Dallo scorso 23 marzo il Canale di Suez è bloccato dalla portacontainer Ever Given, una nave di 400 metri che in seguito a una raffica di vento si è traversata sbarrando il passaggio. Tutto il traffico marittimo di questo strategico passaggio per il momento è sospeso, mentre specialisti di tutto il mondo cercano di liberare la nave.
Attraversare il Canale di Suez è sempre un’operazione delicata, soprattutto per una grande nave. È bastata infatti una raffica di vento particolarmente poderosa per incagliare all’interno del passaggio la Ever Given, una portacontainer della compagnia Evergreen Marine Corp, lunga 400 metri, larga 59 e con una stazza di oltre 200mila tonnellate. L’incidente è avvenuto martedì 23 marzo verso le ore 7,40 locali mentre la nave, partita dalla Cina e diretta a Rotterdam (Paesi Bassi), stava completando la traversata del famoso canale egiziano.
Un’improvvisa raffica di vento è riuscita a mettere di traverso questo gigante del mare che con la sua mole ha occupato tutta la larghezza del Canale bloccando tutto il traffico marittimo in entrata e in uscita dal canale. Nell’incidente per fortuna non ci sono stati feriti e non sono stati persi container e carburante.
Un grosso ingorgo di 150 navi aspettano di passare
Immediatamente sono arrivati sul posto diversi potenti rimorchiatori che hanno cercato di trascinare la Ever Given per raddrizzarla, senza successo, ed escavatori che stanno ancora cercando di liberare la prua dalla sabbia. Da quando la Ever Given si è bloccata si è formato un grosso ingorgo di navi che avrebbero dovuto attraversare il Canale, e che ora sono ferme: sono circa 150 e stanno aspettando che si liberi il passaggio. Alcune di queste, nella parte a Sud della nave, sono state fatte tornare nel porto di Suez. Le conseguenze economiche del blocco del Canale di Suez riguardano innanzitutto i beni che ogni giorno vengono importati ed esportati tra Europa e Asia su queste navi, ma anche il prezzo del petrolio.
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Un passaggio strategico per il traffico marittimo mondiale
Costruito nel 1869, il Canale di Suez è infatti uno dei principali collegamenti tra l’Europa e l’Asia, poiché connette il Mar Mediterraneo con il Mar Rosso, consentendo rotte marittime che altrimenti impiegherebbero molti più giorni a circumnavigare l’Africa. È lungo 190 km e largo 205 metri, con una profondità massima di 24 metri. Ogni giorno il 30 per cento del traffico mondiale di navi portacontainer passa dal Canale, che garantisce in generale quasi il 7 per cento del traffico mercantile mondiale. Il suo blocco a causa dell’incagliamento della Ever Given sta avendo importanti ripercussioni sui mercati finanziari, in particolare sul prezzo del petrolio. Il problema principale al momento è che non si sa con certezza quando il passaggio verrà liberato e secondo alcuni specialisti potrebbero volerci diversi giorni, se non addirittura settimane.
Tra le società che si stanno occupando del rimorchio della nave c’è la SMIT Salvage, una società di proprietà dell’olandese Royal Boskalis Westminster, che tra le altre cose aveva partecipato al rimorchio della Costa Concordia, la nave da crociera italiana naufragata al largo dell’Isola del Giglio il 13 gennaio del 2012.
Tra le soluzioni quella di svuotare la nave
Molto probabilmente si dovrà alleggerire il peso della nave per liberare il Canale di Suez. Per prima cosa verranno tolti l’acqua di zavorra, che serve a mantenere la stabilità dello scafo, e il carburante. Ma se questo non dovesse bastare si dovrà procedere a togliere parte dei 20mila container che la nave trasporta: questa è la peggiore delle ipotesi perché, secondo gli esperti di logistica, potrebbe richiedere anche diverse settimane, a seconda del numero di mezzi che verranno utilizzati per l’operazione, in particolare elicotteri.
Nelle ultime ore le draghe hanno ripulito la sabbia e il fango intorno alla gigantesca imbarcazione, mentre diversi rimorchiatori stanno tentando di spostare ulteriormente la nave, già adagiata lungo una sponda del Canale. Gli scavatori portati sulla riva, infine, si stanno adoperando per liberare la sezione di prua. Anche il maltempo, dalla tempesta di sabbia che si è abbattuta nella regione e che ha causato l’incidente alla bassa marea delle ultime ore, non hanno favorito una rapida soluzione al problema.