Inverno: come scaldare gli interni della barca

Per alcuni diportisti l’inverno non è sinonimo di letargo e approfittano dei mesi invernali per continuare a navigare e godersi la pace di porti e baie solitarie. È fondamentale tuttavia installare un impianto di riscaldamento per far fronte a freddo, condensa e umidità. Vediamo cosa offre il mercato.

Quando arriva la stagione fredda e le temperature si fanno rigide per poter vivere confortevolmente a bordo della propria barca bisogna attrezzarla contro il freddo e l’umidità che possono rendere la vita sottocoperta un inferno. Dormire infreddoliti e con le gocce di condensa che cadono sul viso non piace a nessuno.

Sul mercato esistono diverse soluzioni per riscaldare la barca e creare un ambiente accogliente anche d’inverno. Vediamo in cosa consistono e quale scegliere quella più adatta alle nostre esigenze.

Navigare in inverno

Umidità e condensa condizionano il comfort a bordo

Il comfort che percepiamo dell’ambiente in cui viviamo dipende da diversi fattori: la temperatura dell’aria naturalmente, ma anche l’umidità e l’irraggiamento delle pareti che ci circondano giocano un ruolo fondamentale. La quantità di acqua presente nell’aria viene generalmente espressa in umidità relativa. Per avere una sensazione di comfort questo valore dovrebbe essere compreso tra il 30 e il 60 per cento. L’aria è troppo secca infatti dopo un po’ affanna il nostro sistema respiratorio, mentre un’umidità relativa troppo alta porta con sé condensa e una sensazione accentuata del caldo o del freddo.

Per stare in un intervallo adeguato dobbiamo considerare che scaldando l’aria in un ambiente chiuso l’umidità relativa scende ma se nello stesso ambiente respiriamo, cuciniamo, facciamo la doccia, l’umidità relativa aumenta. Una precauzione fondamentale è quella di non lasciare, soprattutto durante la notte, asciugamani, cerate o indumenti umidi in giro per la barca. Se non siamo riusciti ad asciugare tutto al sole prima che arrivi la notte, quello che è umido è meglio chiuderlo nel vano delle cerate o in un ambiente isolabile per poi esporlo al sole la mattina dopo.

Inoltre respirando consumiamo ossigeno e produciamo anidride carbonica, quindi per mantenere un’atmosfera confortevole all’interno della barca bisogna che ci sia anche un buon ricambio d’aria. La presenza di aeratori in ogni ambiente o di un sistema di circolazione forzata dell’aria sono indispensabili, visto che non possiamo lasciare aperti gli oblò durante le giornate piovose o troppo fredde.

Riscaldare la barca

Il segreto è coibentare la barca

Il nostro corpo è inoltre sensibile all’irraggiamento delle superfici circostanti, per cui la nostra percezione della temperatura dipende non solo da quella dell’aria ma anche dalle superfici che ci circondano. Quando arriviamo in una casa fredda e iniziamo a scaldarla la temperatura dell’aria sale velocemente fino ad arrivare a 20 gradi, ma fino a che i muri non si sono scaldati bene non ci sentiamo a nostro agio. Per questo motivo l’isolamento termico dello scafo è molto importante: una barca ben isolata è piacevolmente fresca in estate in quanto non lascia entrare il calore estivo e facile da riscaldare in inverno visto che non cederà il calore prodotto all’interno verso l’esterno, in più non irraggerà freddo o caldo.

Da sottolineare inoltre che una barca ben isolata sarà meno predisposta a generare condensa. Sono infatti le pareti fredde investite da aria calda e umida che fanno condensare il vapore acqueo. Aumentare l’isolamento di una barca già costruita non sempre è facile e dipende molto dal tipo di costruzione, ma con un po’ di perizia, inventiva e utilizzando semplici materiali da edilizia si possono ottenere buoni risultati.

Cappotte in pozzetto

Proteggere il pozzetto con una cappotte

In ogni modo in inverno ci troveremo a dovere a riscaldare l’interno della barca per poterla vivere al meglio. Prima di operare all’interno della barca sarebbe bene attrezzare con una cappottina il pozzetto in modo che sia chiuso integralmente. Questo piccolo spazio coperto si rileva fondamentale per migliorare la qualità della vita, infatti assolve a varie funzioni: nei giorni di pioggia si è in grado di entrare bagnati in pozzetto e lì al riparo togliersi scarpe giacca evitando di portare indumenti fradici e acqua sotto coperta.

Poi nelle belle giornate la stessa cappottina si trasforma in una piccola serra ed è un piacere pranzare in pozzetto riscaldati dal sole. Inoltre nelle giornate grigie e piovose si può cambiare tranquillamente aria aprendo il tambucio.

Impianto riscaldamento

Le tipologie di riscaldamento in barca

Passando sottocoperta, come scaldare gli ambienti interni della barca? Esistono diversi sistemi di riscaldamento adatti alle imbarcazioni. Ecco quali sono i più comuni.

Bruciatore a gasolio

Con il bruciatore a gasolio l’aria calda prodotta in un’apposita camera di combustione viene diffusa a bordo attraverso delle condutture. Questi bruciatori sono di derivazione automobilistica e sono in genere utilizzati a bordo di camion, camper e autovetture equipaggiati per i climi freddi. Per le barche più grandi esistono dei bruciatori a gasolio che producono acqua calda la quale attraverso tubi coibentati va a riscaldare i radiatori disposti nei vari ambienti. Questo sistema è un po’ più complicato del precedente, ma offre il vantaggio che la distribuzione del calore avviene attraverso tubi di piccola sezione, facilmente coibentabili e quindi più facili da installare con un rendimento complessivo maggiore. I bruciatori hanno un assorbimento elettrico relativamente basso per cui possono essere utilizzati anche in navigazione o alla fonda senza la necessità di essere collegati in banchina. I modelli sul mercato sono numerosi e offrono svariati livelli di potenza per imbarcazioni da 7 fino a 22 metri. Il gasolio combustibile richiesto per il loro funzionamento, si trova normalmente già a bordo dell’imbarcazione poiché alimenta i motori. Quando si riforniscono i serbatoi della barca quindi ci si sta anche assicurando il pieno funzionamento del sistema di riscaldamento autonomo.

Radiatori a olio

Nei radiatori a olio c’è una resistenza elettrica che scalda l’olio presente dentro il termosifone il quale scalda l’ambiente circostante. Questi termosifoni hanno potenze variabili da 400 a 2.000 Watt, secondo la grandezza per cui difficilmente possono essere usati in navigazione, a meno di non avere un gruppo elettrogeno. Di contro, sono molto sicuri da usare quando si è collegati col cavo banchina in quanto oltre ad avere un termostato per regolare la temperatura, ne hanno uno di sicurezza per non far scaldare l’olio sopra i 70 gradi.

Stufetta elettrica

Stufette elettriche a ventola

Nelle stufe elettriche una resistenza genera calore che viene distribuito nell’ambiente circostante tramite la circolazione forzata imposta dalla ventola. Queste stufette sono in grado di scaldare velocemente la barca ma vanno usate con cautela in quanto la resistenza elettrica raggiunge temperature molto elevate. Inoltre la ventola le rende fastidiosamente rumorose per essere lasciate accese la notte. I relativi consumi elettrici inoltre non sono trascurabili. Si può anche ricorrere a generatori di elettricità, ma anche in questo caso i consumi sono importanti.

Stufe diesel, legna o a gas

Si tratta di vere e proprie stufe che consumano poco ma che riscaldano solo l’ambiente circostante. Necessitano l’istallazione di un comignolo in coperta poco elegante da vedere e pronto ustionare le mani di chi inavvertitamente vi si appoggia. Ormai sono poco diffuse per il loro costo e la scarsa efficienza. Sono però molto affidabili.

Dorade coperta

Barca umida? Meglio installare anche un deumidificatore

Questi apparati in grado di deumidificare l’aria dell’ambiente in cui sono installati a bordo di barche molto umide poco ventilate sono di sicuro aiuto nel creare un clima salutare e piacevole. Ne esistono di due tipi: essiccativi e meccanico-refrigerativi. Nei primi la deumidificazione avviene tramite l’utilizzo di materiali essiccanti, in genere gel di silice. L’aria umida passando attraverso il deumidificatore condensa e viene raccolta in una vaschetta (o espulsa attraverso un tubicino che scarica, per esempio, dentro un lavandino). Nei deumidificatori essiccativi quando i pori del materiale assorbente sono saturi il processo si blocca: a quel punto o si sostituisce il materiale o si rigenerano mettendoli a contatto con una corrente di aria. I deumidificatori essiccativi sono più efficienti a basse temperature e in ambienti con bassi valori di umidità.

Nei deumidificatori meccanico-refrigerativi l’umidità presente nell’aria condensa quando, spinta da una ventola, entra in contatto con una serpentina di raffreddamento. Anche qui l’acqua viene raccolta in una vaschetta. I deumidificatori meccanico-refrigerativi sono più efficienti a temperature elevate e in condizioni di elevata umidità.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

3 Comments
  1. Il metodo che uso o è quello del mattone sul fuoco. Asciuga e assorbe l’umidità.
    La reazione chimica è : CH4 + 2O2 > CO2 + 2H2O . Vi assicuro che è molto efficiente !!

  2. buongiorno, ho una barca di 10 metri su invaso zona Cattolica, vorrei ridurre l’umidità sottocoperta.La ventilazioneinterna e’ notevolmente ridotta dalla chiusura di oblo’ e passauomo, Riesco ad aerarla solo periodicamente, diciamo ogni 15 20 gg.Ho coperto tuga e pozzetto con un telo che consente la circolazione dell’aria.Meglio utilizzare una stufetta elettrica(a che temperatura?), un deiumidificatore elettrico, o più’ deumidi ficatori salini?Grazie mille e a presto.

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