Come conservare e prendersi cura della muta stagna

Compagna preziosa delle uscite invernali su derive, skiff e catamarani, la muta stagna ha bisogno di alcune cure di base per mantenerla in condizioni ottimali. Ecco allora come conservarla al meglio in ogni suo componente.

Per continuare a veleggiare a bordo di una deriva anche in inverno una muta stagna è fondamentale. Meglio conosciute come “drysuit”, le mute stagne fermano al 100% l’acqua grazie a speciali tipi di nylon abbinati a manicotti in lattice inseriti nei polsi, sul collo e alle caviglie. Avendo uno spessore piuttosto sottile però non mantengono il calore. Per questo chi le indossa utilizza sempre ulteriori strati interni, tipo tute e abbigliamento intimo tecnico. Inoltre essendo perfettamente stagne, tali mute non traspirano e producono condensa interna. Piccoli svantaggi che però permettono di uscire tutto l’anno in particolare su barche cosiddette “bagnate”, come derive, skiff e catamarani.

Come tutti i capi tecnici, anche le mute stagne hanno bisogno di alcune cure di base per mantenerle in condizioni ottimali ed efficienti. Ecco allora come conservarle al meglio in ogni loro componente.

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La pulizia della muta stagna

Partiamo dalla pulizia. È importante pulire la muta stagna dopo l’uso, sia all’interno che all’esterno. Va usata solo acqua dolce senza detergenti e possibilmente fresca. Il calore eccessivo infatti potrebbe attivare i collanti con conseguenti scollamenti. Le sostanze chimiche come crema solari e lubrificanti usati in barca possono danneggiare le guarnizioni. Quindi queste devono essere risciacquate con particolare cura. Assolutamente sconsigliato è il lavaggio della muta stagna in lavatrice perché la centrifuga e gli urti nel cestello sarebbero deleteri per le valvole di carico e scarico oltre che per la cerniera stagna. Altresì sconsigliato è il lavaggio dell’interno della muta che andrebbe a stressare le sigillature interne e comporta un lungo il processo di asciugatura.

Tuttavia la muta stagna può periodicamente venire igienizzata con appositi anti batterici e disinfettanti. Il procedimento è semplice: basta riempire una vasca di acqua dolce, fredda e pulita aggiungendo disinfettante per uso alimentare; dopodiché si lascia il tutto in immersione per circa 10 minuti.

Come conservare la muta stagna

Dopo il lavaggio la muta stagna va asciugata possibilmente all’aria e lontano dal sole e da fonti di calore. Meglio se a testa in giù per permettere all’acqua di defluire e con la cerniera aperta per massimizzare il flusso d’aria interno. Dopodiché va conservata in un ambiente interno asciutto, come un armadio e all’interno di una sacca. Assicuratevi che la muta sia completamente asciutta prima di riporla per evitare muffe e che le guarnizioni e la cerniera non siano piegate o attorcigliate. Se conservate la muta per più di una settimana o due, sulle guarnizioni potete passare una leggera spolverata di talco minerale. La muta stagna non va assolutamente conservata appesa, per evitare di sottoporla ad un processo di invecchiamento precoce. L’ideale è arrotolarla per evitare che la cerniera sia sottoposta a pieghe eccessive durante la piegatura. Inoltre la cerniera stessa andrebbe sempre rivolta verso l’esterno.

La cura della cerniera della muta

La cerniera di una muta stagna è vitale per la sua integrità impermeabile ed è importante assicurarsi che sia libera da sporco e detriti. Vale la pena lubrificarla leggermente con un apposito lubrificante per cerniere e non usare uno qualsiasi perché può attirare sporco e detriti.

Quanto alla lubrificazione della cerniera, se questa è di tipo metallico, si usa la paraffina solida (di solito venduta in blocchetti). La paraffina solida va applicata strofinando leggermente in modo da interessare i dentini metallici e non la parte morbida (gomma o PU) della tela di supporto. Anche i destini interni devono essere lubrificati con paraffina solida. Nel caso siano visibili impurità sulla cerniera provvedere alla pulizia della stessa utilizzando l’apposito olio con uno spazzolino morbido. Se la cerniera stagna è del tipo in plastica si utilizza invece il grasso fornito a corredo della cerniera. La quantità di grasso da applicare è sempre un sottile film. Gli spray al silicone sono tassativamente vietati. La lubrificazione può essere estesa a polsini e collarino.

Come proteggere le guarnizioni della muta stagna

Le guarnizioni sono la parte più vulnerabile della nostra muta, quindi vale la pena controllarle per assicurarsi che non abbiano danni o strappi. Va da sé che quando si indossa una muta stagna, occorre rimuovere qualsiasi bracciale in metallo o orologio che potrebbe danneggiare la guarnizione. Le guarnizioni in lattice possono essere suscettibili a una varietà di sostanze chimiche, comprese quelle della nostra pelle, quindi è importante conservare la muta stagna pulita e asciutta per massimizzarne la durata. Le guarnizioni possono anche essere danneggiate dai vapori chimici, quindi riponetele lontano da vernici e altri prodotti chimici che potreste conservare o usare in un garage o in un capannone.

Come prendersi cura dei calzari della muta

Come per le guarnizioni, i calzari sono spesso realizzati in lattice, quindi fate molta attenzione che siano puliti, asciutti e senza danni. Anche in questo caso un po’ di talco distribuito all’interno dei calzari impedisce che si attacchino a sé stessi durante la conservazione. I calzari totalmente risvoltabili sono quelli a calza (soft boot), mentre tutti quelli che hanno una suola o dei rinforzi applicati a tallone e tomaia, pur essendo flessibili tanto da poterli risvoltare, non gradiscono troppo lo stress di questa manovra.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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