Houseboat, perché in Italia il fenomeno non decolla?

Diffuse in tanti paesi Europei come la Francia e l’Olanda, ma anche negli Usa e ai Caraibi, da qualche anno le houseboat sono arrivate anche in Italia come forma di turismo nautico, ma il fenomeno stenta ad affermarsi. Analizziamo le ragioni di chi le propone e chi le boicotta.

Houseboat, genialata o idea flop? Chi è che non sogna una casa sul mare dove ti svegli la mattina con il rumore della risacca, il suono dei gabbiani e il romantico tintinnio delle sartie delle barche che sbattono al vento? Ecco, chi ha la barca gode praticamente di una casa galleggiante perennemente sull’acqua e pronta a spostarsi viaggiando di porto in porto ed esplorare le coste. Ma per coloro che non sono armatori, non navigano e non passano le proprie vacanze a bordo di barche a vela o a motore è possibile coronare il sogno di una casa fronte mare?

Assolutamente sì. Mai sentito parlare delle houseboat? Si tratta di case galleggianti progettate per essere usata principalmente come abitazioni sull’acqua, attraccate in banchina e stazionate a un punto fisso a riva. Molte sono dotate di propulsione a motore e sono anche in grado di navigare. Le houseboat non sono una novità: lungo i canali e i fiumi di Paesi europei come la Francia, l’Olanda e l’Inghilterra, per non parlare della Scandinavia, le houseboat sono diffuse da diversi decenni e in alcuni casi formano dei veri e propri quartieri urbani completamente galleggianti. Anche negli Stati Uniti le houseboat fanno parte del paesaggio in città come Miami o San Francisco e non mancano anche nelle isole dei Caraibi.

Houseboat

L’ultimo progetto di houseboat in Sardegna

Anche in Italia ormai da qualche anno vengono sperimentate le houseboat in chiave turistica e alloggiativa con più o meno successo. Destinazione ideale è per esempio la laguna veneta dove esistono dagli Anni 90, ma ultimamente sono state collocate anche nel Marina di Rimini, così come a Roma lungo il fiume Tevere. L’ultimo progetto di houseboat all’italiana concepite come albergo nautico diffuso è stato inserito nel porto di Su Siccu vicino Cagliari. Per il momento sono solo poche unità che offrono un alloggio alternativo a contatto con l’acqua, a pochi metri dal centro della città. Ma in Sardegna c’è chi prevede che le houseboat possano raddoppiare il numero di posti letto disponibili sull’isola nel giro di qualche anno, tanto che gli albergatori sono preoccupati che il fenomeno possa ridurre il loro giro di affari.

I nemici delle houseboat: resort e gli stessi diportisti

Il fenomeno delle houseboat in Italia tuttavia ha tra i propri nemici non solo i proprietari di hotel e resort. Gli stessi diportisti e i puristi della barca non guardano di buon occhio queste case galleggianti che di nautico a loro dire hanno ben poco e possono avvicinare al mare un turismo di massa, modaiolo, chiassoso e poco sensibile alla salvaguardia dell’ambiente. Gli stessi diportisti poi guardano alle houseboat come mera concorrenza visto che non sono pochi quelli che nei periodi di bassa e media stagione ricorrono al noleggio occasionale della propria barca nei porti per aperitivi, cene e serate romantiche.

Per qualcuno l’impatto visivo delle houseboat è addirittura aberrante e oltre ad occludere totalmente la linea d’orizzonte trasformerebbe i porti in una sorta di baraccopoli, facendo perdere il fascino che hanno tanti marina turistici.

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Una forma di turismo nautico alternativo, purché “green”

C’è però anche chi apprezza le houseboat e ritiene che anzi l’Italia con i suoi migliaia di chilometri di coste, canali e lagune potrebbe favorire l’utilizzo diffuso di queste case galleggianti che potrebbero riqualificare il territorio, sfruttare tratti di demanio abbandonati, offrire una vacanza alternativa a basso costo e a contatto con la natura e soprattutto rimpinguare le casse di un turismo nautico che anche con la crisi da Covid non accenna a diminuire, anzi.

Quanto costa il noleggio di una houseboat?

Ma quanto costa soggiornare in Italia in una houseboat? I prezzi variano naturalmente in base al modello di unità, allo spazio abitativo in metri quadrati, la stagione e l’ubicazione. Il prezzo può variare molto anche in relazione all’età della houseboat: tanto più la casa galleggiante è recente e moderna, tanto più è costosa. Generalmente le houseboat più moderne sono anche quelle più ricche di ausili tecnologici, di sicurezza, di facilitazione alla guida e infine di comfort. I diversi modelli di houseboat possono infatti differire molto per comfort e tecnologia installata a bordo: propulsione a motore, 1 o 2 eliche di spinta laterale per semplificare le manovre, aria condizionata, sistemi di monitoraggio di sicurezza o del fondale, generatore di corrente per rendere l’unità autonoma anche fuori dai porti, sono solo alcuni ausili che influenzano il prezzo del noleggio.

In linea di massima per una houseboat recente, super accessoriata e in una location piacevole la tariffa varia da 1.000-1500 in bassa stagione ai 3.500-5.000 in alta stagione.

House boat: servono leggi giuste e cultura nautica

Insomma il fenomeno delle houseboat anche nel nostro Paese potrebbe avere grandi potenzialità economiche. Occorre però dargli valenza e assicurare servizi adeguati ai turisti che decidono di trascorrere le vacanze a bordo di queste case galleggianti, creare una normativa di riferimento specifica, equa e che tenga conto della tutela del mare e dell’ambiente. Sarebbe per esempio opportuno prevedere in queste unità nautiche la presenza obbligatoria dei serbatoi di raccolta delle acque nere in ogni servizio igienico con adeguate strutture di collegamento per lo scarico nei serbatoi dei porti turistici.

L’idea di passare qualche giorno sul mare, magari in un porticciolo o in un marina, dove godersi la tranquillità e il panorama fatto di mare e alberi di barche a vela certamente stuzzica molti, ma come per tutte le cose che hanno a che fare con la nautica anche per il diffondersi delle houseboat serve consapevolezza ambientale, senso civico e quella cultura del mare che in Italia, chissà perché, stenta sempre a maturare appieno.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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