Viaggiare in cargo e sentirsi come Jack London

Sempre più persone decidono di viaggiare a bordo di navi da cargo, un’esperienza affascinante e una bella alternativa ai voli a lungo raggio, alle vacanze sulle navi di lusso e alle traversate oceaniche a bordo di yachts lungo le abituali rotte turistiche. Ecco cosa serve, quali sono le rotte e con quali compagnie marittime partire.

Si può viaggiare per mare in tanti modi. C’è chi preferisce solcare gli oceani a bordo di una piccola barca a vela e portarsi dietro la famiglia e c’è chi invece sale a bordo di una nave da crociera per circondarsi di comfort, lusso e attrazioni di ogni tipo. Ma c’è anche chi vuole vivere il mare in una dimensione più spartana, ma forse più genuina e per certi versi antica. Questi ultimi preferiscono la quiete, la solitudine, l’asprezza di un cargo dove rimanere per settimane o mesi circondati solo dal rumore delle onde, dall’attività tecnica del personale di bordo, dai ritmi scanditi esclusivamente dalle necessità della nave.

Viaggiare sulle navi da cargo può essere un’affascinante alternativa ai voli a lungo raggio o anche un’esperienza unica per chi ama spostarsi via mare senza spendere troppi soldi per una crociera su navi di lusso o percorrere le abituali rotte turistiche. È un modo di muoversi affascinante che evoca alcuni grandi classici della letteratura marinaresca: da Louis Stevenson a Joseph Conrad, da Herman Meliville a Jack London. Sono centinaia in tutto il mondo le navi cargo che possono ospitare passeggeri nel corso delle loro tratte commerciali. Questo modo informale di affrontare il mare è molto più diffuso di quanto si creda. Il numero dei viaggiatori non è nemmeno paragonabile a quello del mercato crocieristico ovviamente, ma se si pensa che fra navi portacontainer, navi postali, mercantili, navi commerciali e baleniere, i mezzi che solcano i mari sono circa 40.000, si intuisce la portata del fenomeno. Fenomeno che tra l’altro ha un nome preciso: freighter-travel.

Durata del viaggio, scali e regolamenti

Ma come si svolge la vita a bordo di un cargo e che tipo di crociera ci aspetta? Viaggiare su un cargo è completamente diverso dal salire a bordo di una nave da crociera. Su una nave mercantile il soggetto più importante è il carico che si trasporta e non i passeggeri. Questi ultimi devono adattarsi alle condizioni e al regolamento di bordo. Secondo il diritto internazionale le navi cargo possono ospitare fino a un massimo di 12 passeggeri se non è presente un medico a bordo.

Per quanto riguarda le modalità di imbarco e di sbarco, si può decidere di rimanere a bordo fino alla destinazione finale oppure scendere in uno dei porti intermedi e aspettare il cargo successivo per un’altra destinazione. La durata del viaggio dipende dalla rotta, ma bisogna tenere presente che il viaggio può durare più del previsto se si incontrano condizioni climatiche avverse o per ritardi nelle operazioni di scarico e carico merci. La durata degli scali nei porti è regolata poi esclusivamente in funzione del tempo necessario per sbarcare ed imbarcare la merce e può anche avvenire di notte.

Vita di bordo: alloggio, pasti e tempo libero

Quanto all’alloggio, le cabine a disposizione dei passeggeri possono essere interne o esterne, a letti sovrapposti o matrimoniali e a volte, anche suite. I passeggeri devono provvedere di persona alla pulizia della propria cabina e al bucato, per il resto non è loro richiesto lo svolgimento di mansioni legate alle attività della nave mercantile. Per i pasti di bordo i passeggeri mangiano quello che mangia l’equipaggio. Il menù è stabilito di volta in volta dal cuoco di bordo. In genere si tratta di pasti semplici, ma appetitosi e nutrienti. I passeggeri siedono alla tavola del comandante e quella è una buona occasione per scambiare quattro chiacchiere e farsi raccontare la vita a bordo di una nave mercantile o i viaggi compiuti dal bastimento. Quelli dei pasti saranno gli unici orari che condizioneranno la vostra giornata. Per il resto, potrete godere di una completa libertà di gestione.

Maggiori limitazioni riguardano gli spazi. Alcune zone, per esempio la sala macchine, può essere visitata solamente con il permesso, mentre ci sono aree off limit per evidenti motivi di sicurezza. Ogni cargo, inoltre, dispone di aree dedicate al relax: sale fitness, sale ricreative, in alcuni casi una piscina. I maniaci della forma fisica possono fare jogging correndo sul ponte della nave, cosa meno noiosa di quanto si pensi. È un po’ come correre in riva al mare. Per sfruttare al massimo gli scali invece su alcuni cargo c’è la possibilità di imbarcarsi accompagnati dal proprio veicolo (macchina, caravan, camper, motocicletta, bicicletta, etc.

Requisiti: approccio, passaporto e vaccinazioni

Il viaggio in cargo è adatto a chi desidera spostarsi in totale autonomia, andando alla scoperta di luoghi inesplorati, ben diversi da quelli presi d’assalto dal turismo di massa. A livello personale occorre avere una buona predisposizione all’avventura e non avere paura degli elementi naturali che possono condizionare la navigazione. Bisogna anche apprezzare la solitudine perché i propri compagni di viaggio sono il personale di bordo che lavora su queste navi e che è sempre impegnato a compiere le proprie mansioni durante la navigazione. Un altro aspetto da non sottovalutare è la flessibilità. Raramente infatti le navi arrivano per la data prevista, il più delle volte accade che attracchino con qualche ora se non addirittura qualche giorno di ritardo, quindi bisogna davvero essere preparati a tutto.

Per salire sui cargo bisogna poi bisogna avere il passaporto in corso di validità, farsi rilasciare un certificato di buona salute ed essere in regola con le vaccinazioni in caso di viaggi in alcuni paesi dell’Asia e dell’Africa. Per i viaggi in Sud America e in Africa Occidentale è obbligatoria la vaccinazione contro la febbre gialla.

Le rotte e le compagnie marittime con cui partire

Le rotte che si possono seguire a bordo di un cargo sono le più diverse: dagli Stati Uniti all’America Latina, i paesi che si affacciano al Mediterraneo, fino a grandi distanze come nel caso dell’Australia o della Polinesia. Sarebbe bene evitare le rotte più pericolose, come al largo della Somalia, lo Stretto di Malacca e le coste prospicienti il Brasile o il Venezuela, luoghi dove la pirateria è molto diffusa.

Le compagnie marittime che offrono questo tipo di servizio sono diverse, ma non moltissime. Fra queste, spiccano l’italiana Grimaldi che tocca Europa, Sudamerica e Africa occidentale; la Freighters Cruises, tedesca, le cui navi toccano i porti di Inghilterra, Norvegia, Isole Canarie, Madagascar, Mozambico, Sudafrica, Sudamerica, Nordamerica e Australia; la Canmar, (Canada Maritime), che propone destinazioni in Europa e in Nordamerica; la Aranui, che opera soprattutto nei mari del Sud; la Mer&voyages, compagnia francese con destinazioni nel medio ed estremo Oriente. Ma basta prendersi la briga di navigare nel mare virtuale di Internet per trovare tante offerte interessanti.

Quanto costa una crociera in cargo?

Nonostante il viaggio in cargo non sia affatto un viaggio di lusso, in realtà chiedere un passaggio a una nave commerciale non è proprio economico. La media della spesa, infatti, si aggira attorno agli 80-90 euro al giorno, a meno che non si voglia viaggiare in coppia. Qualche esempio? Quattordici giorni nel Mediterraneo a bordo di un cargo della Grimaldi costano da 744 euro a persona in cabina doppia e 1.195 euro in cabina singola. Chi vuole prendersi un paio di mesi sabbatici può optare per l’Msc Losanna, un cargo battente bandiera tedesca di quasi 51.000 tonnellate di stazza. Partenza da La Spezia e tappe a Valencia, Cristobal, Canale di Panama, Balboa, Long Beach, Oakland, Vancouver, Seattle e ritorno. Durata del viaggio: 63 giorni. Costo: dalle 90 alle 110 euro al giorno.

Chi ci è stato alla fine racconta che questi viaggi non hanno prezzo perché sono esperienze originali, profonde, totali. “Un viaggio in mare – scrive il francese Hugo Verlomme nella sua “Guida ai viaggi in cargo”– è un viaggio fuori dal tempo. A terra la gente si lamenta sempre di non avere tempo a disposizione. In mare perdiamo i nostri punti di riferimento. Si viene presi da una specie di pienezza in contrasto con ciò che succede normalmente a terra”.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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