Carichi continui, usura, ossidazioni, correnti galvaniche, infiltrazioni d’acqua sono i nemici delle nostre attrezzature di coperta. Ecco perché periodicamente occorre procedere ad approfonditi controlli di tutte le componenti: albero, sartie, arridatoi, osteriggi, battagliola, pulpiti e verricelli. Cosa controllare e come intervenire.
La coperta di un cabinato a vela è come un’officina: ci sono manovre, attrezzature, cime, cavi, paranchi, pulegge, carrelli. È il cuore meccanico della barca dove si gestisce la propulsione delle vele e la condotta dello scafo. Allo stesso tempo è un insieme di componenti sottoposti a carichi e tensioni che si usura sia quando la barca naviga, sia quando la barca è a riposo.
Per avere attrezzature sempre efficienti in coperta bisogna procedere con delle ispezioni periodiche a caccia di cedimenti, avarie, danni anche lievi che con il tempo sicuramente peggioreranno e allora è meglio intervenire in tempo. Problemi comuni oltre all’usura, sono le sgradevoli infiltrazioni di acqua e le pericolose correnti galvaniche che possono innescare corrosioni pericolose. Ecco allora una serie di controlli in coperta che occorre aggiungere alla lista dei lavori stagionali del perfetto armatore.
Albero in asse e sartie tese al punto giusto
I controlli all’albero comprendono il check up dell’intero rigging, ossia il sistema completo che concorre a mantenere nella sua posizione verticale l’albero: quindi sartie, arridatoi, lande, crocette e paterazzi. Tutti questi componenti sono complementari tra loro e devono lavorare in perfetta sintonia. Una sartia più tirata oppure troppo lenta potrebbe compromettere l’efficienza del rigging, condizionare la tenuta delle crocette e creare danni anche importanti al sistema di propulsione principale, le vele.
Con la normale gestione della barca in navigazione l’albero, anche se è stato messo in opera perfettamente e le sartie sono state regolate a dovere, non rimane nella stessa posizione per sempre. Le sartie per esempio, soprattutto quelle spiroidali, con il tempo tendono a stirarsi, ossia ad allungarsi oltre il dovuto. Per questo vanno controllate periodicamente. Anche gli arridatoi, le coppiglie, le lande, le crocette e andrebbero controllati una volta l’anno Allo stesso modo va monitorato il corretto centramento dell’albero sul suo asse, un lavoro tutto sommato semplice e alla portata dell’armatore: è sufficiente osservare lungo la canaletta dell’albero o la fessura da dove esce la randa, nel caso in cui l’albero abbia l’avvolgitore interno; se questa è dritta, vuol dire che le sartie sono equilibrate, se al contrario notiamo una S o una curva da una parte, questo è un segnale che qualche sartia non è regolata bene. Riscontrato tale problema, se non si ha molta dimestichezza per evitare di fare danni è bene consultare un rigger professionista che valuterà con cura quale sartia necessita di essere cazzata e di quanto.
Sul senso longitudinale della barca, il corretto centramento dell’asse dell’albero si può controllare anche in navigazione: se a prua si riscontra una forte catenaria, vuol dire che lo strallo è lento. In presenza di tendipaterazzo, basta agire su questo richiamandolo. Per non cazzarlo troppo, con conseguente curva troppo ampia dell’albero verso poppa si può lavorare in contemporanea sull’arridatoio dello strallo di prua. Anche in questo caso se si sa dove mettere le mani si può fare da soli, altrimenti si consulta un attrezzista. C’è il rischio concreto infatti di cazzare troppo gli stralli, mandando l’albero in compressione a formare una “S” con la possibilità che possa spezzarsi.
Sartie usurate: i segnali d’allarme
Il sartiame, che può essere spiroidale o in tondino, è sottoposto di continuo a forti carichi e questi, insieme all’ossido, nel tempo, usurano i cavi. In genere le sartie spiroidali durano circa 10 anni, ma questo a livello teorico. In realtà la vita di un cavo d’acciaio dipende da molti fattori: le ore lavoro, i materiali, lo stress in navigazione, la manutenzione ordinaria, e così via. Ci sono molte barche che tengono le stesse sartie per oltre 20 anni senza mai avere problemi. Quali sono i segnali d allarme di una sartia usurata? In quelle di acciaio spiroidali, sicuramente i refoli spezzati, le macchie di ruggine o il fatto che per tenderle si arrivi a utilizzare l’intera corsa dell’arridatoio.
Più difficile è accertarsi sullo lo stato delle sartie in tondino che possono sembrare perfettamente in ordine per poi rompersi improvvisamente. Le sartie, quando sono vecchie, sono pericolose e devono essere sostituite immediatamente, anche se l’operazione è piuttosto costosa. Nel check up alle sartie, è bene controllare anche tutti i terminali che spesso nascondono problemi più gravi dei cavi stessi.
Attenzione alle correnti galvaniche
Uno dei problemi più comuni degli alberi delle barche da crociera sono le correnti galvaniche. Spesso negli alberi che poggiano in coperta intorno ai rivetti che bloccano la scassa all’estruso, si formano delle fiorescenze biancastre, che sono i sali derivanti dalla corrosione galvanica. È necessario in questo caso sottoporre l’albero a uno specialista per capire quanto sia grave il problema. Una delle soluzioni è sicuramente quella di installare dei piccoli zinchi. È bene far controllare anche l’impianto elettrico poiché in presenza di correnti galvaniche in coperta spesso la causa è proprio una dispersione dal circuito elettrico di bordo.
Infiltrazioni e crepe sui passauomo
Spesso le infiltrazioni di acqua possono provenire da osteriggi o passauomo. Individuarle è semplice perché lasciano sempre delle tracce sul legno o sulle tappezzerie. Per eliminare le infiltrazioni nella maggior parte dei casi è sufficiente sostituire le guarnizioni. Problema diverso sono invece le crepe o le rotture del plexiglass. Se queste sono grandi, bisogna assolutamente sostituire il plexiglass. Quando subisce un forte urto o una crepa, infatti, questo materiale perde la sua resistenza ed è facile che sotto il peso di un membro dell’equipaggio che ci cammina sopra possa cedere con disastrose conseguenze.
Candelieri, spesso maltrattati all’ormeggio
Un’altra fonte di infiltrazioni di acqua in coperta possono essere i candelieri. Questi componenti, soprattutto quelli che si trovano in prossimità del baglio massimo dello scafo spesso sono maggiormente soggetti a usura, specie da parte delle barche vicine di ormeggio. I nemici più pericolosi dei nostri candelieri sono le grandi barche a motore che in genere hanno un bordo libero più alto di quelle a vela e presentano bottazzi importanti. All’ormeggio proprio questi bottazzi smisurati vanno a premere contro i candelieri che fanno leva sulla basetta creando, a lungo andare, possibili delaminazioni sulla zona di coperta interessata con conseguenti infiltrazioni d’acqua. Le infiltrazioni in coperta derivanti da questo tipo di danno richiedono interventi immediati se non vogliamo ritrovarci con gli interni della barca compromessi.
Continuando a ispezionare la battagliola si verificano quindi che le basi di tutti i candelieri siano ancora ben fissate in coperta e il bullone di fermo che impedisce agli stessi candelieri di sfilarsi faccia il suo lavoro. Stessa cura va posta sui cavi in metallo accertandosi che siano perfettamente integri e non presentino refoli sfilacciati. Durante questi controlli è sempre bene verificare anche che i pulpiti di prua e di poppa siano ben fissati nella loro posizione: questi componenti infatti costituiscono un’importante elemento per la sicurezza dell’equipaggio e sono messi a dura prova sia durante la navigazione che all’ormeggio.
I bulloni dei winch sono corrosi?
Un ultimo controllo tra i componenti della coperta riguarda il verricello elettrico. A volte i bulloni con i quali questo è fissato alla coperta, non sono ben protetti dalle correnti galvaniche e, con il tempo, si consumano sino a fuoriuscire dalla loro sede. Il controllo è semplice: basta passare la mano intorno ai bulloni e ai dadi, se questi sono puliti e asciutti, è tutto in ordine; se al contrario troviamo della polvere bianca o verdastra, allora occorre approfondire il problema. Ci si arma di due chiavi inglesi della giusta misura, in genere il 13 o il 17, poi si provvede a smontare i bulloni e a sostituirli con modelli nuovi. In presenza di bulloni corrosi, si possono installare dei piccoli zinchi a protezione dei bulloni, oppure se la corrente galvanica è procurata da dispersioni dell’impianto elettrico, s’interviene su questo.