Nonostante la fama e il prestigio dei suoi splendidi yachts, lo storico cantiere Perini Navi è pieno di debiti e cerca investitori per rilanciarsi sul mercato. Il primo a farsi avanti è il cantiere Sanlorenzo che ha comunicato l’intenzione di acquistare una quota maggioritaria del brand di lusso.
Oggi l’imperativo del mercato nautico è fondersi, unirsi, fare gruppo. Per essere più forti, per aumentare i capitali, per condividere risorse, know-how e governance. Con l’obiettivo di superare momenti difficili e situazioni di crisi economica i produttori di yachts trovano nelle alleanze finanziarie e di management un’occasione preziosa di rilancio sul mercato. Per molti di loro l’emergenza Covid-19 ha reso tutto molto più difficile. Le aziende che prima della pandemia erano già in crisi ora rischiano di fallire. A volte anche i colossi, come per esempio Perini Navi, storico marchio di yachts di lusso a vela e a motore conosciuto e stimato in tutto il mondo, che nonostante la fama e la storia ultimamente non se la passa molto bene.
Nelle settimane scorse i dirigenti del cantiere in seguito alla difficile situazione debitoria avevano deciso per l’ingresso nella procedura fallimentare dell’azienda che dovrebbe portare a una ristrutturazione del debito. Servono nuovi investitori. Così qualche giorno fa si è fatto avanti il Cantiere Sanlorenzo, altro prestigioso brand specializzato in superyacht a motore, che ha fatto sapere di essere interessato a intervenire nel salvataggio di Perini Navi.
Tanti super yachts famosi ma i conti sono in rosso
Attualmente Perini Navi, che al suo interno ingloba anche il marchio Picchiotti, storico cantiere produttore di yacht a motore, è controllato, dalla società Fenix della famiglia Tabacchi (già imprenditori nel settore degli occhiali) e da Lamberto Tacoli (presidente e amministratore delegato), nonché da Fabio Perini (attraverso Faber Group, presente nel capitale al 25%), che dell’azienda fu il fondatore nel 1983. Tra i suoi yachts più noti c’è il Principessa Vaivia di Silvio Berlusconi e il fantastico Maltese Falcon, un tre alberi di quasi 90 metri costruito in carbonio e progettato da Ken Freivokh per l’armatore californiano Tom Perkins, titolare della Hewlett-Packard Computers. Insomma, barche di qualità e prestigio indiscussi e tuttavia non sufficienti a far quadrare i conti, anche a causa del brusco arresto delle attività imposte dalla pandemia.
Dall’altro lato il cantiere Sanlorenzo, che dal 2005 ha vissuto un periodo di crescita vorticosa, è rappresentato da una società quotata in Borsa controllata da Massimo Perotti, che ha al suo fianco, nel consiglio di amministrazione dell’azienda, la figlia Cecilia Maria, architetto, il vice presidente Paolo Olivieri, Silvia Merlo (amministratore delegato dell’omonima impresa, nota per le sue macchine speciali) e Licia Mattioli, amministratore delegato della Gioielli Mattioli. Della compagine manageriale fa parte anche Carla Demaria, ex numero 1 di Ucina e attuale presidente della Società I Saloni nautici, che organizza il Salone di Genova.
Trattative in segreto, poi il comunicato ufficiale
In realtà si sapeva da tempo delle mire di Sanlorenzo su Perini Navi, ma finora non c’erano state ammissioni ufficiali ed entrambi i cantieri avevano operato in assoluta riservatezza. Poi il 21 maggio i vertici di Sanlorenzo Yacht hanno deciso d’intesa con la controparte di uscire allo scoperto. Nel comunicato si puntualizza che “L’operazione sarà approfondita dalle parti durante un periodo di esclusiva in piena condivisione ed armonia. Questo permetterà a Sanlorenzo di valutare costi e sinergie possibili e di valutare l’eventuale interesse a passare alla fase operativa”. Se tutto va bene Sanlorenzo potrebbe entrare nel capitale sociale di Perini con una quota di maggioranza (probabilmente al 70%). In questo caso nascerebbe un colosso del Made in Italy nautico in grado di recitare un ruolo molto importante sulla scena internazionale.
In ballo però non ci sono solo i capitali, ma anche le sedi produttive e logistiche di Perini Navi a La Spezia e Viareggio, nonché il personale dirigente e operativo dell’azienda. Staremo a vedere.