Batterie di bordo: dove è meglio collocarle?

La posizione delle batterie a bordo di una barca è importante perché influisce sulla gestione degli spazi dello scafo, sulla distribuzione dei pesi, sul comfort e soprattutto sulla sicurezza della navigazione. Vediamo dove vengono collocate dai cantieri e come modificare in caso di necessità questa posizione originaria.

L’impianto elettrico è il cuore pulsante della nostra barca. A esso sono collegate gioie e dolori della navigazione perché permette di far funzionare tutte le utenze e i dispositivi necessari al nostro comfort e alla conduzione della barca, ma ci espone anche a possibili avarie, come black out e corto circuiti. Uno dei problemi che riguardano l’impianto elettrico è la corretta collocazione delle batterie a bordo perché condiziona la logistica degli spazi, la distribuzione dei pesi e anche la sicurezza della navigazione.

Cerchiamo allora in questo articolo di capire dove posizionare al meglio le nostre batterie in barca, dove di solito vengono collocate da cantieri e progettisti e qualche accorgimento per realizzare un impianto elettrico funzionale e sicuro.

L’identikit di un impianto elettrico marino

Un impianto elettrico marino non si discosta molto da quello di un’automobile. È composto da uno o più accumulatori, un alternatore per la ricarica e una serie di utenze, come il motorino di avviamento del motore, le luci di navigazione, i servizi di bordo e così via. In genere è buona norma disporre di due batterie a bordo: una dedicata solo all’avviamento del propulsore e l’altra per i servizi di bordo. Entrambe però, ovviamente in ingresso, saranno alimentate dall’alternatore e da un caricabatteria a 220 (da utilizzare in porto). In caso di acquisto di una batteria nuova, il calcolo della potenza è semplice: basta sommare il consumo delle utenze e moltiplicarlo per il numero di ore che si suppone possano rimanere in funzione; dopodiché si moltiplica per 2 in maniera tale da non sfruttare mai completamente la nostra riserva energetica. È buona norma anche disporre di uno stacca batterie da inserire a fine navigazione per evitare che qualche dispersione ci faccia brutti scherzi, soprattutto se sappiamo di non dovere utilizzare la barca per qualche tempo.

Per quanto riguarda infine i cavi che arrivano alle nostre utenze, il loro diametro deve essere proporzionato all’assorbimento previsto. Normalmente si usano diametri da 2,5 mm per le utenze “pesanti”, per esempio autoclave, avviamento, inverter, generatori, condizionatori, luci e diametri minori per utenze “leggere” come tutta l’elettronica, il plotter, l’ecoscandaglio, il Gps,il  radar, la radio VHF, etc. Il diametro sbagliato quando è troppo piccolo tende a surriscaldare e a creare problemi di corto circuito o di principio di incendio, se troppo grande assorbe inutilmente corrente.

Collocazione originale e spostamenti successivi

Oggi le barche di serie nascono già assemblate e sono i cantieri stessi a definire la collocazione delle batterie di bordo. C’è sempre tuttavia la possibilità di modificare questa posizione originaria per vari motivi: per necessità logistica, al fine di ottimizzare meglio gli spazi di bordo oppure perché se ne vogliono aggiungere di ulteriori a fronte di un maggior numero di utenze. Sulla loro collocazione incide anche il loro numero, se fanno parte di un pacco unico o divisibile e se sono collegate con cavi grossi e corti. Alcuni accumulatori, per esempio quelli tradizionali, devono essere posizionati esclusivamente in un certo modo, mentre le batterie al gel possono essere collocate in qualsiasi posizione.

In generale l’importante è posizionare tutti i nostri accumulatori in un vano asciutto, il più possibile areato, dove si possono rizzare in maniera sicura e dove sia agevole eseguirne gli ordinari controlli.

A centro barca per ottimizzare i pesi

La disposizione ideale delle batterie di bordo dovrebbe tenere conto del peso delle stesse e quindi essere il più possibile in basso e a centro barca in modo da distribuire al meglio i pesi dell’insieme senza condizionare le prestazioni dello scafo, soprattutto se parliamo di barche sotto i 12 metri. Su cabinati di piccole dimensioni in ogni caso gli spazi a disposizione per ospitarli sono pochi e difficilmente modificabili. Considerate che una batteria media pesa anche 50-55 chilogrammi e un banco batterie da 4 elementi supera i 200 chilogrammi. Spesso le batterie vengono collocate in sentina, sopra la chiglia fissa oppure ai lati della cassa della deriva mobile, in modo da aumentare la zavorra interna. In genere questo è anche il posto scelto da progettisti e cantieri che lo allestiscono con appositi listelli di legno o staffe che tengono ferme le batterie. Un consiglio è quello di isolare i morsetti della batteria con appositi coperchi in plastica e ritagli di gomma avendo cura prima di pulirli e lubrificarli con grasso di vaselina.

A volte le batterie vengono collocate all’interno dei gavoni posizionati sotto alle sedute dei divani del quadrato distribuendole magari tra gli spazi di poppa e quelli prua. La controindicazione è che tali gavoni a bordo di un cabinato sono i più utilizzati per stivare materiali e attrezzature di uso quotidiano e averli sempre occupati dalle batterie può rendere la vita a bordo meno confortevole. Su alcuni cabinati le batterie vengono posizionate dal cantiere sempre all’interno delle sedute ma dell’angolo carteggio. Se proprio non si possono posizionare le batterie a centro barca, è importante comunque mantenerle vicino all’asse longitudinale dello scafo, anche se magari spostate più a prua o a poppa.

Minimizzare i cablaggi e ottimizzare l’assemblaggio

Un’altra collocazione molto gettonata dai diportisti è sotto i pagliolati laterali alla scaletta d’accesso: si tratta di posti asciutti, centrali, simmetrici e vicini al motore. Se si sceglie questa posizione andrebbero comunque controllate le altezze utili e soprattutto cercare di rendere stagni tutti i collegamenti elettrici. C’è anche chi posiziona le batterie il più possibile vicine al motore entrobordo, per esempio accanto alle cabine di poppa  con l’obiettivo di minimizzare i rispettivi cablaggi.

Per sfruttare al meglio gli spazi si può decidere di cambiare le batterie al momento di sostituirle: per esempio due batterie da 110 Ah, 12 V assemblate in parallelo possono essere cambiate in due batterie da 270 Ah, 6 V, disposte in serie in modo da conservare la stessa pianta ma essere più alte del 50 per cento e quindi sfruttare lo spazio libero in altezza del gavone.

Batterie in sentina: e in caso di allagamento?

Le norme di sicurezza prevedono di collocare le batterie sopra il livello massimo dell’acqua in sentina, quindi nel sotto pagliolato. In genere sono posizionate a un’altezza di circa 20-30 centimetri rispetto al fondo della sentina, ai quali si aggiunge l’altezza stessa degli accumulatori dove si trovano i relativi tappi. Occorre infatti tenere in considerazione i possibili sbandamenti della barca, soprattutto nelle andature al vento. C’è però da dire che anche in questa posizione in caso di entrata copiosa di acqua all’interno della barca per via per esempio di una falla improvvisa i nostri accumulatori sarebbero i primi oggetti a bagnarsi con il rischio di andare in black out oppure compromettere in un colpo solo la possibilità di accendere il motore e manovrare, oppure ancora rendendo impossibile utilizzare la radio ed eventuale DSC per chiamate di soccorso. Un tempo le regole della marineria, ancora in uso per le navi, volevano che ci fosse una batteria dedicata alla radio in posizione non allagabile, almeno finché la nave non andasse a picco. Come tutte le regole intelligenti sono in pochi i diportisti che le adottano, anche se ormai hanno tutti il Vhf portatile o il cellulare, utile però soltanto se l’emergenza è sotto costa dove il dispositivo prende.

L’altro problema in caso di allagamento è il black out della batteria per avviare il motore. Fino a 40-50 anni sui cabinati a vela nessun entrobordo era condizionato dalla batteria: nelle situazioni di emergenza si manovrava l’alzavalvole e si faceva l’avviamento con la manovella. Oggigiorno da quando i motori marini non sono più concepiti per le barche ma sono di derivazione automobilistica questo non è più possibile.

Per ovviare al problema si possono rendere stagne le batterie grazie a dei morsetti da immersione oppure si possono creare delle scatole stagne al cui interno inserire gli accumulatori, oltre al lavoro non facile di rendere impermeabili i passaggi dei cavi con canalette apposite. Un’alternativa è quella di prevedere una piccola batteria a secco di emergenza posizionata più in alto delle altre.

Come scegliere le Batterie di bordo, una guida completa

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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