L’efficienza di una barca e il comfort a bordo dipendono anche dal battello di servizio e il relativo fuoribordo imbarcati. Qualche consiglio su come scegliere questa indispensabile dotazione, il suo utilizzo in mare e sulla manutenzione ordinaria.
Un gommone di servizio dotato di un buon motore fuoribordo migliora la vita in barca e offre una serie di vantaggi: fare escursioni alla ricerca di nuove spiagge o baie solitarie, andare a terra e tornare rapidamente a bordo, facilitare gli spostamenti in porto dell’equipaggio e dei bagagli, offrire assistenza alle manovre durante di ancoraggio in rada. L’importante è scegliere un prodotto di qualità, averlo sempre a bordo ben rizzato e pronto all’uso, nonché curarne la manutenzione ordinaria per tenerlo sempre in perfetta efficienza e allungarne la durata.

Quale Tender scegliere? Carena, dimensioni, peso e ingombro
Come orientare la scelta al momento dell’acquisto di questo prezioso compagno di bordo? La prima distinzione è tra i Tender semirigidi con carena in vtr e i Tender ripiegabili. I Gommoni con carena rigida offrono prestazioni migliori in acqua perché planano subito, sono più pratici nella manutenzione e hanno maggiore resistenza all’usura nei vari “spiaggiamenti” su sabbia, ghiaia, etc. Per contro hanno un peso maggiore che rende più impegnativo issarli a bordo, oltre a essere più ingombranti per cui possono essere stivati o in coperta con il fondo rivolto verso l’alto, oppure a poppa issati su un’apposita gruetta oppure ancora sugli yacht più grandi all’interno dello specchio di poppa.
I Tender pieghevoli viceversa sono generalmente meno performanti in acqua, ma hanno pesi contenuti e soprattutto possono essere facilmente stivati in un gavone quando non in uso. Possono avere un pagliolato sfilabile a stecche realizzate in legno, resina o alluminio oppure un pagliolato gonfiabile ad alta pressione. Gli ultimi modelli di questa categoria hanno rigidità elevate e prestazioni non troppo lontane dai tender a carena rigida.

Tender, quante persone posso trasportare
Altri fattori che orientano la scelta del tender sono il numero di persone che si pensa di imbarcare: i battelli più piccoli ospitano solo due persone, mentre i più grandi possono superare i sei posti. Poi ancora lo spazio di stivaggio disponibile a bordo (lunghezza coperta, specchio di poppa, garage, etc.) e il peso del gommone, decisivo nelle operazioni di alaggio e varo, sono elementi da non trascurare nella scelta del modello più adatto.
Motore: tradizionale o elettrico
Quanto alla motorizzazione, anche qui la scelta si pone tra un piccolo fuoribordo funzionale solo a brevi spostamenti “soft”, che si ala con facilità, leggero e poco ingombrante e invece un motore più potente che garantisce migliori prestazioni anche in condizioni di vento sostenuto e mare formato, ma è più pesante, più ingombrante e impossibile da issare a bordo senza l’ausilio di una gruetta con paranco. I costruttori di tender propongono sempre una motorizzazione adeguata al mezzo che può essere un buon riferimento. Un’alternativa da valutare attentamente sono anche i motori elettrici: silenziosi, leggeri e disponibili ormai anche a potenze elevate.

Pressione tubolari, sicurezza e dotazioni di bordo
Alcune precauzioni devono essere riposte nell’uso del battello di servizio. A partire dalla pressione dei tubolari, che dovrebbe essere quella prescritta dal costruttore e in ogni caso verificata prima di ogni utilizzo. Una buona regola è di non eccedere mai nel gonfiaggio poiché, una volta esposti al sole, i tubolari potrebbero scoppiare per colpa della dilatazione dell’aria dovuta al calore dei raggi solari. I tubolari sono divisi in diverse sezioni che occorre gonfiare progressivamente: non gonfiare mai al massimo una sezione se le altre sono ancora sgonfie.
Navigare in sicurezza con il Tender
In navigazione solitaria è imperativo collegare sempre al polso del timoniere l’apposito cinghietto di sicurezza della chiavetta per arrestare il motore in caso di emergenza. Inoltre ricordarsi sempre di imbarcare le dotazioni, i remi, i giubbotti salvagente e una sacca con ancora, una cima di rispetto, il coltello, la torcia, un vhf stagno, una sassola per sgottare l’acqua dal fondo, un kit di riparazione per i tubolari e alcuni pezzi di ricambio del motore.
Pulizia del gommone: eliminare le macchie ostinate
Un ultimo accenno alla manutenzione del battello di servizio. Sciacquare spesso il tender con acqua dolce e spazzola per eliminare il sale, la sabbia e la ghiaia sul fondo già ne allunga la vita. La carena del gommone, come quella della barca, se rimane in ammollo in acque calde per più di una settimana comincia a sviluppare una vegetazione di alghe che frenano la corsa e aumentano i consumi di carburante. Basta un colpo di spugna ogni 2-3 giorni per evitare che il processo cominci.
Per una pulizia più vigorosa sarebbe bene utilizzare un detergente specifico per gommoni e mai gli sgrassatori per uso domestico che potrebbero intaccare lo strato superficiale dei tubolari. Altrettanto importante è non mettere il detergente direttamente sul tessuto, ma su un panno o una spugna e strofinarlo uniformemente, dapprima diluito in acqua dolce e più concentrato dove lo sporco è ostinato. Risciacquare abbondantemente il tutto comprese le eventuali cimette tientibene. Se dopo il lavaggio persiste qualche macchia, si può procedere con un batuffolo di cotone appena inumidito con diluente alla nitro, mentre per eliminare le macchie di muffa si può utilizzare un prodotto a base di ipoclorito di sodio in gel. Assolutamente da evitare è la candeggina che penetra nel tessuto e lo macchia in maniera indelebile.
Ultimata la pulizia, si può procedere alla ceratura. Esistono in commercio apposite cere impregnanti che ammorbidiscono i tessuti del tender prevenendo eventuali screpolature che permettono all’umidità di penetrare all’interno e formano uno strato protettivo antibatterico e impermeabile.