Per conoscere il mondo bisogna viaggiare, allontanarsi da casa, magari imbarcarsi su un veliero diretto verso l’orizzonte. Ma in questi giorni di reclusione forzata a causa del Coronavirus si può alimentare la nostra voglia di andare per mare con quei meravigliosi mezzi di trasporto virtuale e macchine del tempo che sono i libri.
Alcuni grandi scrittori di mare, come per esempio Herman Melville, Joseph Conrad, Robert Louis Stevenson o Jack London, hanno raggiunto le vette più alte della letteratura mondiale. Ognuno di loro ci ha raccontato viaggi per mare come ricerca del sacro, come risposta alla malinconia, come esplorazione del mistero o come desiderio di avventura.
Accanto a questi immensi narratori che hanno cantato epiche sfide di vita e di morte, ci sono poi tanti marinai veri, esploratori, pellegrini, migranti, viaggiatori e capitani. In tutti i loro scritti il sogno di libertà e il mito dell’oceano hanno lasciato il posto al diario di viaggio dove il mare viene raccontato per quello che è, un luogo fisico, concreto, spesso ostile, quasi sempre duro, un luogo di lavoro dove l’improvvisazione, l’errore, la negligenza e la leggerezza si pagano caro.
Quello che è certo è che in tutti i libri di mare, siano essi prestigiose fatiche letterarie oppure semplici resoconti di navigazione, c’è sempre una lezione di vita. E allora in questo periodo difficile, di paura, di smarrimento, di perdita di libertà, quelle lezioni diventano ancora più importanti. Forzati a rimanere in casa abbiamo un sacco di tempo per ritrovare queste perle di saggezza disseminate lungo percorsi che sono anche occasione di grande divertimento, distrazione e consapevolezza. Ecco allora 7 grandi libri, spesso non troppo conosciuti ma di grande ispirazione che vi invitiamo a cercare e a perdervici dentro.
Il mare nudo e crudo di Conrad
Una di queste perle letterarie dedicate al mare è per esempio il libro Lo specchio del mare di Joseph Conrad. Nata come una “serie di bozzetti marinareschi”, questa raccolta di storie di navi, di capitani, di mare costituisce un caso letterario unico in cui l’autore si abbandona al piacere di raccontare a ruota libera la propria autobiografia marinara, parlando attraverso il tempo e lo spazio ai suoi simili, a chi come lui ha capito “di essere marinaio, di cuore, di mente”. Il tratto caratteristico di Conrad è che ama il tono non retorico e il realismo. Uno scrittore che ci mette in guardia dal pericolo di amare il mare, arrivando perfino a dire che chi ama il mare è uno stupido. Il suo rapporto personale con la vita marinara è di una concretezza puntigliosa, ben lontana dalla mitologia degli orizzonti infiniti.
Il noir marinaro di Maupassant
Un altro libro poco noto agli amanti della letteratura di mare ma ricco di soddisfazioni per chi ne scorre le pagine impregnate di sale è il romanzo Sull’acqua. Da Saint-Tropez a Montecarlo del grande Guy de Maupassant. Lo scrittore francese aveva tre passioni: le donne, la scrittura e il canottaggio. In questo racconto ci parla proprio di quest’ultima attraverso una piccola disavventura: un praticante di questo sport si trova infatti incagliato con la sua barca su un fiume. L’ancora è rimasta bloccata sul fondale e deve aspettare il mattino per liberarla in un’atmosfera che piano piano diventa sempre più macabra, piena di vapori e di nebbie che sembrano fantasmi e inquietano sempre più il protagonista e con lui il lettore. La narrazione risente di un orrore che non riusciamo a spiegarci e che sentiamo intensamente. Ma una spiegazione per questa vicenda noir esiste. E verrà fuori come una scioccante sorpresa alla fine.
Le atmosfere sospese di Childers
Un altro grande classico della narrativa di navigazione a vela semisconosciuto è L’enigma delle sabbie di Erskine Childers, del 1903, tratto da un viaggio tra le isole della Frisia tedesca a bordo del veliero Vixen. Siamo nel Mare del Nord, anno 1902: due giovani inglesi scoprono l’esistenza di un complotto tedesco per invadere l’Inghilterra via mare. Soli a bordo di un minuscolo yacht iniziano così una lotta contro il tempo per impedire l’attacco straniero. Ricco di dettagli realistici e basato sull’esperienza diretta di Childers, questo romanzo ha contribuito a cambiare la strategia militare inglese in vista della Prima Guerra Mondiale, spostando l’attenzione sul Mare del Nord per controbattere le mire espansionistiche tedesche. Erskine Childers è a buon diritto considerato il padre del genere letterario della spy story che ha ispirato altri scrittori come Ian Fleming e John le Carré molti anni dopo. Unico libro di questo autore straordinario, il suo successo non è dato tanto dai protagonisti, né dalla trama, né ancora dallo stile. Il miracolo di questo romanzo sta tutto nell’atmosfera: il lettore è tenuto col fiato sospeso senza che succeda quasi niente e soprattutto niente di spettacolare.
La baleniera che ispirò Moby Dick
Altro capolavoro letterario di mare è Il cuore dell’oceano di Nathaniel Philbrick che narra la storia della baleniera Essex a cui è ispirato Moby Dick. Anche se oggi quasi nessuno se ne ricorda, l’affondamento della baleniera Essex a opera di un capodoglio inferocito fu uno dei disastri nautici più famosi del XIX secolo. Quasi ogni bambino americano ne leggeva un resoconto a scuola. Fu l’avvenimento che ispirò la scena clou del Moby Dick di Melville. Ma il punto in cui termina il romanzo di Melville, ossia l’affondamento della nave, è semplicemente l’inizio dell’avventura dell’Essex.
La storia del mare di Carrington
Un libro quasi introvabile, ma che merita però di essere cercato con ostinazione, è La biografia del mare di Richard Carrington. Pubblicato nel 1960, racconta la storia affascinante del mare, della sua fauna e della sua flora, di ciò che esso ha rappresentato per l’uomo: gli aspetti fisici e chimici, i bacini oceanici, il comportamento dei venti, delle correnti, l’azione sul clima e sul tempo; l’origine ed evoluzione degli organismi animali e vegetali che popolano gli oceani, gli animali che vivono in funzione del mare; e poi, del mare, l’influenza sulla storia dell’uomo, i primi tentativi di navigazione, i grandi viaggi di scoperta, i progressi dell’oceanografia. Un libro esemplare per il rigore scientifico, ma anche per la vivacità delle esposizione e la ricchezza delle notizie sempre interessanti o curiose, talora sorprendenti.
A Capo Horn con gli umili di Dana
Ancora un libro insolito che può appagare l’appetito dell’appassionato di storie marinare è Due anni sull’oceano di Richard Henry Dana. Nelle sue pagine si racconta che nel 1834, a soli diciannove anni, lo studente di legge Richard Dana s’imbarca sul brigantino Pilgrim come marinaio semplice. Il diario del suo viaggio, da Boston fino alla California doppiando Capo Horn, è la prima descrizione realistica della vita sulle navi e aprirà la strada alla grande narrativa di mare. Attento alle condizioni di vita degli umili, dai neri agli indigeni agli immigrati europei, Dana restituisce un’immagine unica dell’America ottocentesca, e descrive con spietata precisione la durezza e i rischi della navigazione. Il pathos del suo racconto nasce così da una prosa asciutta, dall’esigenza di verità che ha reso questo libro un classico, ispirando generazioni di scrittori e continuando ad affascinare i lettori di tutto il mondo. Questo libro piacque così tanto a Melville che lo stesso scrisse: “Per avere un’idea esatta di Capo Horn, bisogna leggere il libro ineguagliabile del mio amico Richard Dana”.
I libri di mare preferiti di Larsson
Un ottimo libro infine dedicato proprio a coloro che hanno raccontato il mare, le barche e la navigazione, è Raccontare il mare dello scrittore svedese Björn Larsson. Il testo è sostanzialmente una guida ad altri libri di mare sia scritti già pubblicati che testi inediti. Da Omero a Cristoforo Colombo, da Harry Martinson al velista solitario Joshua Slocum, da Biamonti a Childers, ad Álvaro Mutis, Larsson ripercorre romanzi e racconti, non tutti noti quanto meritano, intrecciando le biografie degli autori e quelle dei personaggi, interrogandosi sulle loro qualità marinaresche e letterarie, ma soprattutto umane, con la competenza e l’empatia di chi spartisce con loro la duplice passione di navigare e raccontare. Accantonando ogni analisi teorica, Larsson si appassiona e ci fa appassionare, alle storie, ai personaggi, agli autori che ama, scrivendo da romanziere un libro che ci invita a navigare senza rotte prestabilite, con il solo scopo di farci perdere tra qualche buon libro ai margini della letteratura canonica.
Ecco, anche con la lettura di testi di mare particolari, per certi versi unici, si può perdere la rotta e ritrovare sé stessi in questi giorni sospesi e assorti che ci devono trovare più forti nella mente e nell’animo di un virus letale e subdolo.
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