Rivettare è una valida alternativa alla saldatura e gran parte dei cantieri e costruttori fa ormai largo uso di rivetti per il fissaggio di supporti e ferramenta a bordo degli yacht. Ecco come sono realizzati i rivetti, come si adopera la rivettatrice e soprattutto come eseguire un lavoro a regola d’arte.
Uno degli utensili che a bordo degli yacht ha facilitato il montaggio di accessori e componenti è senza dubbio la rivettatrice. Gran parte dei cantieri e costruttori fa ormai largo uso di rivetti per il fissaggio di supporti e ferramenta che trovano spazio a bordo: può essere la piastra di attacco di un winch, ma anche un golfare, i ponticelli, le rotaie, le gallocce, i rinvii e gli stopper. In alcuni casi la rivettatrice trova impiego anche per gli attacchi delle crocette quando questi non sono saldati o per le piastre dei terminali a T delle sartie volanti.
Il rivetto è tra i più antichi oggetti utilizzati per unire in maniera solidale due o più superfici. Nella sua forma originaria, ancora oggi utilizzata, è costituito da un cilindro metallico malleabile dotato a un’estremità di una testa. Dopo avere inserito tale cilindro in un foro praticato sulle superfici da unire, l’altra estremità viene ribadita, solitamente per pressatura, fino a formare la controtesta e realizzare così il collegamento. Il problema del rivetto è che presuppone la possibilità di operare su entrambi i lati delle superfici da unire, una condizione questa che nei lavori su alberi e boma è praticamente irrealizzabile.
Rivetto a strappo: che bella invenzione!
Per permettere la realizzazione del collegamento operando da una sola parte due ingegneri statunitensi che lavoravano nell’industria aeronautica inventarono alla fine degli Anni 30 la rivettatrice e il rivetto cosiddetto “a strappo”. Il cilindro di quest’ultimo è cavo e al suo interno è inserito un chiodo detto “spina” di materiale più duro la cui estrazione causa la deformazione dell’estremità più malleabile e di conseguenza la formazione della controtesta. Nelle rivettatrici manuali la trazione della spina avviene per effetto di un meccanismo a leva a forma di pinza.
Aprendo e chiudendo ripetutamente questo meccanismo si arriva alla rottura della spina in un suo punto prestabilito: la parte di questa che rimane all’interno del rivetto ne costituisce l’elemento legante che sopporta gli sforzi a cui è sottoposta alla giunzione, mentre l’altra, una volta tagliata, rimane nella rivettatrice e può essere gettata. Le ridotte dimensioni della rivettatrice consentono inoltre di lavorare anche in spazi ristretti come quelli che si presentano a bordo delle imbarcazioni.
Rivettare è una valida alternativa alla saldatura. Con quali vantaggi? Il primo è che è possibile unire materiali diversi, ferrosi e non, verniciati o rivestiti e anche materiali compositi. È persino possibile unire più di due lamiere o elementi per volta. Il secondo vantaggio è che l’unione in questione è meccanica e quindi la resistenza della rivettatura e della chiodatura è garantita e costante. Infine il processo di rivettatura e chiodatura si può definire “ecologico”, essendo totalmente privo di fumi, scintille, vapori e quant’altro.
Le 5 fasi della rivettatura
Ecco allora come procedere al lavoro di rivettatura per unire più pezzi metallici:
- I pezzi metallici da unire vanno forati contemporaneamente. Quando i pezzi da unire, per la loro forma, non possono essere forati contemporaneamente, va fatto un assemblaggio di prova durante il quale marcare i punti da forare; la foratura si esegue poi col trapano a colonna.
- I rivetti si distinguono per la lunghezza e per il diametro della testa. Le rivettatrici sono dotate di più testine per accettare ogni rivetto.
- Si monta la testina giusta che sposta le due o tre piccole ganasce mobili alloggiate nel becco; l’azione della leva le stringe saldamente attorno al gambo del rivetto.
- L’attrezzo è soggetto a un grave sforzo e ha nel perno della leva il suo punto critico.
- Quando la sferetta si stacca, il chiodo tranciato resta preso tra le ganasce; basta allargare le impugnature per farlo cadere.
Rivetti: materiali, dimensioni e diametro
Il corretto impiego dei rivetti a strappo dipende dal materiale di cui sono costituiti e dalla loro dimensione rispetto alla giunzione da realizzare, ma anche dalla rivettatrice utilizzata e dalla qualità del lavoro di rivettatura. Per assicurare l’uniformità del punto di strappo ma soprattutto una buona tenuta, i rivetti devono essere di materiale adatto alle superfici da unire e agli sforzi (di taglio) che da queste vengono trasmessi. I rivetti più diffusi sono in alluminio, ma in barca è meglio utilizzare quelli in acciaio inox o in monel, una lega di nichel e rame particolarmente resistente alla corrosione.
Un altro fattore importante per la buona tenuta della giunzione è costituito dal diametro del rivetto utilizzato e conseguentemente della spina interna. Per adattarsi alle diverse dimensioni ogni rivettatrice dispone normalmente di due o più testine di ricambio avvitate sui manici dell’impugnatura. Oltre alle rivettatrici manuali ne esistono poi altre di uso più professionale elettriche oleopneumatiche e ad aria compressa indicate soprattutto per i rivetti di materiale più duro dell’alluminio e di maggiore diametro. Queste ultime sono dotate di un meccanismo che trattiene il rivetto aderente alla testa, mentre il chiodo tranciato viene trattenuto e immagazzinato nel serbatoio posteriore. Rispetto alla dimensione del rivetto, è importante poi quella del relativo foro da praticare che deve essere maggiore di 1 o 2 decimi di millimetro.
Infine per evitare fenomeni di corrosione galvanica dovuti al contatto di materiali diversi occorre isolare adeguatamente le parti da congiungere. Normalmente per questo viene utilizzata una speciale pasta, la cosiddetta Duralac da inserire nei fori sulla superficie dell’accoppiamento e sul rivetto.
Come rimuovere i rivetti: 3 metodi
I rivetti con il tempo potrebbero allentarsi e occorrerà quindi rimuoverli senza distorcere i buchi così da poterli rimpiazzare facilmente. Come si procede? Esistono tre metodi. Ci sono molti modi per farlo.
– Pialla e trapano. Si pialla il più possibile le teste dei rivetti usando una pialla con il disco. Fate attenzione a non danneggiare il metallo in cui sono piazzati i rivetti. Poi usate il martello e il punteruolo per spingere in giù lo spillo dei rivetti. Servirà a creare una piccola fessura per guidare meglio il trapano. Scegliete una punta per il trapano che sia un po’ più piccola del rivetto quindi con il trapano spingete lo spillo dei rivetti assicurandovi che la punta agisca sul centro dello spillo senza allargare il buco. Servirà a creare un buco guida per il prossimo passaggio. Ora usate una punta delle stesse dimensioni del rivetto per rimuovere lo spillo e se necessario sostituitelo con un rivetto della stessa misura. Consiglio: tenete sempre perpendicolare il trapano per non alterare i buchi. Se lo inclinate leggermente potreste allargare il buco.
– Scalpello e punteruolo. Rimuovete le teste dei rivetti piazzando uno scalpello proprio sotto di esse. Usate un martello di 1,5 kg per battere sullo scalpello fino alla rimozione delle teste. Poi usate un punteruolo per rimuovere lo spillo dei rivetti. Se il rivetto è molto resistente, usate il metodo del trapano descritto sopra.
– Utensile di rimozione. Esiste un apposito utensile per la rimozione dei rivetti con punta e guida adatte. Le guide e le punte potrebbero essere incluse ma potreste anche doverle comprare a parte secondo i rivetti usati. Collegatelo ad un trapano e mettetelo a posto sul rivetto da rimuovere. Regolate la profondità per rimuovere il rivetto senza fare danni e quindi rimuovete il rivetto.
.. ci sono, o c’erano anche i rivetti rivestiti in plastica x evitare corrosione, in caso di materiali diversi …
Ciao Nino, grazie del suggerimento.
Buon vento!