Il 28 aprile il Coni ha consegnato al ministro dello sport Vincenzo Spadafora un dossier redatto dal Politecnico di Torino che classifica gli sport per rischio nell’emergenza Coronavirus. La vela e gli sport acquatici individuali sono a “zero rischio”. Un’indicazione importante ai fini del via libera alla pratica nella Fase 2.
Ecco una notizia che fa ben sperare i diportisti e i praticanti amatoriali di tutte le attività veliche, compresi il windsurf e il kitesurf, che potrebbero presto avere il via libera per la pratica della propria disciplina. È appena uscito infatti il dossier del Coni che classifica gli sport per rischio nell’emergenza Coronavirus e la vela è stata valutata tra le attività sportive più sicure, anzi come dice espressamente il testo: a “rischio zero”.
Il dossier dal titolo “Lo sport riparte in sicurezza”, è stato redatto nei giorni scorsi dal Politecnico di Torino e consegnato direttamente dal Coni al Ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Tale documento avrà un valore strategico per aiutare il governo a decidere la ripartenza delle numerose attività sportive.
Le Federazioni chiamate a valutare i rischi
Nel dossier sono raccolte le indicazioni di tutte le Federazioni e discipline sportive di oltre 387 sport diversi. In pratica le Federazioni sono state chiamate ad autovalutare il fattore di rischio, in relazione a una serie di elementi. Il più importante ai fini della ripresa degli allenamenti è il “contatto fra atleti”, da cui si può ricavare una sorta di scala del pericolo di contagio. Ed ecco il dato interessante per i diportisti e gli amanti dei watersports come il kitesurf e il windsurf che potrebbero vedere allentate le restrizioni alle uscite in acqua nelle prossime settimane. In una scala da 0 a 4, tra le attività sportive che hanno rischio zero c’è proprio la vela, insieme al golf, al tennis, all’equitazione e alla pesca.
Tra gli sport a rischio 1 ci sono invece il nuoto in corsia e il ciclismo, a rischio 2 la pallanuoto e il beach volley, a rischio 3 il calcio e la scherma. Infine tra gli sport più pericolosi per la diffusione del Covid-19 ci sono il pugilato, il rugby, la pallacanestro, lo squash e la pallavolo. Premiati dunque gli sport individuali in mezzo alla natura come la vela, mentre sono stati bocciati gli sport da combattimento e quelli di squadra dove il contatto fisico fa parte del gioco.
Presto le linee guida che completano il decreto su Fase 2
Sulla base delle indicazioni contenute nelle 400 pagine del dossier del Coni Palazzo Chigi emanerà le linee guida a completamento del Decreto Legislativo sulla Fase 2 firmato da Giuseppe Conte il 26 aprile che ha previsto a partire dal 4 maggio la ripresa degli allenamenti per gli atleti di interesse nazionale, ma solo per alcune discipline individuali. Con le linee guida dunque sarà più chiaro chi potrà fare cosa quando sarà finito il lockdown.
Alla luce di questo nuovo dossier del Coni quindi è possibile immaginare che un primo via libera potrebbe arrivare per gli sport che hanno una valutazione tra 0 e massimo 2 che poi sono anche tutti sport individuali. La vela, così come il kitesurf e il windsurf, sono tra questi. Teniamo le dita incrociate.
NB: La foto di apertura è di The Action Cruise.
Macché estremi, gli sport acquatici sono un gioco da ragazzi
tutto vero il problema è che chi abita lontano dal mare non può di fatto praticare vela o kite. Alessandro
Bene buone notizie, fà ben sperare, attendiamo sviluppi. Una nota alla redazione. La foto è di proprietà di The Action Cruise. Siamo ben contenti venga utilizzata, esprime tutta la nostra passione per vela, kite e windsurf ma meglio citare le fonti. Grazie
Ciao Federico, grazie dell’apprezzamento e assolutamente sì per la fonte della foto, provvediamo subito. Complimenti per lo splendido scatto. Buon vento!
Sono d’accordo che la vela in se sia uno sport a rischio zero, sei da solo in mezzo al mare, se non ti contagia un gabbiano sei a posto….
Il problema reale è che in barca ci devi arrivare: se prendi la tua attrezzatura da windsurf che tieni a casa tua e da solo vai a farti un giro in uno spot dove non c’è nessuno ok….ma se la tua attrezzatura è in un circolo? E se il tuo spot è molto frequentato?
O peggio, se i tuoi ragazzi devono passare per il circolo, prendere attrezzatura, armare barche, mettersi la muta e poi rivestirsi, condividere un bagno con chissà quante persone…
Io la vedo un po grigia…
Ciao Michele, argomentazioni valide e concrete le tue. Purtroppo i criteri di distanziamento sociale devono rimanere rigorosi se non vogliamo vanificare i nostri sforzi fatti fino ad ora.