L’Imoca 60 Malizia Seaexplorer è il monoscafo più veloce del mondo e ha stabilito un incredibile record di 24 ore di 641,08 miglia nautiche durante la tappa transatlantica della The Ocean Race. Ecco le ragioni progettuali del suo successo.
Chi segue la flotta degli Imoca 60 sa che due studi di yachts design hanno dominato la classe nelle ultime due generazioni per quanto riguarda la progettazione: VPLP e Verdier. Non sorprende quindi che tutti e cinque gli Imoca che partecipano alla Ocean Race provengano dagli stessi tavoli da disegno.
Dei quattro progetti, tre sono di Verdier: “11th Hour Racing Team”, “Holcim-PRB” e “Biotherm”. L’altro è “Malizia Seaexplorer” di Boris Herrmann, unico Imoca VPLP di ultima generazione in gara. Ma le differenze nel suo concetto progettuale sono molto più profonde. Malizia Seaexplorer è stata progettata fin dall’inizio, caso unico nella flotta, sia per la Ocean Race 2023 che per la Vendée Globe 2024. Il risultato è un Imoca dall’aspetto nettamente diverso.
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Barca nata dalla lezione del Vendée Globe
VPLP spiega che il progetto si differenzia nettamente dalle precedenti versioni Imoca, in particolare per la forma dello scafo. Gran parte di ciò è il risultato delle lezioni apprese durante la Vendée Globe 2020. Lo scopo principale di VPLP è stato quello di ottimizzare le prestazioni di Malizia Seaexplorer nei mari pesanti dell’oceano del Sud. Senza tuttavia compromettere la sua capacità di operare nelle condizioni più moderate previste nelle tappe atlantiche della The Ocean Race e del Vendée Globe.
Malizia-Seaexplorer per esempio ha una sezione di prua notevolmente piena, un bordo libero più alto e una linea di galleggiamento più curva. Il co-skipper Will Harris ha spiegato che la forma della prua e il volume della barca sono due delle sue caratteristiche principali. “I primi 3,5 metri della prua sono stati tagliati, in modo da ottenere una prua da scow – ha detto Harris – in questo modo è meno probabile che la prua s’ingavoni nell’onda. Inoltre, il volume aggiunto nella parte anteriore aiuta a sollevare la barca dall’acqua. Potrebbe non essere così buono in altre condizioni, con venti più leggeri il volume extra significa che è più pesante, ma nelle condizioni difficili ci ripaga”.
Rocker a banana e bordo libero alto
Un’altra caratteristica progettuale che ha fatto il successo della barca è il rocker, ossia la curvatura dello scafo da prua a poppa. Poiché il rocker si alza a poppa, aiuta anche la prua a rimanere fuori dall’acqua. “Il rocker continua fino alla parte posteriore della barca, quindi l’intera barca è come una ‘banana’ – racconta Harris – l’idea del rocker che si alza a poppa è di contribuire a sollevare ulteriormente la prua. Avendo la poppa alta, possiamo impilare più attrezzi, persone e attrezzature nella parte posteriore della barca, in modo che la prua esca ancora di più e sia meno soggetta a infossarsi nelle onde”.
L’aggiunta di bordo libero ha a sua volta molteplici vantaggi, tra cui la capacità della barca di raddrizzarsi. Tutti gli Imoca devono essere in grado di raddrizzarsi dopo aver superato i 110° di angolo di sbandamento. “Il bordo libero più alto significa più volume nella parte anteriore – aggiunge Harris – così, quando la prua si infila in un’onda, c’è molta galleggiabilità che aiuta a sollevarla dall’acqua. Un bordo libero più alto significa anche più volume per la vita a bordo”.
Il set di foil di rispetto decisivo per il record
Anche i foil di Malizia Seaexplorer si sono rivelati un vantaggio inaspettato, soprattutto perché non si tratta dei foil previsti, ma di un set di riserva a cui il team ha dovuto ricorrere dopo che i foil della versione 1 di Malizia-Seaexplorer sono stati danneggiati in modo irreparabile prima della partenza della regata. “È stata una specie di benedizione – ha detto Harris – le lamine originali avevano un profilo a “L”, mentre le nuove sono a “C. Questi sono più polivalenti. Essendo più verticali nel profilo, quando la barca inizia a sollevarsi dall’acqua, il foil esce in modo naturale e aiuta a stabilizzare il volo della barca. I foil a L non sono altrettanto bravi a gestire questi salti, bisogna giocare di più con la loro estensione”.
La contrapposizione tra foil a C e foil a L si è rivelata determinante nella 5° tappa della Ocean Race, quando 11th Hour Racing Team, Holcim-PRB e Malizia-Seaexplorer si sono alternati nell’abbattimento dei record di 24 ore per monoscafi. È in quel contesto che Malizia-Seaexplorer si è aggiudicato il primato, stabilendo un nuovo record di 641,13 miglia in 24 ore il 26 maggio, dopo aver mantenuto una velocità media mozzafiato di 26,71 nodi.
Scafo, pannelli solari e interni
A parte la forma del foil, Malizia Seaexplorer ha il 30 per cento di struttura in più rispetto agli altri Imoca. Lo scafo è in fibra di carbonio solida, senza anima in schiuma, con uno spessore che in alcuni punti raggiunge i 16 strati. La tendenza della classe Imoca è quella di eliminare le anime in schiuma e di utilizzare un processo di costruzione monolitico che elimina la possibilità di rottura dell’anima. Date le velocità di 30 nodi che queste barche sono in grado di raggiungere, i loro skipper devono avere la certezza che la macchina non si romperà.
Per quanto riguarda la gestione dell’energia. gli ampi pannelli solari Solbian posizionati sui ponti laterali e sul tetto del pullman producono il 60 per cento dell’energia necessaria, mentre il resto viene generato da due idro-generatori. Per gli standard Imoca, infine anche gli alloggi di Malizia sono confortevoli, con cuccette a scomparsa. Nonostante l’equipaggio sia ben incastrato, Rosalind Kuiper è stata sbalzata dalla sua cuccetta e ha riportato una ferita alla testa durante la 3° tappa, a causa del movimento estremo del foiling Imoca in condizioni di mare mosso.
Dati tecnici del Malizia Seaexplorer
Lunghezza: 18,28 m
Lunghezza con bompresso: 20,12 m
Larghezza: 5,70 m
Pescaggio: 4,50 m
Altezza dell’albero: 27,24 m
Superficie velica di bolina: 270 m2
Superficie velica totale: 550 m2
Costruttore: Multiplast