Vecchie carte nautiche e unità di misura inglesi

Navigando in certi scali esotici i diportisti possono incappare in carte nautiche datate e redatte applicando il vecchio sistema di unità di misura imperiale. Si troveranno così a decifrare unità di misura come feet, yard, fathom, cables, etc. Ecco come convertirle nel nostro sistema metrico.

Storicamente la cartografia nautica è sempre stata di stampo britannico. Sono stati gli inglesi infatti, con la loro cultura per lo yachting e la secolare vocazione alle esplorazioni, nella seconda metà dell’800 a portare a termine l’impresa titanica di cartografare tutti i mari e le coste del mondo. E le carte nautiche dell’Ammiragliato britannico sono state in uso sulle unità militari e civili fino quasi ai nostri giorni. Essendo inglesi le carte, le unità di misura in esse indicate all’inizio utilizzavano il sistema imperiale britannico, chiamato anche “sistema di unità imperiali”. Tale sistema è stato utilizzato in tutto l’Impero britannico fino alla fine del XIX secolo, mentre in seguito molti Paesi che fanno o che fecero parte dell’Impero sono passati al sistema metrico.

Il sistema imperiale si è sviluppato da quelle che in principio erano conosciute come unità inglesi, un’evoluzione delle misure anticamente utilizzate e riconducibili ai Romani e agli Anglo-Sassoni. Introdotto dal British Weights and Measures Act del 1824, il sistema imperiale stato utilizzato ufficialmente nel Regno Unito fino al 1965, quando è stato introdotto il sistema metrico.

Feet, fathom e yard: come convertirli

Secondo il sistema imperiale le carte nautiche dell’epoca riportavano le profondità degli ancoraggi in fathom, le altezze dei rilievi in feet, le distanze in yard e cables, il peso in pound e i volumi in gallons, tutte le misure che hanno un valore storico ma che oggi non si usano più nemmeno nel Regno Unito perché anche gli inglesi hanno ufficialmente accettato, più o meno di buon grado, le misure del sistema internazionale. Ancora oggi tuttavia può capitare in qualche scalo esotico di imbattersi in carte non aggiornate o in portolani datati e redatti secondo le vecchie misure. Ecco allora come convertirle.

Su tutte le vecchie carte nautiche le profondità sono indicate in fathom che in inglese significa “braccia” mentre to fathom nel linguaggio marinaresco significa “scandagliare”. Il fathom deriva in realtà dall’apertura delle due braccia distese, in Italia corrispondeva alla tesa. Un fathom equivale a 1,829 metri. In pratica per avere la profondità in metri si moltiplica per 2 quella indicata in fathom.

Le barche si misurano in piedi

Le altezze dei rilievi in terra sulle carte sono indicate invece in feet, ossia piedi e sempre in piedi nei paesi anglosassoni sono indicate ancora oggi le misure delle barche: la lunghezza, il baglio, il pescaggio. Un piede equivale a 30,48 cm e per passare da piedi a metri si divide per 3,28. Per esempio una barca di 33 piedi sarà lunga 10,06 metri, mentre una che pesca 6 piedi toccherà il fondo a 1,83 metri.

Le distanze sui vecchi portolani sono riportate in yard che equivalgono a circa 90 cm se si tratta di distanze terrestri. Nel caso si tratti invece di distanze marine si usa il termine cable, ossia cavo. Un cable è pari a 100 fathom, nonché a un decimo di miglio marino, ossia a 180 metri.

Qualche volta per i diportisti non anglosassoni queste unità di misura possono provocare una certa confusione. A bordo di una barca inglese infatti la quantità di carburante o di acqua viene espressa in galloni. Un gallone sono 4,5 litri e una normale tanica da 20 litri contiene 4,4 galloni. Se però si sale su una barca statunitense il gallone sarà di 3,8 litri.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore, reporter e direttore di testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici, compresi tutti i watersports.

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