Un equipaggio di tre marinai, due russi e un francese, è stato tratto in salvo nelle acque australiane dopo che un branco di oltre 20 squali ha attaccato e affondato il loro catamarano a vela.
Tre marinai sono stati salvati da un catamarano a vela che stava affondando lo scorso 6 settembre dopo essere stato ripetutamente attaccato da un branco di squali a oltre 500 miglia al largo dell’Australia. I soccorritori hanno recuperato gli uomini, due russi e un francese, dopo che il loro segnalatore di emergenza ha inviato una richiesta di soccorso nella notte.
L’equipaggio si era imbarcato il 28 agosto dall’isola di Vanuatu, nel Pacifico, ed era diretto alla città australiana di Cairns per l’ultima tappa di una spedizione intorno al mondo. Ma diversi attacchi di squali hanno danneggiato la sezione di poppa di entrambi gli scafi della loro barca di 9 metri dotata di scafi gonfiabili, simili a quelli dei gommoni. Intercettata la richiesta di soccorso. sul luogo dell’incidente è stata dirottata la nave da trasporto “Dugong Ace” battente bandiera panamense che era diretta a Shanghai. L’equipaggio della nave ha quindi tratto in salvo i tre uomini illesi e sotto shock. Nulla da fare invece per il catamarano “Russian Ocean Way – Tion” immatricolato in Russia che è stato abbandonato alla deriva.
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Due attacchi sono stati fatali per il catamarano
Il multiscafo era condotto dai russi Evgeny Kovalevsky e Stanislav Beryozkin, insieme al francese Vincent Thomas Etienne. Era partito da San Pietroburgo nel luglio 2021 nell’ambito di una spedizione a vela finanziata dalla Società Geografica Russa che voleva emulare i pionieri esploratori russi del XIX secolo. Il viaggio era stato pianificato infatti per coincidere con il 250° anniversario della nascita di Adam Johann von Krusenstern, che guidò il primo viaggio russo intorno al mondo. Il piano di rotta prevedeva di visitare 40 Paesi e di tornare a San Pietroburgo nel luglio 2024.
La barca tuttavia è stata attaccata per la prima volta il 4 settembre da squali della specie “cookiecutter”. Questo ha causato l’immersione parziale dell’imbarcazione, che però ha proseguito per altre 100 miglia. Il giorno successivo tuttavia è stata nuovamente attaccata e gli squali hanno perforato lo scafo di dritta, facendolo affondare. Le foto satellitari hanno mostrato l’entità del danno, con l’imbarcazione che si è chiaramente inclinata e ha perso galleggiabilità. A quel punto l’equipaggio ha fatto scattare l’allarme. Kovalevsky ha dichiarato che nei due attacchi erano presenti dai 20 ai 30 squali.