Come scegliere l’autopilota di bordo

Sempre più precisi e sicuri, gli strumenti di autogoverno sono ormai una scelta obbligata su tutte le barche da crociera e facilitano la navigazione soprattutto in presenza di equipaggi ridotti o familiari. Vediamo quali sono i componenti principali di un moderno autopilota, il loro funzionamento e le tipologie presenti sul mercato.

Tra gli equipaggiamenti di bordo delle moderne imbarcazioni le apparecchiature elettroniche vanno per la maggiore e tra queste c’è sicuramente il pilota automatico, strumento che permette di mantenere la rotta lasciando allo skipper la libertà di dedicarsi alle manovre, come la messa a segno delle vele o ad altri settaggi della barca, oppure ancora di svolgere altre mansioni di bordo, tra cui scendere sottocoperta. Attivare l’autopilota durante una crociera o un trasferimento non vuol dire lasciare la conduzione della barca a sé stessa, anzi l’impiego di questo apparato richiede una maggiore attenzione da parte dell’equipaggio sulla presenza di possibili ostacoli o eventuali incroci con altre unità, va tuttavia sottolineato come gli strumenti di ultima generazione siano sempre più precisi e sicuri e rappresentano un ottimo contributo alla sicurezza delle nostre navigazioni.

I moderni autopiloti sono interfacciati con gli altri accessori di bordo, come per esempio il Gps e talvolta anche il radar, inoltre dispongono di spie acustiche che si attivano quando la barca va fuori rotta, hanno delle unità di controllo che permettono di impostare velocemente i dati di navigazione e sono equipaggiati con meccanismi di controllo del timone veloci e precisi. Lo sforzo maggiore da parte dei produttori di autopiloti negli ultimi anni è stato soprattutto quello di migliorare la potenza degli attuatori, vale a dire il meccanismo che corregge la barra per mantenere i gradi di bussola e la loro resistenza alle continue sollecitazioni, così come si è lavorato per ottimizzare la sensibilità di risposta alle variazioni esterne e la precisione di rotta con margini di errore ridotti a soli 2 gradi. Vediamo allora quali sono i componenti principali di queste apparecchiature, come funzionano e quali funzioni opzionali offrono ai diportisti che vogliono portarli a bordo.

Autopilota

Autopiloti integrati e Pilot Tiller

Gli autopiloti si dividono in due grandi famiglie: quelli dedicati alle timoneria a ruota, solitamente integrati, e i cosiddetti “Tiller pilot”, adattabili al timone a barra di imbarcazioni medio-piccole e posizionati in pozzetto. Le maggiori aziende di apparecchiature elettroniche nautiche come Garmin, Raymarine, Furuno e Simrad hanno nei loro cataloghi modelli specificatamente progettati per la navigazione a vela. Le parti che compongono un autopilota integrato sono quattro: la bussola elettronica, il microprocessore interno, l’unità di potenza, ossia l’attuatore e quella di controllo. La bussola elettronica è un componente che sfrutta un campo magnetico per orientarsi, per questo motivo è importante che venga installata in un luogo il più possibile lontano da altri campi magnetici che potrebbero alterarne il corretto funzionamento. Il processore provvede poi a confrontare il dato fornito dalla bussola elettronica con quello inserito dal timoniere e la differenza tra i due angoli viene trasmessa all’unità di potenza che riporta le correzioni di rotta al timone. L’attuatore è il componente che effettua fisicamente lo spostamento della pala del timone e può essere meccanico o idraulico.

Nella ricerca del modello di autopilota adatto alle proprie esigenze occorre tenere in considerazione il dislocamento a pieno carico dell’imbarcazione evitando di installare attuatori che lavorino al limite delle loro capacità. I produttori in genere consigliano di calcolare il 20 per cento in più del dislocamento a pieno carico della barca. Infine c’è l’unità di controllo che serve inserire e gestire i dati di navigazione. Questo componente è venduto separatamente dal resto della autopilota e prodotto in diverse versioni più o meno complesse.

Autopilota barca a vela

Come funziona l’autopilota?

Oltre alle funzioni base, tra gli optional che si possono aggiungere all’apparato di autogoverno c’è anche il trasmettitore dell’angolo del timone che indica su un apposito display l’inclinazione della pala e che può tornare utile per esempio per sapere se il timone è al centro o no.

I primi autopiloti avevano un funzionamento abbastanza semplice: s’impostava la rotta con il timone e il sistema una volta avviato aveva il compito di mantenerla apportando delle correzioni ogni qualvolta l’angolo cambiava. Oggi quella di seguire una prora bussola preimpostata è la caratteristica dei modelli base equipaggiati con pannelli di controllo semplici che consentono di accendere e spegnere la strumentazione e impostare la rotta regolandola da 1 o 10 gradi alla volta. I modelli più complessi sono dotati anche di diverse modalità di navigazione che permettono per esempio di navigare verso un waypoint oppure mantenendo un angolo costante col vento, grazie all’integrazione con altri apparati di bordo come il Gps o il segnavento. Alcuni modelli hanno anche una funzione Mob (Man overboard) integrata utile per il recupero di una persona caduta fuoribordo: spingendo un pulsante l’autopilota manovra per portare la barca nel punto esatto in cui è stato attivato. Una funzione utile poi a chi è appassionato di pesca e vuole tornare in acque che si sono rivelate particolarmente fruttuose è quella che permette di salvare in memoria le rotte percorse.

Consolle autopilota

Un potente computer, Il cuore dell’autopilota

I moderni autopiloti si dimostrano anche più funzionali per la navigazione a vela: oltre alla possibilità di impostarli per tenere conto del vento apparente e reale hanno anche dei sistemi per compiere virate e abbattute, nonché delle modalità anti scarroccio per compensare l’effetto del vento e delle correnti sulla rotta. Un’altra opzione interessante è quella che permette di impostare l’autopilota per governare con vento forte modalità che permette allo strumento di auto calibrarsi in condizioni meteorologiche particolarmente intense.

Il cuore di questi nuovi sistemi di navigazione sono dei potenti computer interni capace di immagazzinare ed elaborare molti dati col fine di ottimizzare la tenuta di rotta. Alcuni autopiloti possiedono software in grado di auto apprendere i parametri inseriti per la navigazione, vengono cioè regolati in base ai fattori esterni come la velocità dell’imbarcazione, la marea, la corrente, il pescaggio, etc. al fine di mantenere la rotta nel modo più preciso possibile. Inoltre i dati vengono registrati in memoria e continuamente ottimizzati.

Telecomando autopilota

Display luminosi e controlli a distanza

Oltre alle modalità prettamente dedicate alla navigazione gli autopiloti integrati disponibili oggi sul mercato sono progettati per essere facili da utilizzare nonostante la molteplicità delle funzioni. La parte principale con cui si interfaccia il velista è l’unità di controllo costituita da un display su cui sono riportati i vari dati e da una serie di pulsanti e manopole per inserire i parametri di navigazione. Tranne alcuni casi sono tutti muniti di schermi a colori molto luminosi che garantiscono la lettura anche alla luce diretta del sole. Inoltre i nuovi display possono essere settati in base alle situazioni, scegliendo per esempio tra le modalità regata o crociera che consentono di visualizzare solo le informazioni necessarie.

Tra gli optional da affiancare all’autopilota uno dei più interessanti è il telecomando per il controllo a distanza. Forse non è necessario quando si è in equipaggio ma può diventare un valido aiuto nella conduzione in solitario.

Tiller pilot

Tiller Pilot: metti un autopilota in pozzetto

Per chi possiede una piccola barca con timone a barra e si volesse dotare di un autopilota ci sono invece i modelli conosciuti come Tiller Pilot. Progettati nei primi Anni 70, questi autopiloti vengono installati direttamente in pozzetto e sono costituiti da un unico componente che contiene il braccio idraulico (unità di Potenza), il pannello di controllo e la bussola elettronica. Oltre al prezzo contenuto i principali vantaggi del Tiller Pilot sono la facilità di utilizzo e di installazione, la possibilità di poterli rimuovere velocemente; di contro sono limitati alle sole timonerie a barra di barche medio piccole e non dispongono di tutte le funzioni e modalità di navigazione presenti in quegli integrati. Nel corso degli anni questi autopiloti a barra sono stati ottimizzati per migliorare nella precisione, diminuire il consumo di energia e la rumorosità. Tra l’altro possono essere collegati tramite rete Nmea con altri strumenti e operare utilizzando una bussola esterna o in modalità vento, ossia seguendo l’angolo di vento apparente.

Insomma noi diportisti oggi possiamo scegliere tra una vasta offerta di autopiloti capace di offrire una ricca serie di funzioni. Si tratta di strumenti sofisticati e ricchi di funzioni che di certo non sostituiscono l’occhio vigile del timoniere né riducono le sue responsabilità, ma possono di certo rendere la crociera più confortevole e sicura.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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