Sistemi personali Ais Mob, ecco perché imbarcarli

I localizzatori personali che trasmettono la posizione con il sistema di identificazione automatica si stanno rivelando gli strumenti migliori per recuperare subito un naufrago e possono essere complementari alle tradizionali radio boe satellitari. Ecco come funzionano e perché vale la pena portarli a bordo.

Negli ultimi anni i localizzatori personale Ais si stanno affermando come uno degli strumenti più efficaci per individuare rapidamente e senza complicazioni una persona caduta fuoribordo. Sono diventati famosi grazie al loro impiego da parte degli equipaggi impegnati nelle celebri regate intorno al mondo e dal 2018 tale sistema personale di emergenza è ufficialmente obbligatorio anche tra le dotazioni di sicurezza previste dall’Offshore Special Regulations, ossia il sistema di regole internazionali di sicurezza per le regate di categoria A2 (prima lo era solo per quelle di categoria A1), come per esempio la Middle Sea Race.

Cosa sono esattamente i dispositivi personali Ais Mob e in cosa si differenziano dai Plb (personal locator beacon), ossia le boette personali satellitari di emergenza? Vediamolo in questa guida.

Ais Mob naufrago

Un segnale di allarme alle navi circostanti

Il localizzatore Ais è un cosiddetto “mob device”, ossia un piccolo dispositivo ideato per agevolare il ritrovamento di una persona caduta accidentalmente in mare che si serve del sistema di indentificazione automatica Ais utilizzato per tracciare il traffico navale al fine di evitare le collisioni in mare. Una volta attivato, il localizzatore Ais trasmette per almeno 24 ore un segnale radio di allarme sulla banda Vhf (canale 87b e 88b) che può essere visualizzato da tutte le navi che si trovano in un raggio di 4-7 miglia dotate di un ricevitore compatibile con la stessa tecnologia. Tale allarme può essere intercettato con un ricevitore AIS specifico, ma anche dallo stesso chartplotter della barca, o da un personal computer, dallo schermo digitale di una radio Vhf o di un tablet, se predisposti.

Per essere efficace il localizzatore Ais deve essere utilizzato in combinazione con uno strumento in grado di ricevere il suo segnale. Arrivato l’allarme, il ricevitore attiva un segnale sonoro e visualizza sullo schermo un’icona con un cerchio rosso con una X  al centro con le coordinate del dispositivo e il codice internazionale Mmsi, un’indicazione preziosa per recuperare al più presto un naufrago anche in condizioni di mare mosso, di scarsa visibilità e di notte.

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Per chi desidera semplificare la strumentazione sul cruscotto, gli apparati Vhf con Ais integrato sono una soluzione decisamente pratica e funzionale

Come ricevere il segnale Ais del dispositivo personale

È bene ricordare, quanto alla ricezione, che nei nuovi modelli di chart plotter e radio Vhf talvolta è incorporato anche il software per ricevere i segnali Ais. In caso diverso si può installare facilmente bordo con poca spesa (tra i 100 e i 300 euro) un ricevitore dedicato da collegare al plotter o al pc e utilizzabile anche con software tipo OpenPC o app per tablet. I modelli più evoluti consentono collegamenti wi-fi. Ogni ricevitore Ais ha inoltre bisogno di un antenna Vhf per funzionare e la sua corretta installazione è fondamentale per le prestazioni dello strumento. Si può usare un antenna specifica o quella della radio Vhf applicando uno splitter per separare il segnale di ingresso. In quest’ultimo caso si evita di passare altri cavi nell’albero, ma bisogna scegliere uno splitter di ultima generazione, anche amplificato, che non divida tra i due apparecchi la potenza del segnale ricevuto abbassandone il rendimento e che non ne oscuri uno strumento quando l’altro è in funzione.

L’uso di un antenna dedicata invece, a fronte di un’installazione più laboriosa, permette potenzialmente di usare entrambi gli strumenti (Ais e radio Vhf) senza interferenze e soprattutto di avere un’antenna di riserva in caso di guasto. Potenzialmente significa che le due antenne per non disturbarsi dovrebbero essere su differenti livelli e distanti tra loro almeno 3 metri sul piano orizzontale e 2 metri da quello verticale, non semplice su una barca a vela. Anche il cavo di connessione deve essere adeguato, di tipo coassiale con parametri uguali o migliori dello standard RG214.

Attivazione ais mob

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Le differenze con le radio boe satellitari

Una caratteristica molto importante infatti è che il ricevitore segue costantemente lo spostamento del localizzatore e anche se il segnale viene perso la posizione originaria del naufrago resta memorizzata. I vantaggi di questo strumento sono legati al fatto che è facile da interpretare sullo schermo più di un radar ed è più preciso della funzione Mob attivabile su un chart plotter che fissa la posizione in cui cade la persona in acqua, ma senza seguire lo scarroccio del naufrago dovuto all’eventuale azione del vento e delle onde.

Diversamente da un pur più potente Plb, la radio boa satellitare personale è in grado di attivare subito il complesso sistema di allerta e soccorso internazionale e consente poi interventi immediati da parte del proprio equipaggio. Il segnale di allarme dell’ Ais inoltre è trasmesso anche a tutte le navi munite di analogo ricevitore nel raggio di 4 o 7 miglia, il che aumenta le possibilità di essere recuperati se i propri compagni non sono in condizione o in grado di farlo. I localizzatori Ais sono di piccole dimensioni, funzionano a batteria, hanno un Gps interno per ricavare la posizione e la possibilità di inserire il codice Mmsi, ossia il numero di identificazione internazionale costituito da 9 cifre con il quale devono essere programmati.

Ais mob

I limiti dell’Ais Mob

Tutti i codici Mmsi di questi localizzatori iniziano con la sequenza “972” che è quella visualizzata sugli schermi quando è inviato l’allarme. Trasmettono attraverso una piccola antenna che fuoriesce dallo strumento quando questa si attiva. La loro potenza tuttavia è piuttosto bassa (1-2 Watt) quindi il raggio di azione è necessariamente limitato (al massimo 7 miglia) e inoltre il segnale può essere ostacolato dalla errata posizione dello strumento o dalla presenza di onde.

I localizzatori Ais Mob possono essere ad attivazione manuale o automatica, in quest’ultimo caso si attivano a contatto con l’acqua o attraverso il giubbotto di salvataggio autogonfiabile tramite un cavo che entra in tensione. Quest’ultimo sistema è ritenuto il migliore perché colloca lo strumento nella posizione ideale, in verticale, leggermente sollevato da onde e spruzzi e ne rende possibile il funzionamento anche se il naufrago è privo di sensi. Non tutti i dispositivi galleggiano e non sempre quelli che lo fanno riescono a mantenere autonomamente l’antenna fuori dall’acqua. Il mercato propone diversi modelli con prezzi che vanno dai 260 ai 400 euro, secondo le caratteristiche.

Insomma un localizzatore Ais allarga sicuramente la gamma di dispositivi di sicurezza per individuare una persona caduta in mare. Ha senso tuttavia non in concorrenza con la radio boa satellitare personale Plb, ma come un suo complemento. Per chi naviga in solitario o affronta tratte oceaniche indossare un Plb resta probabilmente la scelta più efficace, ma per chi fa parte di un equipaggio che naviga in tratti di mare più affollati da traffico marittimo un localizzatore Ais può essere la soluzione migliore.

Ricevitore segnale ais

Il sistema Ais anticollisione

Si ricorda che l’Ais (Automatic Identification System) nasce per localizzare le unità commerciali ed evitare le collisioni in mare. La posizione dell’unità viene rilevata con il Gps e trasmessa via radio su banda Vhf. Ci sono tre tipi di sistema: classe A, classe B e di sola ricezione. Il primo, classe A, ha potenza elevata (a 20 Watt) riceve e trasmette frequentemente i segnali con molte informazioni sulla nave divise in statiche (nome, lunghezza, pescaggio, tipo, porto di destinazione, data di arrivo) e dinamiche (posizione, rotta, velocità, numero Mmsi).

Dal 2004 è obbligatorio sulle unità di oltre 300 tonnellate impegnate in viaggi internazionali, su quelle di oltre 500 tonnellate indipendentemente dal tipo di navigazione e sulle navi passeggeri.

I sistemi Ais di classe B sono studiati per le unità commerciali più piccole e per il diporto, hanno potenza inferiore (2 Watt) anche se hanno la stessa affidabilità, ma trasmettono la posizione meno frequentemente. I sistemi di ricezione infine non trasmettono i propri dati ma ricevono solo quelli delle unità nei pressi visualizzandoli su schermi digitali di chartplotter, pc e tablet.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

1 Comment
  1. I sistemi AIS MOB hanno bisogno, per funzionare, del numero identificativo Mmsi, che coincide con quello dell’imbarcazione o è diverso? Una volta immesso si può successivamente cambiare? Come si fa ad ottenere un codice Mmsi, visto che il sistema di ricezione è spesso integrato nel VHF , ma quello di trasmissione (se si volesse averne uno anche per il proprio natante/imbarcazione da diporto) è legato all’acquisto di un trasmettitore a parte? Grazie

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