Qualunque sia il livello di esperienza del vostro equipaggio, la costruzione di un team coeso e affiatato è fondamentale per essere sicuri di essere pronti quando in mare il gioco si fa duro.
Guidare un equipaggio di velisti in una regata offshore o lungo costa può essere estremamente impegnativo per un comandante. Caratteri personali difficili, turni di guardia estenuanti, difficoltà della navigazione, pasti razionati e ore di sonno col contagocce, sono tutti fattori che possono mettere a dura prova la testa e il corpo di tutti. Mantenere costantemente il morale alto in queste condizioni può rivelarsi estremamente difficile. Ma ci sono dei piccoli trucchi che possono facilitare il lavoro. Vediamo quali sono.
Leggi anche: Come si forma un equipaggio da regata
Condividere il carico delle responsabilità
Essere comandante di una barca da regata in genere è un’attività solitaria. Essendo l’unica persona in cima alla piramide, a chi può rivolgersi lo skipper quando si ha bisogno di sostegno? “A Dio”, direbbe il vecchio adagio latino. Eppure certi equipaggi vincono proprio perché capiscono che a bordo c’è bisogno talvolta di più leader. Persone competenti e genuine che possono farsi avanti e, se necessario, guidare anche senza la dovuta autorità sulla carta.
Togliere pressione al leader
Rendendo più versatile la struttura di leadership, per esempio creando un ruolo di co-skipper per aiutare a mantenere alte le prestazioni della barca e selezionando turni di guardia bravi a gestire andatura e attrezzature, si toglie pressione dalle spalle del comandante e si crea un forte senso di responsabilità collettiva nell’equipaggio. Queste persone possono anche non essere necessariamente i velisti più esperti. L’importante è che abbiano la capacità di ispirare il resto del team a impegnarsi nelle decisioni difficili necessarie per vincere la regata.
Sostenere il leader è sinonimo di intelligenza
Qualunque sia il proprio ruolo a bordo, è importante sostenere il comandante nella buona e nella cattiva sorte. Spesso in regate di alto livello può esserci molto ego che, se non gestito correttamente, può essere del tutto controproducente. I bravi leader sanno come mettere da parte la propria agenda personale e seguire gli altri quando lo richiede lo sforzo della squadra.
Non solo leadership, ma anche “followship”
Come mantenere alto il morale dell’equipaggio in regata. Questo fa sì che la cosiddetta “followship” sia vitale quanto la leadership, ed è qui che un buon secondo in comando si rivela davvero importante. In genere si tratta di un caposquadra, capace di gestire la barca a pieno titolo, ma anche di sostenere e talvolta proteggere il leader stesso.
Guidare il gruppo con gentilezza ed empatia
Negli ultimi anni a livello di coaching si parla molto di gentilezza, compassione ed empatia, concetti che probabilmente in campo sportivo non sarebbero stati associati alla leadership. In realtà è dimostrato che anche non essere necessariamente dei duri e puri, scontrosi e suscettibili può fare la differenza nella gestione di situazioni complicate.
Comandare l’equipaggio dando il buon esempio
Un bravo leader è bravo anche a consentire alle persone dell’equipaggio di avere influenza senza autorità. Questa è un’abilità enorme: essere in grado di guidare gli altri quando non si ha il distintivo o il titolo di autorità. Dare l’esempio, guidare il gruppo con rispetto e gentilezza è spesso più potente che governare con la frusta.
Non avere paura di festeggiare i successi
Per definizione in regata i maggiori miglioramenti derivano dalle maggiori sconfitte. Ma questo non deve mettere in ombra i momenti in cui si ha la consapevolezza di avere fatto un ottimo lavoro. Trovare il tempo per festeggiare le vittorie, dare una pacca sulla spalla ai membri dell’equipaggio e a noi stessi quando abbiamo eseguito una buona manovra o siamo riusciti a navigare al meglio in una parte cruciale della regata con una buona abilità e strategia è un obbligo morale.
L’equipaggio che cade e si rialza
Allo stesso modo, è importante non rimproverarsi troppo o troppo a lungo per i propri errori e le proprie sfortune. Nei momenti più bui, è la rapidità e la forza con cui ci si riprende dalle avversità a definire un velista di successo.
Il senso e lo scopo di essere lì
Quando in mare si è nel pieno di una crisi, magari in una tempesta a 60 nodi o anche solo in un duello feroce con un’altra barca accanto a noi, può essere facile perdere la concentrazione sull’obiettivo principale. Quando si verifica un conflitto, come inevitabilmente accadrà, è necessario ricordare alle persone il motivo per cui sono lì. Chiedete al vostro team cosa si prova a portare a termine la gara e coinvolgeteli nel vostro pensiero strategico.
Ecco come impara veramente l’equipaggio
Se l’equipaggio sente che il successo dell’esperienza dipende anche da loro, sarà molto più propenso a rimanere con il leader. Dice un vecchio proverbio: “Se me lo dici, me lo dimentico. Mostratemi e forse mi ricorderò. Coinvolgimi e imparerò”, ecco questo è sicuramente un buon motto da ricordare.