L’emergenza Coronavirus arriva in ogni angolo del mondo e raggiunge velisti in viaggio che di fronte alle normative di restrizione incontrano difficoltà di ogni tipo e a volte sono costretti a prendere decisioni inattese.
Mentre la maggior parte di noi diportisti e velisti è costretta all’isolamento forzato tra le mura domestiche per rispettare le restrizioni alla libertà personale ed evitare la diffusione della pandemia, da tutto il mondo arrivano storie di chi per una ragione o per un’altra si trova a vivere in mare. Potrebbe sembrare una fortuna ritrovarsi in navigazione in oceano o all’ancoraggio di qualche rada in qualche baietta di un’isola tropicale, ma non è proprio così.
Durante il Coronavirus e il lockdown generalizzato ai quattro angoli del pianeta sopravvivere a bordo di una barca a vela può diventare lo stesso stressante, richiedere una forte capacità di adattamento e ispirare decisioni non così scontate.
Tra l’oceano e il Covid-19 un medico sceglie la corsia
È il caso per esempio di Elisa Fustini, un’appassionata velista e medico bolognese che a ottobre scorso si era dimessa dall’Ospedale di Pesaro dove era in servizio per fare il giro del mondo a vela insieme al suo compagno, ma che per l’emergenza Covid-19 ha scelto di mollare vele e timone e tornare in corsia. Dopo tanti anni di lavoro in ospedale, a 43 anni, Elisa voleva coronare il suo sogno: cambiare vita e girare il mondo in barca a vela, per qualche anno o per sempre, chissà. Sta di fatto che con una scelta piuttosto coraggiosa si era licenziata e aveva mollato gli ormeggi navigando lungo le coste cubane, poi in Australia e poi ancora tra gli atolli delle Isole vergini Britanniche. Si trovava proprio in questo splendido angolo di mondo quando è scoppiata l’emergenza Coronavirus.
Allora nel cuore di Elisa il cuore del medico ha cominciato a battere più forte di quello della velista e con lo stesso coraggio con il quale aveva intrapreso la sua nuova vita di giramondo, ha deciso di fare dietrofront, tornare in corsia, nello stesso Ospedale di Pesaro tra quelle corsie e quei colleghi che in questo momento avevano bisogno anche del suo contributo. “Continuare il viaggio sarebbe stato contrario ai miei principi – ha spiegato a chi a seguito con stupore la sua decisione – quando tutto passerà riprenderò la navigazione. Adesso sono necessaria in corsia”. La sua storia è lei stessa a raccontarla dalle pagine del suo blog: https://duecuorieunacerata.com.
Respinti dai porti di Cipro e costretti a navigare
Per chi sceglie di tornare a terra, c’è però chi invece è costretto a continuare a navigare, come Greta e Michael, due velisti giramondo italiani che in questi giorni si sono ritrovati cacciati da Cipro e obbligati loro malgrado a compiere una traversata della speranza per tornare in Italia. La coppia di velisti viveva in barca dal mese di aprile del 2019 quando dopo essersi imbarcata su un Bénéteau Oceanis 393 aveva navigato a lungo nel Mediterraneo tra la Sardegna, le coste della Grecia, la Turchia, Cipro e l’Israele per poi ritrovarsi nuovamente a Cipro. Fino a febbraio 2020 i loro spostamenti sono stati liberi e dettati solo dalla loro voglia di esplorare, ma a un certo punto a causa di problemi al timone e al motore hanno deciso di fermarsi a Zigy, un piccolo porticciolo di pescatori non classificato come marina ma utilizzabile in situazioni di emergenza come la nostra. Dopo tre settimane di sosta, era ormai fine marzo e la situazione in tutto il mondo era cambiata a causa della pandemia. E qui sono cominciati i loro problemi.
Sapendo che era alta la probabilità di essere rinchiusi in porto per tanto tempo a causa del Coronavirus hanno deciso di spostarsi in un vero marina, grande e attrezzato, quello di Latchi. Dopo avere ottenuto il via libera dalla Guardia Costiera locale hanno mollato gli ormeggi. Durante la navigazione però hanno incontrato una tempesta che li ha costretti a fermarsi a Coral Bay per due notti. A quel punto però sono stati avvicinati dalla guardia costiera che gli ha indicato che le leggi erano cambiate e che avrebbero dovuto lasciare Cipro. Dopo vari rimpalli tra le varie capitanerie di Cipro, un’altra tempesta e una grave falla a bordo, il rifiuto di trovare rifugio in porto, la minaccia di multe e sanzioni lo scorso 16 aprile Greta e Michael hanno deciso di salpare da Cipro e imbarcarsi in un viaggio di 9 giorni per ritornare in Italia. Al momento si trovano a Sud di Creta, dove le istituzione greche gli hanno consentito di ancorare di fronte a un porto e gli porteranno benzina e cibo per la prossima tratta. Poi dipenderà dal Meltemi il quando e il come rientreranno in Italia. Potete seguire la loro avventura sul blog su https://whensailing.com.
Voli aerei bloccati? Bene, si torna a casa in barca!
Per alcuni invece una traversata a vela è l’unico modo per aggirare il blocco dei voli internazionali e trasferirsi da un continente all’altro. È il caso di Jordy van der Voort e Daniel Wiessing, due ragazzi olandesi di 23 e 29 anni che erano partiti entrambi per l’Australia prima dell’emergenza. Quando dall’aeroporto di Sydney hanno capito che non c’era modo per loro di tornare nel loro paese gli è venuta un’idea: attraversare l’oceano e completare a bordo di una barca a vela le 13.000 miglia fino ad Amesterdam. Piccolo particolare: Jordy e Daniel non sono velisti e non hanno mai navigato al di fuori di qualche piccolo trasferimento con gli amici. Jordy ha venduto il suo pick up e ha acquistato un vecchio ketch in ferrocemento di 17 metri, guarda caso proprio olandese e poi ha cominciato a cercare compagni di viaggio. È a quel punto che si è imbattuto nell’annuncio di Daniel Wiessing che voleva compiere una traversata oceanica sempre dall’Australia all’Olanda. Se avesse trovato qualcuno, avrebbe comprato un catamarano.
I due hanno quindi pensato di unire le forze. La loro partenza è prevista tra un mese quando ci saranno i venti giusti per completare la rotta che passa da Panama e, nel frattempo, hanno deciso di fare un corso di vela per imparare come si porta una barca in oceano. Insomma di necessità virtù. Chi vuole seguirli può farlo all’indirizzo: www.facebook.com/daniel.wiessing.