del Ministero della salute, il proprio medico, le ASL o le farmacie, potranno indicare come e dove farli. Alcune aziende peraltro lo propongono gratuitamente ai propri dipendenti. Il risultato del test dovrà poi essere dichiarato in un’autocertificazione al momento dell’imbarco e comunque andrà tenuto a portata di mano a ogni eventuale controllo, in mare come a terra. Si ricorda a questo proposito che le dichiarazioni false oltre che un danno per voi stessi e le persone con le quali vi trovate, sono un grave reato penale perseguibile dalla legge, anche con una reclusione fino a 6 anni di carcere.
Distanziamento e layout della barca
La barca può essere è assimilabile a una casa vacanza circondata dal mare. Va da sé dunque che il distanziamento sociale a bordo è condizione naturale, anche e soprattutto se ci si ferma all’ancora in una rada o in un porto, dove la distanza minima tra una barca e l’altra rispetta la prima regola del metro di distanza. Quel che andrà tenuto bene in considerazione sarà il contatto con le altre persone durante le discese a terra. Per quanto riguarda la formazione degli equipaggi, i conviventi che hanno trascorso la propria quarantena in casa, sono da ritenersi il caso più facile da accettare. Diverso invece se il gruppo è eterogeneo, per il quale è ancora più importante un test di verifica.
La prima valutazione da fare sarà quindi la tipologia di gruppo e il numero di cabine con relativi wc, in modo che chi non è parte dello stesso nucleo familiare possa dormire in cabine separate e utilizzare il proprio bagno. Una famiglia non avrà questo problema, ma se a bordo è presente uno skipper esterno, quest’ultimo dovrà avere necessariamente la sua cabina e utilizzare un bagno diverso. In quadrato non sarà possibile dormire. Queste restrizioni comportano quindi una scelta del layout della barca adeguato.
Dispositivi personali di sicurezza e buone abitudini
Mascherine, guanti e gel igienizzanti dovranno essere presenti a sufficienza per ogni membro dell’equipaggio e per tutta la durata della permanenza a bordo. Ricordiamo che questi effetti personali a ogni uso, andrebbero riposti in un sacchetto sigillato e separato dal resto per poi essere accuratamente gettati in maniera differenziata per non inquinare i nostri mari. Mascherina e guanti andranno indossati soprattutto quando si entra in contatto con persone al di fuori del proprio equipaggio e sempre nelle soste a terra, mantenendo il solito distanziamento di almeno 1 metro.
Dopo che la barca è stata pulita e igienizzata per accogliere gli ospiti, ogni borsa e zaino che sale a bordo per l’imbarco dovranno essere puliti e igienizzati adeguatamente. Le operazioni per rifornire la cambusa di bordo dovranno rispettare la stessa procedura, mantenendo costante e periodico il controllo dell’igiene di ogni oggetto d’uso comune, come le stoviglie, le pentole, i ripiani, i tavoli, le sedute e ogni area in comune. Per la pulizia di luoghi e superfici saranno sufficienti i classici prodotti per la pulizia a base di alcool o cloro, come per esempio la candeggina. Scarpe o ciabatte usate a bordo non dovranno essere in alcun modo quelle che si usano a terra o comunque andranno igienizzate prima di rientrare in barca. Ogni volta che in porto si scenderà a terra per utilizzare le colonnine elettriche, le manichette dell’acqua, i carrelli o la spazzatura, dovrà essere fatto uso di guanti e possibilmente non a piedi nudi. I locali comuni presenti nelle marine, così come i supermercati e i negozi, rispetteranno le regole di distanziamento adottate in ogni luogo pubblico, per cui probabilmente ci saranno maggiori file da fare.
Le destinazioni più gettonate
Per quanto riguarda infine le destinazioni delle nostre vacanze in barca secondo i primi dati turistici quest’anno verranno privilegiate le coste di Toscana, Liguria, Sicilia e Sardegna e tutti i porti raggiungibili con mezzi propri. Ad oggi persiste l’incognita sulla disponibilità di voli e traghetti per raggiungere le isole che inciderà sicuramente sulla scelta di chi sta pensando all’idea di viaggiare per mare questa estate. Quel che è certo è che il turismo nautico in questa estate 2020 per l’Italia non sarà fuori i confini nazionali, con eccezione di Grecia e Croazia. L’eventuale apertura delle frontiere secondo gli operatori del sottore non convincerà i diportisti a spostarsi in aereo, mentre saranno privilegiati gli spostamenti verso i porti con mezzi propri.
Le zone del Sud Italia o le isole, all’interno della mappa del contagio, costituiscono una scelta più strategica, ma le regole da rispettare varranno per tutti e ogni regione detterà le relative sue disposizioni in merito. Il consiglio in ogni caso è di informarsi prima di partire presso gli organi competenti, come per esempio le capitanerie o i compartimenti marittimi per conoscere anche le disponibilità di posti in porto o dei campi boe.