Strumenti di bordo. Impermeabili ma quanto?

Apparecchiature, strumenti e accessori di bordo dovrebbero essere protetti dall’acqua e dagli elementi atmosferici. A dirci con esattezza quanto sono impermeabili esistono dei codici di protezione internazionali che dovrebbero essere riportati su prodotti, confezioni ed etichette e che sarebbe bene conoscere. Ecco quali sono.

Il marinaio moderno è tecnologico e non perde occasione di imbarcare ogni sorta di gadget appena sfornato dal mercato. Così, accanto ai tradizionali strumenti di navigazione, sui cabinati attuali c’è sia sopra che sottocoperta una quantità enorme di accessori elettronici: plotter cartografici, telefoni satellitari, gps, ripetitori video, smartphone, tablet, computer, fotocamere, etc.

Per resistere all’ambiente marino alcuni di questi dispositivi sono impermeabili, in grado quindi di sopportare una prolungata esposizione a umidità, spruzzi di acqua salata e addirittura immersioni. Insomma sono a “misura di barca”: vengono costruiti con gusci rinforzati, resistono alle alte pressioni, sono dotati di apposite guarnizioni che prevengono infiltrazioni.

Mai fidarsi della dicitura “water proof”

Non sempre tuttavia l’impermeabilità o meglio il grado di resistenza all’acqua degli apparecchi elettronici è chiaro e correttamente esposto nelle etichette o le confezioni e le schede tecniche che accompagnano i prodotti. Spesso poi le diciture anglosassoni water proof o water resistant vengono strillate dai marchi produttori ed erroneamente assimilate, ma non di rado rappresentano solo slogan pubblicitari frutto del marketing. Sarebbe bene al contrario sapere quanto un vhf portatile o uno smarthphone siano impermeabili e soprattutto quanto resistenti all’acqua.

A dirci in che misura un dispositivo elettronico è resistente ai liquidi in generale, acqua compresa, sono delle sigle specifiche che corrispondono ad appositi standard internazionali codificati e frutto di elaborati test, che dovrebbero essere riportate sui prodotti e che in ogni caso sarebbe bene conoscere.

In Europa la protezione è dettata dal Codice IP

In Europa il codice internazionale che riassume il livello di protezione di un’apparecchiatura elettronica o elettrica contro il contatto con l’acqua e la polvere è il codice IP, acronimo di Ingress Protection. Tale codifica, pubblicata dalla Commissione Elettrotecnica Internazionale (Iec) e istituita dalla legge europea EN60529, è stata recepita nel nostro Paese dalla norma CEI70-1 del Comitato Elettrotecnico Italiano ed è rappresentata dalla seguente sigla: IPXXab.

Al termine fisso IP, seguono dunque due cifre e due lettere opzionali. La prima cifra si riferisce al grado di protezione dell’apparecchio dalla polvere (ma anche da altri corpi solidi) e rappresenta sette livelli:

IP0X, apparecchio senza nessuna protezione;

IP1X, protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 50 mm;

IP2X, protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 12 mm;

IP3X, protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 2,5 mm;

IP4X, protetto contro corpi solidi di dimensioni superiori a 1 mm;

IP5X, protetto contro la polvere;

IP6X, totalmente protetto contro la polvere.

Protetti da polvere e corpi solidi?

Ogni livello rappresenta un grado di protezione dell’impianto elettrico e delle componenti interne del prodotto rapportato a corpi esterni dalle dimensioni precise (fino ai granelli di polvere appunto) e tenendo conto dei materiali dell’involucro, del design dello stesso, dei fori per le viti o altri dispositivi di fissaggio, di alloggiamenti per le batterie o spine ed eventuali aperture per ispezioni e assemblaggio.

In alcuni casi tuttavia questa prima cifra viene omessa nelle sigle che riportano anche la seconda cifra, quella cioè che si riferisce alla protezione dai liquidi, in quanto da quest’ultima, più complessa e importante, si ricava indirettamente anche la protezione del dispositivo dai corpi solidi, come la polvere.

Impermeabile sì, ma quanto?

La seconda cifra della sigla del codice internazionale Ip invece è quella che interessa il marinaio e indica il grado di protezione dell’apparecchio contro l’accesso di liquidi, l’acqua in particolare. I livelli classificati sono nove:

IPX0, apparecchio non protetto;

IPX1, protetto da caduta verticale di gocce d’acqua;

IPX2, da caduta di gocce d’acqua con inclinazione massima di 15 gradi;

IPX3, dalla pioggia o da gocce d’acqua con inclinazione massima di 60 gradi;

IPX4, da spruzzi d’acqua provenienti da tutti gli angoli;

IPX5, da getti d’acqua;

IPX6, da ondate;

IPX7, da immersione temporanea;

IPX8, da immersione continua.

Lo standard di impermeabilità è anche in questa tabella molto dettagliato e limita la dicitura anglosassone di water resistent, ossia resistente all’acqua, di un apparecchio solo dal secondo livello all’ottavo, mentre la qualifica di water proof, ossia completamente impermeabile, può essere destinata solo all’ultimo livello. Insomma non sono uguali come ci dicono le pubblicità.

Accesso umano e tensione elettrica

Alle prime due cifre della sigla del codice internazionale Ip possono seguire due lettere opzionali. La prima fa riferimento alla protezione del dispositivo contro l’accesso umano:

a, protetto contro l’accesso con il dorso della mano;

b, accesso con un dito;

c. accesso mediante un attrezzo;

d, accesso mediante un filo.

La seconda lettera opzionale aggiuntiva è relativa alla tensione elettrica interna dell’apparecchio:

h, apparecchiatura ad alta tensione;

m, testato contro gli effetti dannosi dovuti all’ingresso dell’acqua con apparecchiatura in moto;

s, testato con apparecchiatura non in moto;

w, adatto all’uso in condizioni atmosferiche specificate.

Questo per quanto riguarda lo standard di impermeabiltà dei prodotti elettronici europei. C’è da dire però che ormai il codice internazionale IP viene adottato dalla maggior parte dei prodotti dei mercati mondiali.

Il codice di impermeabilità made in Usa

Negli Stati Uniti tuttavia esiste un altro standard che potrebbe essere riportato sugli apparecchi made in Usa: si tratta del codice Nema, elaborato dall’omonima associazione di produttori di materiale elettrico (quella che peraltro fissa anche gli standard mondiali delle spine e delle prese elettriche).

Il codice Nema conta molte più numeri e lettere di quello IP, poiché include non solo l’impermeabilità del dispositivo, ma anche tanti altri fattori, come la protezione dalla corrosione. Le sigle più comuni che possono trovarsi sugli apparecchi elettronici statunitensi tuttavia possono essere decodificate tramite lo stesso standard IP e sono:

Nema 1 = IP20

Nema 3 = IP54

Nema 4 = IP66

Nema 6 = IP67

Nema 6P = IP68

Poiché infine tanti prodotti elettrici ed elettronici del mercato internazionale vengono costruiti o assemblati nei Paesi orientali (Cina, Giappone, Corea, etc.), in Oriente si adotta generalmente il cosiddetto codice Jis (Japanese Industrial Standards) che tuttavia si rifà completamente quello Ip, per cui sulle confezioni e sulle schede tecniche degli apparecchi elettrici dell’Est si trova scritto Jis IPX0, Jis IPX1, Jis IPX2, e così via.

Insomma l’impermeabilità di un apparecchio o di uno strumento è una cosa seria e corrisponde a rigorosi criteri di classificazione che ci dicono non solo quanto un prodotto è resistente all’acqua ma anche come è stato costruito e assemblato. Chi va per mare ha bisogno di sapere esattamente che cosa porta a bordo. Non vi pare?

 

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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