Tutti vorremmo una vita scalza, spettinata e abbronzata come lei

Nel libro “Scalza, spettinata e abbronzata” Raffaella Marozzini, mediatore marittimo di Roma, racconta di come qualche anno fa ha mollato tutto per viaggiare in barca a vela visitando le spiagge e le isole più belle del mondo.

In fondo, a un certo punto della vita, lo abbiamo sognato po’ tutti: mollare la scrivania, i capi, i colleghi, il traffico, lo stress e partire, andarsene in giro per il mondo, in fuga da ritmi sempre più asfissianti, da una società piena zeppa di beni di consumo e povera di umanità.

C’è chi ci è riuscito davvero sul mezzo che probabilmente più di tutti sa di libertà, una barca a vela. Si tratta di Raffaella Marozzini, romana e neocinquantenne, che descrive la sua esperienza del giro del mondo a vela nel libro “Scalza, spettinata, abbronzata. Il giro del mondo su Obiwan” (Editore Giulio Perrone, 280 pagine, 18 euro). Sotto forma di diario di bordo, l’autrice racconta i suoi cinque anni di navigazione con il suo compagno Giovanni, dalla Grecia alla Colombia, da Panama alla Polinesia Francese, a bordo di “Obiwan”, un Etap 39s, una barca a vela di circa 12 metri per 3,85 di larghezza che era stata comprata per crociere estive e regate di circolo in inverno.

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La vita in barca non è da supereroi

Vivere a contatto con il mare, era fin dall’adolescenza l’obiettivo di Raffaella che nella vita è un agente marittimo nella ditta di famiglia. La sua svolta esistenziale la racconta così: “In sei mesi ho lasciato il lavoro in ufficio, ho svuotato e dato in affitto la mia casa, venduto macchina e scooter e mi sono trasferita a bordo da Giovanni, insegnante di yoga, che già ci viveva per più di metà dell’anno”. Dopodiché sono partiti per questo grande viaggio. “Quando abbiamo deciso di compiere il giro del mondo – racconta Raffaella – ci sentivamo fighi, pensavamo di fare qualcosa di unico, ma ci siamo resi presto conto che le persone che affrontano questa scelta di vita sono tante e non è neanche un’impresa da supereroi: la maggior parte degli equipaggi è formata da coppie di coniugi anche parecchio avanti negli anni”.

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L’esperienza più intensa: gli incontri con le persone

Il libro è dedicato a velisti, appassionati di viaggi e a tutti quelli che sognano ad occhi aperti. È nato quasi come terapia letteraria all’astinenza da mare, scoppiata quando il Covid ha interrotto il viaggio di Raffaella e Giovanni, a metà del loro giro del mondo: “A gennaio 2020 – spiega Raffaella – avevamo portato la barca a terra in Australia; poi eravamo andati prima a Roma a visitare i parenti e quindi in Nuova Zelanda”. Erano lì quando i confini si sono chiusi, rendendo impossibile raggiungere l’Australia e rimettere a mare la barca: “Siamo rimasti bloccati per sei mesi in Nuova Zelanda; e una volta a corto di soldi abbiamo deciso di tornare in Italia”.

Raffaella e Giovanni hanno così percorso circa 15.000 miglia tra due oceani, atolli, delfini, mareggiate e incontri che nutrono l’anima. “Quello che più colpisce – spiega – sono proprio gli incontri con gli altri equipaggi; così come con le popolazioni locali che ci sono rimasti impressi e scolpiti nel cuore come e più forse dei posti meravigliosi che abbiamo visitato”. Il suo libro è una splendida testimonianza di come in qualunque momento, con un po’ di coraggio si possano assecondare i propri sogni. E vivere una vita finalmente scalza, spettinata e abbronzata.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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