Quanto costa la barca d’inverno? Ormeggio e rimessaggio

Quando arriva la stagione invernale, a fronte di un minore uso, la barca continua comunque ad avere dei costi, in particolare quelli dell’ormeggio o del rimessaggio a terra. Vediamo quali sono i vantaggi e gli svantaggi dell’una e dell’altra ipotesi e soprattutto la media dei costi in Italia.

Il rimessaggio della barca, ovvero il “parcheggio” invernale della propria imbarcazione, richiede tempo, competenze e un certo budget. Ci sono una serie di fattori da considerare. Innanzitutto la posizione geografica del rimessaggio che va scelta considerando che dovremo raggiungere la nostra barca anche al di fuori delle normali giornate di uscita per effettuare controlli, inventari e manutenzioni. Oltre al porto, è importante anche il punto effettivo di ormeggio che dovrebbe essere ben posizionato per facilitare le manovre di entrata e uscita.

Altro quesito a cui rispondere: nella stagione invernale è meglio il rimessaggio a secco o in acqua? Lasciare l’imbarcazione in mare, esposta alle intemperie, significa sottoporla a un’usura maggiore e a un certo margine di rischio: bassi fondali, risacca accentuata, bitte d’ormeggio insufficienti, tempeste e perturbazioni sono purtroppo i problemi più frequenti di porti e marina a cui prestare la massima attenzione.

Se non uscite in mare, meglio tirarla in secco

Tirare a secco la barca invece diminuisce il rischio di osmosi, evita la formazione di umidità all’interno, riduce i rischi legati alle mareggiate e facilita le operazioni di pulizia e manutenzione. Di contro c’è ovviamente l’impossibilità di utilizzare l’imbarcazione in tempi rapidi e rischiare che si rovini la vetroresina qualora l’invaso non sia ben realizzato, questo per via della distribuzione delle forze che agiscono sulla carena in modo differente da quando si è in acqua. Per quanto riguarda le tariffe, è generalmente più oneroso il rimessaggio in acqua, se si escludono i costi delle operazioni di copertura e considerando che alaggio e varo vanno comunque fatti una volta all’anno.

I costi del posto barca in inverno

In generale le spese di rimessaggio sono paradossalmente le più cospicue nel mantenimento di una barca. Tuttavia, tenere la propria imbarcazione in un posto sicuro e sorvegliato è sempre vantaggioso. Per l’ormeggio in acqua è abbastanza difficile definire una cifra esatta, perché ogni marina ha il suo tariffario. Chi ha la fortuna di avere un posto barca in concessione demaniale (sono pochi, ma ci sono) per tutto l’anno pagherà 350,56 euro, che è la cifra minima stabilita dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per il canone da versare per il rilascio della concessione. Per tutti gli altri armatori meno fortunati i prezzi variano da regione a regione. Il Tirreno e le grandi città siciliane risultano i più costosi, con prezzi che vanno dai 2.500 ai 4.500 euro per un posto barca annuale per 7 metri. Il tetto massimo di spesa si abbassa a 3.000 euro sulla sponda adriatica.

Volendo fare una media nazionale dei costi in base alle dimensioni dello scafo per una barca di 6,50 metri il prezzo si aggira intorno ai 1.900 euro annui. Per una barca di 10 metri arriviamo a circa 3.300 euro annui, mentre per un 13 metri la media si aggira intorno ai 5.200 euro.

Rimessaggio a terra: contano le dimensioni della barca

Per quanto riguarda invece i costi per il rimessaggio a terra, per imbarcazioni sotto ai 5 metri il costo complessivo per i mesi invernali compresi tra ottobre e marzo, variano dai 300 ai 600 euro, in base al tipo di rimessaggio, scoperto o al coperto. Tali prezzi salgono all’aumentare della lunghezza della barca, fino ad arrivare a oltre 1.000 euro per una barca di 9-10 metri. Per movimentare la barca, sia quando a fine stagione si porta dalla sua sede asciutta all’acqua, sia quando viene varata dopo l’inverno, si spendono tra i 200 e i 400 euro. Il varo di inizio stagione ha un costo che varia dai 280 ai 550 euro e se a questo si aggiungono i controlli preventivi all’uscita della barca, si parla di ulteriori 250-350 euro. Il che significa che durante i sei mesi invernali si spende da un minimo di 1.500 a un massimo di 10.000 euro all’anno.

Costi aggiuntivi: alaggio e varo, copertura e pulizia

Da segnalare che i marina che offrono prezzi più alti, spesso nelle formule di affitto includono alcune operazioni di gestione ordinaria, come per esempio alaggio e varo, disalberamento e alberamento, lavaggio carena. Tra i 200 e i 400 euro si spendono per la movimentazione della barca dalla sua sede asciutta a quella dove sarà messa in acqua. Quindi un totale che va dai 735 ai 1.300 euro. Spesa che si replica quando si riporta la barca all’asciutto a fine stagione. Se la barca a vela deve essere rialberata dopo avere passato l’inverno al coperto o dopo avere effettuato un controllo, vanno aggiunti altri euro, tra i 250 e i 350 (è il costo di uso della gru che rimane comunque occupata anche se solo per un albero invece che per una barca intera).

Inoltre è probabile che chi sceglie di tenere la barca all’aperto la faccia coprire con un telo termoretraibile, impresa con una forbice di prezzi che va dai 220 ai 550 euro. Il lavaggio carena è invece abbastanza uniforme come listino, circa 150 euro. Diversa, invece, la rimanente preparazione dell’opera viva. Per la pulizia della vecchia antivegetativa, due mani della nuova e trattamento delle appendici (sail drive o asse elica) si va da un minimo di 1.050 euro a un massimo di 2.500. Se ci si sposta verso l’opera morta con il lavaggio e la lucidatura murate si spazia tra i 1.500 e i 3.500 euro per barca.

Più variabile l’invernaggio motore, ovvero il lavaggio con acqua dolce dei circuiti di raffreddamento e il successivo inserimento di liquido antigelo diluito, che spazia da un minimo di 100 a un massimo di 300 euro per motore. Buona norma è effettuare almeno un tagliando stagionale al motore, ovviamente il prezzo varia di molto a seconda del tipo di propulsore e si passa da un minimo di 600 euro per il 40 cavalli della barca a vela ai 1.500 per ognuno dei propulsori da 5,5 litri presenti su un un open di ultima generazione.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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