7 cose che i diportisti possono fare per proteggere l’ambiente

I diportisti sono tra i primi a verificare gli effetti dell’inquinamento marino e devono essere i primi schierati a favore dell’ambiente. Anche adottando piccole abitudini di bordo ed evitando gesti maldestri che accumulati nel tempo fanno danni irreversibili al mare e al territorio.

Tutti hanno bisogno di pensare al mondo in cui viviamo come qualcosa che dovremmo proteggere collettivamente e mantenere pulito: il compito di un diportista è quello di mantenere una particolare sorveglianza sugli oceani e sui corsi d’acqua. È nostro dovere essere responsabili e non lasciare il territorio in condizioni peggiori di quando lo abbiamo trovato. E se possiamo, non sarebbe male se provassimo a fare un po’ di pulizia mentre siamo là fuori in mare. Ecco allora 7 cose su cui riflettere per mantenere le nostre acque pulite e in salute.

Cannucce

1. Basta succhiare! Abbasso le cannucce

Le cannucce sono una di quelle cose a cui nessuno pensa davvero troppo, ma tra bambini e cocktail tropicali spesso si trovano sulla barca in abbondanza… poi finiscono nell’acqua scatenando il caos. Le cannucce di plastica sembrano relativamente poco elaborate e innocue, ma poiché non sono collegate a nulla e non servono dopo che la bevanda è finita, sono i primi candidati a finire nella spazzatura e a dare il loro più grande contributo all’inquinamento del mare. Abbiamo davvero bisogno di cannucce dovunque? Il Capitano Cook ha attraversato il Pacifico del Sud senza cannucce! Shackleton, Slocum? Anche loro bevevano, non succhiavano…

Plastica

2. Plastica volante! No grazie

Cerchiamo di essere più attenti a ciò che accade nel nostro pozzetto. Intrattenersi a bordo in una normale giornata vela di solito significa gestire sacchetti di snack, contenitori per il pranzo, bevande e vari involucri. Quante volte al giorno quando ci sono quei 12-15 nodi avete visto volare via un sacchetto di plastica come un piccolo paracadute dopo che l’ultimo panino è stato divorato? C’è un pizzico di senso di colpa quando succede e la vita va avanti, ma questi piccoli gesti maldestri causano davvero grossi problemi nell’ecosistema oceanico. Cerchiamo di imbarcare sacchetti riutilizzabili e di essere più vigili quando spacchettiamo il cibo in modo che non si verifichi l’effetto “paracadute”.

Bottiglie

3. A bordo solo bottiglie riutilizzabili

Sempre più persone oggigiorno si portando in giro le proprie bottiglie d’acqua riutilizzabili e i diportisti dovrebbero sicuramente prendere quest’abitudine. A tutti noi è capitato di vedere una bottiglia di plastica vuota che improvvisamente cade in mare per iniziare la sua nuova vita come una tossina galleggiante che causerà solo il caos ovunque vada. Prendiamo una borraccia d’acqua fresca e incoraggiamo il nostro equipaggio a fare lo stesso.

Palloncini

4. Raccogliamo i palloncini galleggianti (pratica MOB)

Ci sono molti posti al mondo in cui i palloncini galleggianti di plastica sono dappertutto. Principalmente provengono da grandi barche che organizzano feste di compleanno ed eventi di celebrazione. Dopo un certo tempo i palloncini si allentano inevitabilmente e si dirigono verso il cielo, per poi in seguito atterrare in mare. Certo, il piccolo Marvin ha avuto un grande compleanno, ma gli abitanti dell’oceano non dovrebbero pagarne il prezzo. Riteniamo che raccogliere questi palloncini quando vengono avvistati sia un’ottima scusa per ripulire l’acqua intorno a noi e fare pratica con il recupero dell’uomo a mare (MOB). La prossima volta che uscite in mare, prendete un retino e comunicate all’equipaggio che se ne individuano uno, è  tempo di allenarsi per il MOB.

 Carburante

5. Non spargiamo olii e carburante in giro

Le barche, in particolare quelle più vecchie, possono essere suscettibili di perdite varie dai principali impianti di bordo, anche se gli armatori fanno del loro meglio affinché ciò non accada. Prima che inizi la stagione, sarebbe bene passare tutto in rassegna e controllare i soliti sospetti: serbatoi di carburante, componenti a olio, trasmissioni, etc. Una volta che l’imbarcazione è in acqua e naviga regolarmente, controllate spesso la sentina e assicuratevi che l’acqua se presente sia sempre pulita (se ce n’è). Se avete un meccanico nei paraggi, chiedigli di ispezionare uno qualsiasi dei luoghi in cui possono iniziare potenziali perdite e risolvere eventuali problemi. Non volete certo essere quello la cui barca si trova proprio nel mezzo di un’enorme chiazza di gasolio con anatre e gabbiani tutt’intorno. Giusto?

Wc di bordo

6. Scaricare i serbatoi di raccolta a pompa

Mentre i rifiuti umani non sono tossici per l’ambiente come il petrolio o la benzina, è tuttavia qualcosa che deve essere scartato correttamente, specialmente nei pressi dei porti e lungo costa. In alcune aree è accettabile scaricare i serbatoi solo da una certa distanza dalla costa ma usare l’apposita pompa è la strada da percorrere. Assicuratevi di usare sostanze chimiche rispettose dell’ambiente anche nei serbatoi di raccolta.

Antivegetative

7. Usiamo vernici eco-compatibili

L’Agenzia Internazionale per la Protezione Ambientale ha controllato molti porti turistici in tutto il mondo per quanto riguarda la pulizia delle loro acque. Stanno esortando i navigatori a utilizzare antivegetative non a base di rame a causa della sua tossicità. Ci sono molti dibattiti su questo argomento, ma per coloro che tirano fuori la barca in ogni stagione per fare carena acquistare una vernice più rispettosa dell’ambiente può essere una buona idea. Questo è probabilmente un problema che alla fine verrà risolto attraverso lo sviluppo tecnologico, ma per ora, se è possibile fare a meno della vernice di rame, perché non farlo? D’altronde la nuova normativa europea BPR ha già posto dei limiti al contenuto di “veleni” all’interno delle antivegetative, auspichiamo che tutto ciò che ruota attorno al mondo della nautica segua questo trend ecologista.

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David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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