Le barche a volte sono più sicure in navigazione che all’ormeggio, specie se non si predispone una difesa scrupolosa e strategica capace di contrastare efficacemente gli effetti di un rafforzo del vento, una forte mareggiata o peggio una tempesta.
Difendere la barca all’ormeggio. La sicurezza delle nostre barche quando si trovano all’ormeggio è uno di quei fattori che ci riempie di ansia e stress. Se capita un groppo di vento, una mareggiata o peggio una forte perturbazione tuttavia non è un grosso problema se si è predisposta una buona strategia di difesa preventiva. Ci sono una serie di punti essenziali e critici per proteggere al meglio la propria barca e affrontarli tempestivamente uno per uno potrebbe significare la differenza tra una barca che supera tranquillamente il momento peggiore oppure al contrario si libera e va a cozzare contro altre barche o altri oggetti alla deriva o peggio colpisce banchine, pontili di cemento o scogli con il serio rischio di riempirsi d’acqua e affondare.
Consultare le previsioni meteorologiche
Difendere la barca all’ormeggio. Per la sicurezza della nostra barca è fondamentale sapere che tempo ci aspetta consultando bollettini e avvisi della Guardia Costiera. Oggi basta dare una rapida occhiata al nostro smartphone anche solo per farci un’idea generale. Con l’App di Meteomed HD per esempio possiamo consultare le previsioni di tutto il Mediterraneo, sia per i 128 settori di mare che per i 2.100 porti presenti. Altrettanto importante è sapere se ci sarà forte vento e da che direzione soffierà. Anche in questo caso App come Windy può esserci di grande aiuto: ci permette infatti di vedere graficamente sullo schermo il flusso di vento in arrivo oppure Windfinder, un’altra App nata per gli appassionati di kitesurf e windsurf, ma utilissima anche a chi va a vela con previsioni su 3 e 5 giorni.
Se poi vogliamo conoscere in anticipo lo stato del mare possiamo ricorrere a Sea Conditions che ci fornisce presenza e altezza delle onde, così come i livelli di marea del Mediterraneo con previsione fino a 3 giorni e aggiornamenti ogni 6 ore.
Rinforzare i cavi di ormeggio
Difendere la barca all’ormeggio. Un groppo di vento, o peggio una tempesta, incidono moltissimo sulla tensione alla quale sono sottoposti i cavi d’ormeggio della nostra barca il cui carico di lavoro è condizionato da una serie di fattori: il peso della barca, la sua superficie esposta al vento, la direzione del vento e il brandeggio steso dello scafo. Ecco perché quando si scelgono le cime di ormeggio, bisogna sempre esagerare un po’ quanto ai carichi di rottura delle stesse. É bene quindi scegliere numero di cavi che per lunghezza, diametro, tipologia e materiali che possano fare molto più di quanto richiesto in situazioni normali.
Ci sono anche dei sistemi che permettono di rendere più elastici i cavi d’ormeggio così da salvaguardare in un momento critico sia il cavo che la barca. Sono noti tecnicamente come “dissipatori” che si trovano sia nella versione a molla che in quella in gomma.
Bitte e gallocce: tante, solide e ben dimensionate
Difendere la barca all’ormeggio. Molte barche moderne hanno bitte e gallocce tristemente inadeguate sia per numero che per dimensionamento che per solidità dell’installazione. Questo problema diventa critico quando durante un rafforzo di vento o una tempesta si usano cime di ormeggio più grandi e di diametro maggiore. Se necessario allora aggiungete in anticipo bitte e gallocce più grandi che renderanno più facile il fissaggio della barca per tutte le condizioni. Occorre anche saper valutare correttamente le capacità di carico di questi componenti. Questo significa assicurarsi che siano tutti sostenuti oltre che da viti e bulloni, anche con piastre di acciaio inossidabile o di alluminio. Fondamentale è anche il modo di lavorare di questi accessori. Per rispondere al meglio a carichi di lavoro stressanti, per esempio una galloccia dovrebbe lavorare nella direzione delle due corna: se invece la cima tira di fianco (cioè perpendicolarmente all’asse più lungo della galloccia) o tira verso l’alto con un angolo superiore a 15-20 gradi, lo sforzo rischierà di deformare la galloccia o anche di piegarla oppure strapparla.
Infine è bene non mettere troppe uova in un paniere portando numerose cime a una sola bitta o galloccia, anche se sono sostenute correttamente. Due cime per galloccia è di solito il massimo consentito.
Costa meno un parabordo che un danno alla barca
Quanti parabordi servono per difendere al meglio la barca? Una regola universalmente valida non esiste ma tutti i produttori suggeriscono di utilizzare almeno 3 parabordi per fiancata anche sugli scafi più piccoli. Su una barca di 12 metri è consigliabile posizionare 8 parabordi tradizionali (cilindrici o sferici), 4 per fiancata, più uno da tenere pronto in caso di emergenza. In caso di vento forte o durante una mareggiata il consiglio è di abbondare: l’acquisto di un paio parabordi in più non inciderà sul nostro budget quanto i potenziali danni provocati da un evento atmosferico inaspettato di fronte al quale ci trovassimo impreparati. La parte di scafo da proteggere con più attenzione è quella più larga. Su barche dalle linee classiche i parabordi vanno collocati in prossimità del centro, su una dalle linee più moderne che generalmente possiedono un baglio massimo più arretrato dovranno essere più spostati verso poppa. Dovremo in ogni caso valutare la situazione e provvedere ad un adeguata protezione dello scafo lungo tutta la sua lunghezza.
Difendere la barca all’ormeggio. In situazioni particolarmente critiche non è male avere a disposizione qualche protezione in più: parabordi tradizionali aggiuntivi oppure angolari utili per proteggerci da eventuali urti a prua e poppa.
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