Come scegliere il winch e il suo ruolo su una barca a vela

Il winch così come lo conosciamo oggi ha fatto la sua comparsa negli anni ’50 negli Stati Uniti, grazie all’idea visionaria di alcuni pionieri di questo campo che commercializzarono i primi modelli adatti al diporto con il marchio Lewmar. Successivamente si sono diffusi a macchia d’olio in tutto il mondo, ed oggi esistono diverse case produttrici e svariati modelli.

In realtà argani e verricelli esistono da sempre a bordo delle navi, ma l’utilizzo nel diporto con il moderno sistema di trasmissione a manovella e l’evoluzione dei materiali hanno avuto un notevole impulso a partire dall’immediato dopoguerra. Da allora la tecnologia costruttiva dei winch si è sviluppata notevolmente, seppur mantenendo le sue caratteristiche essenziali. Nel panorama velico moderno è diventato uno strumento a cui non è assolutamente pensabile rinunciare.

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A cosa servono i winch e come funzionano

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Esempio di corretto posizionamento della scotta sul winch

Il winch, o verricello in italiano, fondamentalmente è un argano il cui asse di rotazione è verticale. Il suo principio di funzionamento si basa sulla demoltiplicazione dello sforzo che si deve compiere per mettere in tensione una determinata scotta o cima. In pratica utilizzandolo riusciamo ad applicare una forza decisamente maggiore rispetto alla nostra. Come avviene tutto questo? il meccanismo è molto semplice e sfrutta due principi. Il primo aspetto da considerare riguarda la fisica e dipende dalla lunghezza della maniglia, che aumenta la leva con cui applichiamo la nostra forza al verricello. Il secondo aspetto è dato dalla particolare progettazione, in particolare dalle sue “marce”. Esistono infatti degli ingranaggi al suo interno per cui quando giriamo la maniglia la forza applicata viene moltiplicata ( il cosiddetto rapporto di trasmissione) in base alle dimensioni degli ingranaggi stessi. Sulla maggior parte delle barche i winch hanno una o due marce (in base al senso di rotazione della maniglia si usa una o l’altra). Più raramente, in genere su barche da regata, si trovano winch con tre o quattro marce, ma sono accessori abbastanza costosi.

Cosa cambia un numero di marce maggiore o minore?

Come dicevamo sopra i winch solitamente hanno una o due marce. Quelli ad una marcia fanno corrispondere un giro della maniglia ad un giro del tamburo mentre nell’altro senso di rotazione gira a vuoto per il recupero. In questo caso in guadagno sta semplicemente nella maggiore leva esercitata grazie alla lunghezza della maniglia. Ovviamente una maniglia più lunga consentirà di applicare una leva maggiore, per contro una maniglia di dimensioni più contenute permette di avere più agilità nelle maovre. Nel caso di doppia velocità invece gira in un senso in “diretta” (come nel caso precedente) mentre nell’altro senso, grazie ai particolari ingranaggi, gira con la “ridotta”, cioè con un rapporto di riduzione che solitamente è 5:1 o 6:1. Cioè sono necessari 5/6 giri della maniglia per completarne uno del tamburo, riducendo però notevolmente lo sforzo richiesto. Nei verricelli più grandi, visti i maggiori carichi previsti, solitamente anche la prima marcia ha un rapporto di riduzione. Per fare un esempio pratico di quanta forza si riesce ad applicare con un verricello, poniamo di avere una maniglia da 25 cm , un tamburo di diametro 12,5 cm ed un rapporto di trasmissione di 6:1. Il rapporto di potenza sarà di 24:1 cioè per ogni chilo di forza applicata manualmente ne risulteranno ben 24 sulla nostra cima. Spesso questo numero è stampato al di sopra. Ovviamente aumentando il rapporto di cui sopra, diminuisce proporzionalmente la velocità con cui si riesce a recuperare la cima.

Le tipologie di winch in commercio

 Tradizionale "savoir faire", alta tecnologia, ottima qualità per questi winch Lewmar self-tailing.

Esistono diverse tipologie di winch, in base ai diversi progetti sviluppati da ciascun produttore ed in base ai materiali utilizzati. Ovviamente le dimensioni variano per adattarsi alle esigenze di un pubblico molto eterogeneo. Vediamo di orientarci nel panorama di offerte che si trovano sul mercato.
Innanzitutto facciamo una prima distinzione: con e senza self-tailing.
I winch senza self tailing si presentano semplicemente con il tamburo (o campana) e sono stati i primi a comparire sul mercato. Oggi si vedono solo sulle barche più datate o su alcune imbarcazioni sportive.
I winch con self tailing oltre al tamburo su cui girare la cima, hanno una particolare ghiera che permette di cazzare le scotte semplicemente girando la maniglia, senza doverle contemporaneamente trattenere con le mani. Questo permette una grande comodità, soprattutto sulle barche da crociera o quando si naviga con equipaggio ridotto, ed attualmente sono i più diffusi.

Winch Lewmar Ocean Standard Alluminio - Winch Lewmar Lewmar

I materiali dei winch: vantaggi e costi

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Anche i winch, così come tutti gli accessori nautici, hanno avuto una evoluzione nei materiali veramente impressionante negli ultimi anni. Attualmente il materiale più diffuso nella produzione è l’alluminio anodizzato. E’ quello che presenta il miglior rapporto qualità/prezzo essendo ragionevolmente duraturo, economico e leggero. L’unico difetto può essere un notevole surriscaldamento nei climi equatoriali.
Un altro materiale particolarmente diffuso è il bronzo cromato, leggermente più pesante ma più resistente rispetto all’alluminio e leggermente più costoso.
Meno diffuso è l’acciaio inossidabile, teoricamente indistruttibile ma più costoso dei due precedenti. Da ultimo sono disponibili sul mercato quelli fabbricati in carbonio o moderni materiali compositi. Decisamente i più costosi della gamma, si vedono solamente su barche da regata alla ricerca di performance e leggerezza. Con una buona manutenzione un componente di qualità si mantiene in piena efficienza a lungo ed ha una aspettativa di vita davvero alta.

La tecnologia alla ribalta: i winch elettrici

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Ultimamente sta prendendo piede, anche su barche da crociera, l’usanza di motorizzare i winch. Esistono sul mercato specifici modelli già motorizzati ed altri modelli a cui è possibile applicare anche successivamente il proprio motore. E’ inutile far notare la comodità di un tale strumento, in particolare su barche di una certa dimensione si riesce a rendere meno impegnativa la gestione delle scotte o delle drizze, soprattutto in condizioni di equipaggio ridotto, lasciando maggiori energie per godere appieno delle emozioni della navigazione a vela. Un modello elettrico ha inevitabilmente un costo più caro rispetto al winch tradizionale, inoltre è richiesto un maggiore impegno da parte dell’impianto elettrico di bordo, in special modo le batterie. (vedi articolo).
Un’ultima nota riguarda i winch idraulici. Presenti solo su imbarcazioni particolarmente grandi, richiedono un impianto idraulico specificamente progettato e dedicato.

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