Lavori di bordo: come riparare la coperta in teak

In questa guida vi mostriamo come riparare la coperta in teak e in particolare come sostituire il vecchio comento, pulire le doghe e ridare un nuovo look a questo elegante rivestimento del ponte. Consigli, strumenti utili e procedure.

Nonostante alcuni detrattori, il rivestimento in teak della coperta della barca è un componente pregiato che aggiunge un tocco di eleganza, ma anche funzionalità alle vostre uscite in mare. Certo è che la cura e la manutenzione del teak richiedono attenzioni e molti sforzi. Vediamo allora cosa fare quando i comenti tra una doga e l’altra saltano via. Per ripristinarli e ridare un nuovo look alla coperta servono un po’ di pazienza, gli strumenti giusti e soprattutto la procedura corretta.

La tecnica di ripristino su cui ci concentriamo consente di riparare in maniera efficace una superfice di circa 30- 50 cm di gomma che si sbriciola o viene via a causa dell’usura. Tenete presente infatti che per un calafataggio completo della coperta, quindi sostituire tutti i comenti, servono settimane di lavoro ma soprattutto sono necessari attrezzi professionali. Un lavoro impegnativo, per cui a meno di non avere tanto tempo libero e una discreta esperienza è meglio rivolgersi ad un professionista.

Preparazione: temperatura esterna e attrezzi per il teak

Per riparare la coperta in teak con un lavoro fai-da-te è necessario prima di tutto aspettare una bella giornata fresca e asciutta. Considerate infatti che la temperatura ideale a cui effettuare questo tipo di lavoro non dovrebbe essere superiore ai 25 gradi e inferiore ai 5. Bisogna fare indurire la nuova colla nella giusta maniera. Quindi niente raggi di sole diretti, ma neanche gocce di pioggia o umidità che comprometterebbero il lavoro. L’ideale sarebbe avere una struttura protettiva dove riporre la barca oppure attendere le giuste condizioni climatiche.

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Altro requisito fondamentale è munirsi degli attrezzi giusti per eseguire il lavoro. Tra questi ci sono sicuramente dei guanti in lattice, nastro protettivo, un coltello dalla punta piccola e affilata o un taglierino, una spatola, dell’acetone, un panno assorbente una pistola a pistone manuale e un’aspirapolvere portatile. Per quanto riguarda invece il sigillante, il Sikaflex 290 DC Pro Nero è un ottimo prodotto in poliuretano elastico monocomponente. Resistente ai raggi UV, è particolarmente indicato per sigillare i comenti delle coperte; inoltre si carteggia facilmente e non fà riccioli come il silicone.

Riparare il teak: rimozione dei vecchi comenti

La procedura corretta per riparare il teak si può suddividere in 3 fasi: rimozione, posa e rifinitura. Passiamo quindi alla prima fase. Sarebbe bene procedere alla mascheratura mediante apposito nastro per proteggere il teak e delimitare la zona in cui operare. Prendetevi tutto il tempo necessario e assicuratevi di coprire bene le superfici. Quindi con un coltello o meglio un taglierino si rimuove la vecchia gomma presente nelle scanalature. Bisogna prestare la massima attenzione ed evitare di asportare anche il teak. Una volta eliminata la gomma, si può usare uno scalpello per ribattere la scanalatura. Servono almeno 5 mm di spazio per far in modo che il nuovo sigillante trovi l’alloggiamento ideale.

Il consiglio è di usare un’aspirapolvere portatile perché dalla scanalatura usciranno rimasugli di gomma e di polvere di legno che possono finire in mare e che entreranno in qualsiasi finestra o osteriggio aperto della barca.

Riparare il teak: la posa del sigillante

Una volta rimossa la gomma e pulito ben bene con l’acetone il comento, lasciate evaporare e passate alla posa del nuovo sigillante. Utilizzando l’apposita pistola a pistone l’ideale è mantenere un angolo compreso fra i 60 e i 90 gradi e il beccuccio il più aderente possibile al fondo della scanalatura fra le doghe. Cercate di essere costanti e precisi. Dopodiché attendete circa 10 minuti a seconda della temperatura in cui state operando.

Potete anche usare una spatola per stendere il sigillante ma senza applicare troppa pressione o altrimenti spanderete gomma ovunque e dovrete carteggiare. Durante questa fase è importante avere una strategia se si intende eseguire più linee. È facile infatti calpestare accidentalmente il calafataggio e creare un pasticcio, quindi fate attenzione.

Riparare il teak: la rifinitura

Durante la terza e ultima fase bisogna attendere che la gomma sia solidificata completamente. Servono uno o due giorni. Ricordatevi di proteggere il ponte con un telone sopraelevato. Una volta che il sigillante si sarà compattato potrete asportare la gomma in eccesso utilizzando il taglierino. A questo punto non vi resta che rimuovere il nastro della mascheratura. Questo passaggio deve essere eseguito con attenzione. Non tirate il nastro e non accartocciatelo. È necessario arrotolarlo lentamente in modo da limitare la quantità di sigillante che finisce sulle mani.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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