Perché è così difficile navigare negli oceani meridionali?

Da sempre gli oceani meridionali e le basse latitudini rappresentano il momento più difficile di chi compie traversate e giri del mondo. Vediamo perché queste zone sono così temibili e come le affrontano i velisti professionisti.

Per molti velisti gli oceani meridionali sono il “Santo Graal” delle regate, con la loro fama funestata da temibili tempeste e onde mostruose. Non sono leggende. Chi ha avuto la fortuna di compiere diversi giri del mondo a vela racconta che spesso le depressioni affrontate alle basse latitudini sono state le più grandi e paurose di quelle sperimentate in altre parti del mondo. Ma cosa rende gli oceani meridionali così diversi da tutti gli altri? Prima di tutto la lontananza dalla terraferma. Sapere che attorno a te c’è solo acqua per centinaia di miglia e che in caso di emergenza un aiuto esterno può arrivare dopo molte ore o addirittura giorni, cambia sicuramente tutto. Nei giri del mondo a vela, come per esempio il Vendée Globe, la strategia di regata indica di dirigersi verso Sud per ridurre la distanza lungo la rotta attorno al globo. Ma anche per sfruttare la corrente circumpolare che gira continuamente intorno al pianeta. Ai tempi dei pesanti yachts della classe IOR delle prime regate Whitbread, più vento c’era e più si andava veloci, mentre il freddo e il ghiaccio erano i veri fattori limitanti.

Le moderne regate intorno al mondo invece hanno dei limiti di rotta imposti dagli organizzatori per evitare che gli yachts si spingano troppo a Sud e nelle zone in cui è nota la presenza di iceberg. Inoltre le moderne barche da regata hanno un design che gli consente di andare molto più veloce in condizioni di vento e mare piatto.

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oceani meridionali

Ma come si formano le depressioni meridionali?

Negli oceani meridionali le depressioni si sviluppano a partire da masse d’aria diverse che si uniscono ma non si mescolano, dando ai diversi settori di una depressione caratteristiche molto diverse. L’aria calda tropicale marittima dà luogo a nubi basse, pioggia e scarsa visibilità. Dopodiché, quando il fronte freddo viene superato, si formano burrasche con probabili piogge, grandinate e raffiche di vento. I rovesci e i temporali successivi al fronte arriveranno in tutta la loro forza con un significativo aumento del vento. Si assisterà anche a un notevole calo della temperatura con il vento da Sud.

Oceani meridionali e meteorologia. Non essendoci terraferma a fermare la progressione delle depressioni a Sud, queste tendono a svilupparsi e a percorrere ampi tratti di oceano prima di maturare e diminuire. Con un’ampia area di acqua fredda e, soprattutto, di aria fredda a Sud e di aria calda e umida a Nord, c’è molta energia e contrasto di temperatura. Una volta sviluppate, le depressioni sono spinte dalla corrente e continuano il loro percorso per migliaia di miglia. A differenza delle depressioni dell’Atlantico settentrionale, per esempio, dove dopo un paio di migliaia di chilometri le depressioni raggiungono l’Europa e declinano.

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L’inverno australe e i fronti freddi attivi

Oceani meridionali e meteorologia. Gli studi scientifici hanno dimostrato che la corrente polare meridionale si sposta progressivamente più a Sud durante l’inverno dell’emisfero meridionale fino a circa 60°S e diventa più separata dalla corrente subtropicale vicino a 30°S. Tuttavia, durante i mesi estivi si sposta verso Nord e si separa meno dalla corrente subtropicale. Anzi spesso si può trovare un’unica corrente vicino ai 40°S. Ciò indica che un passaggio più favorevole attraverso l’oceano meridionale può avvenire a marzo, piuttosto che a dicembre.

Nell’Atlantico non sempre il fronte freddo è quello più attivo. Nell’oceano meridionale invece è quasi sempre il fronte freddo ad essere più attivo, con forti venti, tempeste e grandine. Questi fronti attivi vedono peraltro l’aria più calda sale lungo il confine frontale e generare così grandi nubi cumulonembi e intensi piovaschi.

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Come sfruttare i fronti per andare veloci

Prima del fronte possiamo aspettarci un periodo di vento costante con pioggia e scarsa visibilità. Questo è il momento in cui gli yachts possono fare buoni progressi: più veloce è l’imbarcazione, più a lungo potrà stare davanti al fronte freddo. Con l’avvicinarsi del fronte, il vento diventerà più forte, con pioggia intensa. Ed è qui che in genere la regata diventa più interessante. Il vento rafficato infatti rende la navigazione più impegnativa.

Oceani meridionali e meteorologia. È proprio questo periodo di relativa calma che i velisti vogliono massimizzare, perché possono percorrere grandi distanze in un mare relativamente piatto. Tuttavia non è mai semplice, poiché si tratta di trovare un equilibrio tra il posizionamento per il fronte in avvicinamento, quindi non andare troppo a Sud verso il vento più forte e le insidie del ghiaccio, ma anche non spingersi troppo a Nord verso venti più leggeri e una rotta più lunga. I fronti freddi sono pericolosi, ma non tutti allo stesso modo. Le depressioni prefrontali possono dare vita a cavalcate selvagge davanti al fronte. Ma se il fronte è in declino, si può essere sputati fuori dal retro con un vento più leggero dopo i piovaschi.

Fetch infinito e grandi mareggiate

Oceani meridionali e meteorologia. Un altro fattore decisivo che rende le tempeste negli oceani meridionali più grosse e insidiose è che le onde a queste basse latitudini sono caratterizzate da un fetch quasi infinito. Così dopo alcuni giorni di venti di burrasca da Ovest o Nord-Ovest, seguiti da un rinforzo del vento e da burrasche da Sud-Ovest, il risultato è un mare che assomiglia a una lavatrice.

Se si aggiunge che il fondo dell’oceano, per esempio in prossimità di Capo Horn, passa da 4.000 metri a 100 metri nel giro di pochi chilometri, le grandi onde e le mareggiate che ne derivano, con un rapido abbassamento dei fondali, rendono la navigazione alle basse latitudini molto adrenalinica e piena di rischi. Ma anche questo è il bello della vela.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

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