Almeno una volta l’anno i diportisti mettono in secco la barca o per metterla a riposo oppure per svolgere i controlli stagionali ed effettuare la manutenzione ordinaria. Una voce di spesa piuttosto onerosa nel budget annuale tra alaggio, varo, sosta a terra e servizi complementari. Vediamo in dettaglio quali sono i costi di questi servizi in Italia.
Una volta l’anno, in genere nei mesi più rigidi, la barca va tirata in secco o per metterla al riposo oppure per effettuare i lavori di manutenzione stagionali. Quindi al termine della stagione invernale si rimette in acqua. Il servizio di alaggio e varo viene fornito in genere dai cantieri nautici che dispongono di apposite attrezzature e spazi a terra. Ma quanto costano tali operazioni al diportista? Tra le spese fisse che ogni armatore deve sostenere annualmente, quella relativa all’alaggio e al varo della barca è una delle più onerose, tanto che non è insolito per gli armatori di spostarsi in porti diversi, più convenienti, rispetto a quelli in cui si tiene ormeggiata la propria barca. Il paradosso infatti è che oltre a essere piuttosto salate queste spese sono anche molto variabili lungo le nostre coste con oscillazione che arrivano anche al 300-400 per cento.
Prendendo come riferimento un’imbarcazione a vela di 12 metri per usufruire dei servizi di alaggio e varo tramite il lift si spendono dai 250 ai 600 euro. Cifra a cui si devono aggiungere i costi per la movimentazione dello scafo dalla sede di ormeggio a quella del deposito in secco che variano dai 200 ai 400 euro. Occorre poi considerare i costi relativi all’eventuale sosta a terra per un certo numero di giorni nell’eventualità di svolgere i lavori di manutenzione in proprio.
Affitto dell’invaso: quote a forfait o a metro quadrato
Per quanto riguarda la gestione dell’affitto degli invasi, spesso si tratta di un servizio condizionato dalla disponibilità del posto e va quindi concordato di volta in volta con il gestore. Generalmente viene dato al proprietario della barca un certo periodo di franchigia gratuita che va da una settimana o dieci giorni in cui poter svolgere eventuali lavori di manutenzione, ma sono molti i cantieri dove questo servizio si paga a parte. I metodi di calcolo delle tariffe per la sosta della barca sono molteplici e vanno dal costo giornaliero forfettario a importi misurati sui metri lineari o quadrati sviluppati dalla barca. La superficie occupata da una barca di 12 metri è per esempio di circa 50 metri quadrati. I costi vanno quindi da 5 a 25 euro al mese per metro quadrato in caso di sosta all’aperto e da 10 a 35 per la sosta in un locale riparato e chiuso. Il che significa che se si tiene la barca in secco diciamo per sei mesi si possono spendere da un minimo di 1.500 a un massimo di 10.000 euro.
Taccheggio, rialberatura e protezione scafo
Purtroppo non è finita qui. Ci sono da considerare anche altre voci di spesa. La prima è quella che riguarda il taccheggio, ovvero il corretto posizionamento dello scafo sull’invaso con l’ausilio di apposite tacche di assestamento. Spesso si tratta di un costo incluso nelle operazioni di alaggio e varo, ma a volte invece è a parte e capita che non venga comunicato e che poi salti fuori nella fattura. In genere va da 30 a 100 euro. Se poi la barca a vela deve essere rialberata dopo avere passato l’inverno al coperto o dopo avere effettuato i normali controlli stagionali, vanno aggiunti altri euro, tra i 250 e i 350 pari al costo di uso della gru che rimane comunque occupata anche se solo per un albero invece che per una barca intera. Probabile infine che chi sceglie di tenere la barca all’aperto per proteggerla dai rigori dell’inverno chieda al cantiere o al rimessaggio di coprirla con un telo termoretraibile, un servizio che costa dai 200 ai 500 euro.
Lavori fai-da-te, non sempre consentiti
In alcuni cantieri sulle spese di questi servizi sono previste facilitazioni e sconti per chi è già cliente di uno specifico porto o marina, per esempio attraverso un posto barca. Contattando direttamente le singole strutture è quindi possibile richiedere preventivi personalizzati e ricevere informazioni sulla disponibilità a terra di piazzole e invasi in cui costi a volte variano anche secondo la stagione.
Un’ultima accortezza che riguarda la facoltà di svolgere in proprio i lavori per la manutenzione ordinaria della barca. Quest’ultima non è sempre concessa dai cantieri, in parte per interesse, in parte per rispettare quanto previsto da ordinanze e normative antinfortunistiche che nel nostro ordinamento sono sempre più rigide. In alcuni scali i lavori fai-da-te sono consentiti solo per piccole manutenzioni ma prima di procedere sarà bene accertare che cosa esattamente s’intende con questa formula al fine di non ritrovarvi con una barca a terra inagibile.