Le navigazioni lungo costa permettono di dedicarsi alle esplorazioni dei fondali e sono molti i diportisti che decidono di imbarcare l’attrezzatura subacquea. Ecco tutto l’occorrente che bisogna avere a bordo per praticare le immersioni, la normativa da rispettare e le regole di sicurezza.
Navigare in barca permette di visitare luoghi suggestivi, costeggiare scogliere incantevoli, isolotti solitari, spiagge bianche e baia incontaminate. Spesso tuttavia il diportista non si accontenta di vivere il mare solo in superficie. I fondali marini infatti rappresentano un mondo misterioso e affascinante che permette di vivere nuove esperienze e provare sensazioni indimenticabili. La chiave per esplorare il mondo sommerso sono le immersioni con le bombole. Perché dunque non sfruttare le possibilità offerte da navigazioni e uscite in barca per concedersi ogni tanto delle belle “passeggiate” sottomarine?
Ecco allora quale attrezzatura da sub occorre imbarcare, le norme di comportamento, i corsi di addestramento a cui si può partecipare e qualche nozione sulla sicurezza.
Esplorare i fondali in libertà è facile
La subacquea è una disciplina sportiva piacevole e priva di rischi se praticata con buon senso e seguendo alcune fondamentali norme di sicurezza. Per immergersi con le bombole a livello amatoriale bastano infatti alcune nozioni teoriche e qualche conoscenza pratica delle attrezzature e dei comportamenti da tenere sott’acqua. Se non si soffre di particolari patologie con poche centinaia di euro si può quindi seguire un corso specifico per conseguire il brevetto di primo livello e acquistare un corredo da sub completo.
Certo, in barca la gestione di un’attrezzatura ingombrante e pesante come quella per le immersioni richiede qualche accorgimento nella preparazione scegliendo accuratamente i gavoni dove stivare l’attrezzatura e organizzando le fasi di vestizione ed entrata in acqua. Fatto questo, non resta quindi che armarsi di curiosità, macchina fotografica e tuffarsi nel grande blu.
Maschera e bombole, la nostra riserva d’ossigeno
Nello scegliere una buona maschera subacquea è importante che la parte morbida, solitamente in silicone, aderisca bene sul viso in modo che non ci siano infiltrazioni d’acqua. Non tutti i modelli si adattano allo stesso modo per cui è necessario testarne tenuta e comodità. La cinghia della maschera deve essere facilmente regolabile e di spessore sufficiente a trattenere in sicurezza anche il tubo di respirazione, il cosiddetto snorkel.
Per quanto riguarda la riserva d’aria per immergersi, bombola, rubinetto erogatore e fruste, ossia i tubi di connessione, sono gli elementi che compongono il gruppo Arav (autorespiratore ad aria), cioè il sistema che permette al subacqueo di respirare durante l’immersione. Le moderne bombole sono costruite in acciaio o alluminio e nell’uso amatoriale vengono caricate a una pressione di 230 atmosfere. La capacità di carico nei modelli sportivi va da 10 fino a 18 litri. All’interno della bombola può essere immessa solo aria oppure delle miscele di gas. Per caricare le bombole occorrono potenti compressori impossibili da tenere su una barca per questo vanno preparate in anticipo a terra.
Il Gav: cos’è e come funziona
Nella parte superiore della bombola c’è l’ogiva dove viene avvitata la rubinetteria (primo stadio dell’erogatore) che ha lo scopo di portare l’aria della bombola a una pressione intermedia di mantenerla costante indipendentemente dalla profondità. È composta da uno o due rubinetti e dalle uscite per quattro fruste: manometro sistema di gonfiaggio del gav, erogatore principale e di emergenza. L’erogatore, o secondo stadio, è un meccanismo con boccaglio che porta l’aria alla pressione atmosferica e permette di respirare naturalmente.
Il Gav, acronimo di giubbotto ad assetto variabile, è una specie di zaino gonfiabile le cui funzioni sono di sostenere la bombola che viene fissata tramite cinghie con chiusura velcro o a fibbia e di permettere al subacqueo di mantenere l’assetto orizzontale durante la nuotata in profondità nonché ad aiutarlo nelle fasi di galleggiamento in superficie, di discesa e di risalita. Il gonfiaggio e lo sgonfiaggio possono avvenire tramite un meccanismo a bassa pressione azionato da due tasti e alimentato dalla bombola o manualmente, soffiando in un boccaglio. C’è anche una valvola per lo sgonfiaggio veloce che viene aperta tirando un apposito laccio. Nel Gav inoltre ci sono tasche dove riporre oggetti e zavorra supplementare e ganci per fissare eventuali attrezzature.
Al polso tutti i dati dell’immersione
L’utilizzo dei computer subacquei ha contribuito in grande misura a semplificare la permanenza sott’acqua. Se prima occorreva effettuare noiosi calcoli, come le tabelle di immersione, ora basta uno sguardo al polso per conoscere esattamente oltre a l’ora, il tempo di immersione utile a non superare i limiti sicurezza o eventualmente calcolare con precisione tempi e quote della decompressione. Questi strumenti sempre più simili a normali orologi e servono a calcolare l’intervallo di tempo consigliato tra un immersione e l’altra, selezionare tra diverse miscele di gas, indicare la massima profondità operativa, aziona allarmi sonori, registrare i tempi di immersione, interfacciarsi con i computer e calcolare temperatura e salinità dell’acqua.
La tenuta da immersione: muta, calzari, pinne e coltello
Le pinne per la subacquea non hanno in genere la scarpetta chiusa, ma una cinghietta nella parte del tallone che serve a fissarle sopra i calzari. Hanno inoltre la pala più breve e più larga di quelle da apnea e devono adattarsi alle caratteristiche fisiche individuali. Oltre a quelle classiche in gomma nere e tecnopolimeri, negli ultimi anni il mercato propone modelli in fibra di vetro e carbonio.
La muta garantisce al subacqueo la necessaria protezione termica, fattore di vitale importanza considerando che in acqua il calore corporeo si disperde a una velocità di circa 25 volte superiore a quella dell’aria aumentando così il rischio di ipotermia. La scelta del modello più adatto dipende quindi dalla temperatura delle acque in cui avverranno le immersioni. Le mute si dividono in umide perché la pelle si bagna, semistagne in cui si forma uno strato di acqua tra la pelle e il tessuto e stagne. Queste ultime tuttavia sono considerate attrezzature tecniche per cui prima di utilizzarle consigliato seguire un corso specifico per prenderne confidenza. In genere le mute da sub hanno spessori che vanno da 1 a 8 millimetri e sono realizzate in neoprene (umide o semistagne) oppure in trilaminato o neoprene complesso con gomma (stagne). Solitamente sono composte da due elementi: una salopette e una giacca con cappuccio. Completano l’abbigliamento i calzari, i guanti e la cintura piombata, il cui peso è calcolato in proporzione a quello del corpo.
Un affidabile coltello è un accessorio indispensabile per chi pratica immersioni. Serve soprattutto per liberarsi da eventuali rete o lenze vaganti nei fondali e deve essere in acciaio inox con la lama liscia, il seghetto e un’impugnatura antiscivolo. Il posto migliore dove fissarlo è centralmente alla cintura del gav raggiungibile con entrambe le mani.
Immersioni subacquee. Cosa dice la normativa?
Cosa dice la normativa a proposito di immersioni subacquee? Innanzitutto è vietato pescare con bombole e fucile. Arbaleti e fucili ad aria compressa si possono usare solo per la pesca in apnea, per questo le norme vietano di trasportare insieme su una barca fucili subacquei e bombole, tranne quelle di capacità massima di 10 litri ovvero il classico “bombolino” da usare per le emergenze. Il regolamento del Codice da diporto prevede invece alcune regole che bisogna osservare nell’attività subacquea. La principale è che chi si immerge deve essere collegato a una boa di segnalazione con bandiera rossa e striscia diagonale bianca visibile almeno da 300 metri. In caso di immersioni notturne deve esserci inoltre una luce lampeggiante gialla visibile dalla stessa distanza per 360 gradi. Il subacqueo poi deve tenersi entro 50 metri da questi mezzi di segnalazione o da un eventuale barca appoggio, mentre le altre unità in transito devono navigare ad almeno 100 metri di distanza.
Per le immersioni di gruppo è sufficiente che ci sia un solo segnale, ma ogni subacqueo deve essere dotato almeno di un pallone di superficie gonfiabile.
Le regole di sicurezza: mai soli e in buona forma fisica
La subacquea amatoriale un’attività sicura purché vengono rispettate poche ma fondamentali regole di sicurezza. Prima di iniziare è meglio sostenere una visita medica in un centro specializzato e fare ispezionare le proprie attrezzature da un tecnico. È tassativo procedere all’immersione solo se si è in forma e dopo una corretta alimentazione evitando gli alcolici. Non bisogna mai farlo da soli, occorre essere minimo in due, meglio in gruppo e possibilmente con una persona in barca pronta per ogni evenienza. Il rapporto con il compagno d’immersione deve essere simbiotico, si procede spalla a spalla, in modo tale da poter intervenire immediatamente in caso di necessità, per esempio passandogli l’erogatore di emergenza o aiutarlo se ha problemi. Le profondità possono alterare la percezione dello spazio per questo occorre tenere sempre d’occhio il computer al polso e la riserva d’ossigeno. È meglio inoltre stare alla larga da grotte e relitti se non si possiede una specifica preparazione.
Per iniziare è meglio seguire un corso
Per praticare l’attività subacquea Italia in teoria non è obbligatorio avere alcun brevetto o licenza, ma in pratica nessuno si immerge con le bombole senza avere frequentato un corso di addestramento. Non esiste un’associazione di riferimento per l’insegnamento della subacquea, ma esistono diverse scuole internazionali, ognuna con un proprio metodo di addestramento, un percorso didattico basato su livelli di apprendimento e quasi tutte prevedono corsi di specializzazione per immersioni particolari, per esempio a elevate profondità, notturne, su relitti o archeologiche. Le scuole più note sono: PADI, Ssi, Fias, Fipsas, Camas, Naui, Aniis, Idea e Pss.