Merijn Tinga naviga in solitario su un windsurf da Oslo a Londra

L’attivista ambientale e windsurfista olandese Merijn Tinga, meglio conosciuto come il “Plastic Soup Surfer”, ha navigato per 1.118 miglia da Oslo a Londra per sensibilizzare sull’inquinamento da plastica nel Mare del Nord.

Una lunga traversata in mare solo con l’aiuto del vento per amore del pianeta.  L’attivista ambientale e windsurfista olandese Merijn Tinga, noto anche come “Plastic Soup Surfer”, ha compiuto un audace viaggio in solitario. Su una tavola a vela ha navigato da Oslo a Londra, sfidando le correnti e i venti del Mare del Nord, per richiamare l’attenzione sul problema dilagante dell’inquinamento da plastica.

Invece di optare per la rotta più semplice da Londra a Oslo, che sarebbe stata più in linea con i venti e le correnti tipiche del Sud Ovest, Tinga ha scelto la sfida di navigare contro questi elementi.

“La mia missione richiedeva di navigare proprio contro il vento e le correnti”, ha spiegato Tinga. La rotta scelta è stata ispirata dalla sua precedente esperienza di raccolta della plastica sulla costa svedese. Anni fa, infatti, Merijn ha trovato bottiglie di plastica provenienti dall’Inghilterra e dai Paesi Bassi che sporcavano le coste e ha iniziato a fare pressione per un sistema di deposito sulle bottiglie di piccole dimensioni.

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Merijn Tinga

Rimanere aggrappato al boma, la sfida più grande

Il viaggio di Merijn Tinga dalla capitale norvegese al cuore dell’Inghilterra è stato un’impresa incredibile: Tinga ha percorso circa 1.118 miglia in 32 giorni utilizzando una vela Severne Turbo e una tavola di plastica riciclata. Cresciuto a Curaçao da un padre medico tropicale, l’amore di Tinga per il windsurf è iniziato quando aveva solo 8 anni. “La mattina presto, con i vestiti della scuola addosso, prima di andare a scuola, andavo già a surfare nello spot sotto casa”, ricorda con affetto Tinga. Questo fascino infantile si è poi evoluto nel suo sport acquatico preferito e in un potente strumento per il suo attivismo ambientale.

Prepararsi fisicamente per un’impresa così impegnativa ha richiesto non solo un allenamento per la forza fisica, ma anche un impegno per la resistenza. Tinga si è concentrato sullo sviluppo della sua forza generale e, soprattutto, sulla capacità di aggrapparsi al boma della sua tavola da windsurf per lunghi periodi. Nuotava ogni giorno e affinava le sue capacità di windsurf su una tavola lunga quando c’era vento. All’inizio del suo viaggio, le sue mani ne hanno risentito, ma con il passare del tempo il suo corpo si è adattato.

Merijn Tinga

Una tavola costruita con plastica riciclata

Tinga ha compiuto il suo viaggio principalmente da solo, portando con sé solo un equipaggiamento minimo e nessuna tenda. La traversata è iniziata a Oslo, dove un membro dell’équipe si è fermato per qualche giorno per aiutarlo nei preparativi finali, ma poi Tinga è rimasto da solo. Il suo viaggio in barca a vela lo ha portato attraverso la Danimarca, la Germania, i Paesi Bassi e la Francia, prima di salire su un traghetto per l’Inghilterra.

Tuttavia, il viaggio non è stato solo un’impresa solitaria. Tinga ha collaborato con Ron van den Berg, shaper di fama mondiale, per creare la sua tavola da surf unica con materiali riciclati e organici. La tavola incorporava infatti bottiglie di plastica raccolte dal Tamigi a Londra, a simboleggiare lo scopo della missione di Tinga.

Merijn Tinga

Combattere in tutti i modi l’inquinamento da plastica

Una volta giunto nel Regno Unito, Tinga ha risalito il Tamigi in windsurf, richiedendo un permesso speciale all’autorità portuale di Londra. La sua petizione per un programma nazionale di restituzione delle bottiglie nel Regno Unito, portata da Oslo, è stata consegnata al ministro dell’Ambiente, Rebecca Pow. La campagna di Tinga, sostenuta dal World Wildlife Fund (WWF) e da Surfers Against Sewage (SAS), mirava non solo a istituire un sistema di restituzione delle bottiglie, ma anche a garantire che “non lasciasse spazio alla sovversione da parte dell’industria del packaging”.

Il viaggio è quindi culminato sotto l’iconico Tower Bridge, dove Tinga ha osservato: “Per me è importante dimostrare che dovremmo fare uno sforzo in più per combattere cose come l’inquinamento da plastica, e che si può davvero cambiare qualcosa”.

Un’avventura a vela indimenticabile

Il viaggio di Tinga è stato indubbiamente arduo, ma il suo spirito di resistenza, l’amore profondo per il windsurf e l’impegno costante per la conservazione dell’ambiente lo hanno portato avanti. Dalla vela Severne che fungeva da riparo di fortuna durante la notte alla routine quotidiana di affrontare venti e correnti mutevoli, questo exploit gli ha regalato una serie di esperienze indimenticabili. Ha anche apprezzato la libertà di attraversare luoghi che una barca a vela non avrebbe potuto attraversare, come la navigazione a vista in zone bellissime come la costa svedese e il Mare di Wadden olandese.

Anche se non è riuscito ad attraversare la Manica dalla Francia a Londra con la sua tavola da surf a causa dei forti venti, Tinga non si è scoraggiato. “L’inquinamento da plastica è un mostro a più teste – spiega l’atleta – fa parte della nostra società, ma ci sono azioni concrete che possiamo intraprendere, e un sistema di restituzione dei depositi è una di queste, e dovremmo attuarlo il prima possibile”. Il suo eroico sforzo sottolinea quanto alcuni attivisti siano disposti a spingersi oltre per proteggere il futuro del nostro pianeta.

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David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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