Tristan Jones, nessun navigatore come lui

Difficile eguagliare le imprese veliche di Tristan Jones, uno dei navigatori moderni che con i suoi memorabili diari di viaggio ha ispirato generazioni di appassionati. Un marinaio che ha portato a termine 18 traversate atlantiche, quattro giri del mondo e la risalita del Rio delle Amazzoni, durante le quali ha affrontato ogni sorta di incidente.

Oggi girare il mondo a vela per piacere è un capriccio alla portata di tutti. Ci sono persone che navigano con qualunque mezzo, raggiungono scali persi sulle mappe, lo fanno in qualunque condizione fisica, aiutati dalla tecnologia, dall’informazione globale e da un livello di difficoltà che oggettivamente si è abbassato. Se tutto questo è possibile lo si deve però anche ai pionieri che tanti anni fa quando la navigazione da diporto era ancora un’avventura per pochi hanno aperto la strada, a loro spese.

Uno di questi navigatori coraggiosi è stato sicuramente Tristan Jones, un marinaio inglese che ha lasciato ai posteri una lezione di passione, coraggio, forza d’animo che si fa fatica a non ammirare. La sua vita è stata un susseguirsi di incidenti che invece di fiaccarlo, gli hanno dato una motivazione incredibile per vivere le esperienze di mare che sognava.

Dall’esperienze in Marina al lavoro di skipper  

Figlio di un comandante di navi a vapore, nel 1937 all’età di 13 anni Tristan Jones lasciò Liverpool per imbarcarsi su un mercantile a vela. Poi venne la Seconda Guerra Mondiale e si arruolò in Marina navigando per conto del Servizio Idrografico Reale Britannico. Nel 1952 la nave dove era imbarcato venne fatta saltare in aria da un gruppo di guerriglieri dell’Aden e nell’incidente Jones riportò gravi ferite alla colonna vertebrale per cui venne congedato. Nonostante il parere dei medici, convinti che non avrebbe più camminato, riuscì a riprendersi e fece lo skipper trasferendo barche dall’Europa agli Stati Uniti e ai Caraibi.

Il grande sogno: arrivare al Polo Nord

Tornato in Inghilterra, trovò una vecchia scialuppa di salvataggio di 10 metri, la Cresswell, e la restaurò con l’idea di ripercorrere le rotte antartiche dell’esploratore norvegese Fridtjof Nansen. Ma durante il viaggio di avvicinamento al Polo Nord la Cresswell rimase imprigionata tra i ghiacci e Jones lottò per più di un anno contro la fame, il freddo, il buio e gli attacchi degli orsi, finché non venne salvato da una nave rompighiaccio. Fu durante questi mesi di solitudine che Tristan Jones cominciò a scrivere i suoi diari di bordo e in seguito non smise più di riportare su carta le sue esperienze di navigazione: 18 traversate atlantiche, quattro giri del mondo, la risalita del Rio delle Amazzoni e la più grande distanza completata a vela (400.000 miglia).

Il giro del mondo senza una gamba

Dopo avere portato a termine una navigazione di 6 anni che copriva un dislivello di 4.000 metri di altitudine: dal mar Morto in Israele (375 m sotto il livello del mare) al lago Titicaca, in Bolivia (3.800 m sopra il mare), nel 1982 a seguito di un’infezione di una vecchia ferita, gli venne amputata una gamba. Ma Jones non si scoraggiò, anzi venne preso da una nuova ambizione: mostrare al mondo che è possibile navigare anche da disabili.

Nel 1983 partì quindi per la Operation Star, un giro del mondo a vela sul trimarano Outward Leg con lo scopo di raccogliere fondi per i disabili indigenti. Fu un successo: il navigatore inglese coprì 26.000 miglia con soste in 33 paesi e riuscì a coinvolgere nell’iniziativa centinaia di associazioni di volontariato. Tristan Jones continuò a navigare anche dopo che gli venne amputata l’altra gamba prima di fermarsi a vivere in una capanna sulla spiaggia di Rawai in Thailandia, dove passò il resto dei suoi giorni.

Vale la pena cercare i libri di questo navigatore coraggioso, sognatore, inarrestabile, anche solo per capire l’arte di navigare e quella ancora più importante che è l’arte di vivere.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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