Come sostituire le linee salvavita della battagliola

A distanza di anni o quando i segni di usura sono evidenti (tagli, crepature, ruggine) è necessario sostituire le linee salvavita della battagliola di bordo. Quale materiale usare? Ecco una guida sui cavi in acciaio o le cime in Dyneema.

Sulla maggior parte delle barche le linee salvavita della battagliola sono realizzate in filo d’acciaio inossidabile rivestito in vinile. Con il tempo e l’aggressione degli agenti atmosferici tuttavia tali cavi possono presentare segni di ruggine, la guaina si crepa e devono essere sostituiti. La domanda allora è con cosa?

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Quale materiale utilizzare? Le 3 opzioni

La prima scelta da fare è cavo in acciaio rivestito oppure no. I vantaggi del filo in inox rivestito sono l’aspetto gradevole, la sensazione di comodità quando si tiene in mano, il basso potenziale di sfregamento in caso di contatto con scotte o altre cime, la lunga durata. Per contro i cavi in acciaio sono più complicati da lavorare, alla fine il rivestimento in vinile si indurisce e si crepa, la corrosione si diffonde all’interno della guaina e può essere impossibile da individuare prima che sia troppo tardi. Infine necessitano di raccordi terminali giuntati o crimpati, per cui può risultare complicato il fai-da-te.

Il filo di acciaio inox non rivestito per contro ha una bella finitura lucida, è facile da ispezionare per verificare l’eventuale presenza di corrosione e ha lunga durata. Lo svantaggio è che è più ruvido per le mani e gli indumenti, necessita di raccordi terminali giuntati o crimpati, quindi non è ideale per il fai-da-te.

Un ultima soluzione, che peraltro è sempre più diffusa sui cabinati di serie di ultima generazione, è la fibra in Dyneema. Queste cime hi-tech presentano una maggiore resistenza a parità di diametro rispetto al filo, sono facili da impiombare, molto leggere, piacevoli al tatto, facili da ispezionare e necessitano di meno raccordi rispetto al cavo di acciaio. Per contro sono più soggette allo sfregamento e alla degradazione da raggi UV, quindi dovranno essere sostituite più spesso.

Il processo di sostituzione dei vecchi cavi

L’armatore ha due possibilità per rinnovare le linee di vita in filo della battagliola della propria barca: procurarsi e acquistare il filo e i raccordi e installarli da sé. Oppure misurare quelle esistenti e inviare i dettagli a un rigger professionista per farle realizzare in modo impeccabile. O ancora, dato che le misure corrette sono fondamentali, potete portare le vecchie linee di vita al negozio di rigging per farle semplicemente duplicare.

Nel lavoro fai-da-te lo scoglio più grosso è crimpare i terminali. Un lavoro non complicato ma lungo e impegnativo anche per la necessità di utilizzare un costoso attrezzo a leva per la crimpatura. Considerando che le terminazioni della battagliola variano da 25 a 30 potete farvi un’idea.

Sia che decidiate di rinnovare le linee della battagliola da soli, sia che lo facciate fare a un rigger, dovreste essere in grado di riutilizzare i tenditori o i ganci esistenti e sostituire solo le borchie, il che ridurrà la spesa. Considerate tuttavia, che i moderni ganci cosiddetti “pelican” sono molto più facili da usare rispetto ai modelli più vecchi, quindi potrebbe valere la pena di aggiornare almeno questi.

Linee battagliola

Fibre ad alto carico: diametro e tipi di treccia

Il polietilene ad altissimo peso molecolare o HMPE, noto come Dyneema o Spectra, è 15 volte più resistente dell’acciaio in termini di peso. La scelta da fare in questo caso è quella di utilizzare una treccia singola o doppia di Dyneema. La treccia singola è più facile da giuntare e il suo dimensionamento non è ambiguo: una treccia singola di 5 mm, lo spessore massimo necessario per le linee di vita, sarà proprio così, mentre una treccia doppia di 5 mm avrà in realtà un’anima di 4 mm e sarà quindi notevolmente più debole. La treccia singola ha un aspetto grezzo, mentre la doppia ha un aspetto più elegante e professionale. Anche se la copertura della doppia treccia serve solo a proteggere l’anima e non sopporta alcun carico. Tuttavia offre una maggiore resistenza alla degradazione dei raggi UV e allo sfregamento. La doppia treccia è anche più difficile da giuntare rispetto alla treccia singola, a meno che la copertura non venga tagliata per esporre l’anima, per cui il velista fai-da-te opterà probabilmente per la treccia singola, come ho fatto io.

Per quanto riguarda lo spessore, sulle barche più piccole si può utilizzare un filo da 3 o 4 mm, ma un filo da 5 mm è più resistente e offre una sensazione migliore. Tutti i principali produttori di corde hanno la loro versione di treccia singola in Dyneema.

Linee battagliola

Impiombature e raccordi

È possibile comporre le linee di vita della battagliola facendo passare il Dyneema attraverso i candelieri, impiombando un occhiello con un ditale a ciascuna estremità e fissando il tutto agli occhielli del pulpito o del corrimano di poppa con un cordino in Dyneema. Questo è il modo più semplice per farlo. In alternativa, alcuni produttori offrono dei bei raccordi in acciaio inox spazzolato. Qualunque sia il metodo utilizzato, è indispensabile giuntare la cima in modo corretto.

Se si utilizzano raccordi metallici come tenditori o ganci pelican è necessario estendere al massimo le filettature di regolazione, perché è inevitabile che il Dyneema si muova un po’. Inoltre tra le altre cose da tenere d’occhio ci sono gli spigoli vivi sui candelieri. Ispezionateli con attenzione e limate eventuali bave o altri difetti che potrebbero tagliare le fibre. Se le scotte appoggiano sulle cime in qualsiasi punto della vela, si tratta di un altro possibile punto di sfregamento. Tuttavia, il Dyneema è notevolmente resistente alla frizione rispetto alla maggior parte delle altre fibre utilizzate per le cime, e se controllate regolarmente le vostre linee di vita, qualsiasi segno di danneggiamento sarà evidente. Se una linea di vita dovesse in qualche modo interrompersi, a bordo procuratevi del Dyneema di riserva per crearne un’altra in pochissimo tempo. Per quanto riguarda la durata, per le cime in Dynema si parla regolarmente di cifre che vanno dai 3 ai 7 anni.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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