Sosta in rada: le 7 regole per una crociera da re

Sostare in rada con la barca a vela è una scelta che privilegia la totale immersione nella natura, i silenzi e il relax lontano dal chiasso e la confusione dei marina. Ecco le sette regole da seguire per rendere l’approccio a questa eccitante esperienza velica il più piacevole possibile.

Una vacanza in barca a vela può essere estremamente versatile e adattarsi alle nostre personali esigenze. Ci si può lanciare in una lunga traversata e affinare così le proprie esperienze d’altura oppure optare per un rilassato peregrinare lungo costa a caccia di porticcioli e paesini caratteristici. Si può infine lasciare alle spalle il rumoroso mondo civilizzato fatto di rombi di automobili, sirene d’allarme, confusione e frenesia delle città per dedicarsi a un modo di navigare e vivere la barca più intimo e a diretto contatto con la natura. Stiamo parlando della sosta in rada all’interno di baie e ridossi, lontani dai porti e i marina. Una scelta un po’ autarchica che regala grande relax e la possibilità di immergersi in un mondo fatto di silenzi, voli di gabbiani, risacche e onde rotte dal fragore dei ciottoli sulla riva.

Per seguire questi ritmi naturali e godere di questo paradiso tuttavia occorre saper fare delle rinunce: docce a profusione, brioche e cappuccino a colazione, passeggiate tra i negozi e i mercati, etc. Soprattutto è importare organizzare la vita a bordo, gestire la cambusa, migliorare il comfort di bordo nelle lunghe giornate assolate, dosare i consumi come acqua ed elettricità e avere molta cura nella scelta degli approdi in funzione della posizione geografica, della stagione e della situazione meteorologica, in corso e prevista.

Ecco le 7 regole da seguire per rendere più piacevole la vostra sosta in rada.

Pozzetto

01. Aggiungere comfort al pozzetto

Se è vero che nel corso della navigazione il pozzetto rappresenta il cuore della barca dove il timoniere gli altri membri dell’equipaggio lavorano e svolgono la gran parte delle manovre, nondimeno quando si ormeggia in rada questo spazio della coperta diventa il luogo principale trasformandosi da area tecnica a zona di completo relax dove gustare aperitivi, consumare i pasti, godere i tramonti e accedere alla plancetta di poppa per i bagni in mare. Per questo motivo è meglio tenerlo in ordine e renderlo il più confortevole possibile in vista delle nostre soste in baia.

Per prima cosa è bene disporre di un tavolo abbastanza grande (vanno bene anche quelli abattibili) che può servire sia come piano di lavoro e di appoggio per leggere un libro, dedicarsi a qualche lavoretto di manutenzione, studiare una carta nautica e consumare i pasti durante la giornata. Se dovesse essere troppo piccolo quello di serie si può pensare anche di far realizzare da un artigiano un piano maggiorato con dei vani porta bicchieri o portabottiglie. Un’idea piuttosto intelligente è quella di abbinare alla doccetta esterna collocata a poppa una sorta di lavello amovibile per risciacquare la frutta e la verdura. Importante è anche aumentare il comfort delle sedute delle panche disponendo diversi cuscini così come comodi poggiaschiena sulle draglie. Utili sono anche quei seggiolini da fissare ai due lati interni del pulpito di poppa.

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Pozzetto

02. Montare il tendalino

Per quei diportisti che scelgono di sostare in rada il tendalino o cagnaro è molto più che un semplice accessorio, ma un compagno di bordo assolutamente fondamentale sia per ripararsi dal sole cocente del giorno, ma anche dall’umidità della sera. Sarebbe meglio sceglierne uno comodo da montare. I modelli migliori sono realizzati in tessuti impermeabili con telaio in fibra di vetro, occhielli in plastica e strisce di velcro per la chiusura sul paterazzo. Molto utile è anche l’attacco superiore situato al centro del tendalino da collegare a una drizza al fine di tenerlo ben sollevato. La sua collocazione ideale prevede la copertura di tutto il pozzetto e di parte della tuga utilizzando il boma come un’architrave. Imbattibile per comodità il modello telescopico estraibile dal boma che si apre e si chiude in pochi secondi

Rada

03. Scegliere il tender di servizio

ll mezzo di servizio più efficiente per prepararsi alla sosta in rada è un tender dotato di un buon motore fuoribordo. Permette infatti di raggiungere dalla barca alla fonda il paese vicino, andare alla ricerca di spiaggette isolate e scogliere, fare escursioni lungo costa, raggiungere altri equipaggi ormeggiati nella stessa baia, etc. Per questo motivo un buon armatore deve riservargli molta attenzione sia quando si tratta di sceglierlo con le caratteristiche più calzanti alle proprie esigenze che dopo l’utilizzo con una costante manutenzione. Innanzitutto conta molto il suo peso dato che per la navigazione sarà issato a bordo e oltre alla fatica imposta all’equipaggio per movimentarlo, un’imbarcazione a vela in genere non ama i pesi. Meglio allora acquistare un gommone più maneggevole e sobbarcarsi più viaggi per portare gli ospiti piuttosto che imbarcarne uno di grandi dimensioni che richiederà più lavoro per sbarcarlo e per riportarlo a bordo.

I gommoni a chiglia rigida sono più efficienti per le migliori prestazioni che offrono in navigazione, ma naturalmente impongono un ingombro maggiore. Ricordiamo che anche sui mezzi di servizio va riportato il nome della barca; e che quando navigano a un miglio dalla costa o dall’unità devono avere un bordo i giubbotti di salvataggio per tutti i passeggeri. Stessa attenzione al peso e alle dimensioni si dovranno tenere nella scelta del motore fuoribordo: è utile una potenza che consente di planare per raggiungere il più velocemente la meta riducendo peraltro il consumo di carburante, ma al tempo stesso dovrà essere agevole stivarlo a bordo per fissarlo al suo supporto di poppa.

rada

04. Installare la scaletta a mare

Risalire dall’acqua a bordo di un’imbarcazione a vela con il bordo libero piuttosto alto non è proprio un’operazione agevole. Gli scafi più recenti hanno in parte risolto il problema offrendo comode plancette di poppa a filo mare; ma per quelle barche un po’ datate la risalita può trasformarsi in una vera scalata. L’acquisto di una buona scaletta è quindi decisivo. Ormai la biscaglina di corda che ha l’unico pregio di essere facilmente stivabile; ma è piuttosto scomoda è stata sostituita sul mercato nautico da tecnologici modelli amovibili realizzati in tubolari di alluminio o meglio in acciaio inox con gradini antiscivolo.

È importante sapere prima dove collocarla, se a murata o sullo specchio di poppa in modo da tale da sceglierne una di una lunghezza sufficiente che consenta di avere un paio di scalini sott’acqua per facilitare la risalita. Anche i supporti vanno considerati con attenzione per fare in modo che la scaletta risulti il più possibile verticale; così come le protezioni in gomma nella parte superiore per evitare di rovinare la falchetta o la coperta.

rada

05. Appendere un’amaca in coperta

Perché non approfittare delle lunghe soste in baie per dondolare su un’amaca appesa a prua. Il bello dell’amaca a bordo è che asseconda i movimenti della barca trasformandosi in una specie di culla che regala momenti di relax impagabili. Non a caso veniva impiegata regolarmente per dormire e riposare al posto delle tradizionali cuccette dagli equipaggi a bordo dei velieri. Nella sua versione classica l’amaca è formata da maglie di corda intrecciata; ma ne esistono anche modelli più hi-tech realizzati in fibre traspiranti e leggerissime, super resistenti e che si ripiegano occupando pochissimo spazio a bordo. Può essere montata per esempio a prua tra l’albero e lo strallo ed essere sollevata con l’ausilio della drizza del fiocco.

Maniche a vento

06. Orientare le maniche a vento

Durante la sosta in rada l’imbarcazione all’ancora si dispone naturalmente al vento. Per aumentare l’aerazione di bordo basterà allora aprire gli oblò per avere sotto coperta una salutare circolazione d’aria che significa una temperatura più fresca nelle ore più calde; ma anche assorbimento dell’umidità accumulata nel corso della navigazione. L’aria che entra in barca deve però anche riuscire così da realizzare l’obiettivo della migliore ventilazione interna. Un oblò sul ponte deve allora rimanere aperto con il portello controvento far entrare l’aria, mentre gli oblò laterali della tuga contribuiranno a farla uscire. Lo stesso criterio di circolazione si dovrà cercare per ogni locale a bordo. Non tutte le barche dispongono tuttavia di portelli studiati per agevolare il ricambio d’aria. Un aiuto allora può arrivare dalle maniche a vento da collocare nei punti strategici e che si stivano comodamente quando non in uso.

Fornelli

07. Accendere il barbecue

Mangiare in barca non è solo un’esigenza alimentare ma un’attività conviviale, un rito collettivo che regala piacere e buon umore. Se si è in navigazione il lavoro ai fornelli richiede una certa destrezza ed esperienza. In rada però le condizioni sono spesso ottimali: la barca è stabile, si possono utilizzare più fornelli, tenere aperti gli osteriggi per areare, etc. Per quanto riguarda la gestione della cambusa, è consigliabile rifarsi a sistemi già collaudati ed efficaci che aiutano a conservare meglio e più a lungo gli alimenti a bordo.

Il pane per esempio dura integro per diversi giorni se è acquistato in grandi pagnotte e riposto avvolto in un panno umido all’interno di contenitori di legno. Il latte fresco può essere sostituto in confezioni a lunga conservazione o in polvere solubile. Anche frutta e verdura potranno essere acquistati in buona quantità e conservati a lungo; a patto di non tenerli in ambienti umidi ma in un gavone ben areato oppure in delle reti appese al cielino del quadrato.

Durante la sosta in rada è bene inoltre evitare che vegetali vengono a contatto l’uno con l’altro; in modo e che una sola ammaccatura porti l’intero carico a marcire in pochi i giorni. L’unico alimento a cui certamente si dovrà rinunciare è la carne ma è possibile ovviare agilmente alla carenza di proteine animali con conserve e insaccati. I formaggi durano di più se stagionati e coperti da carta di pane. Le uova si conservano bene per più giorni: è sufficiente girarle spesso mentre per garantire la freschezza costante del burro basta conservarlo in un contenitore ermetico colmo d’acqua.

Ci sono poi un paio di attrezzi da cucina che andrebbero rivalutati. Il primo è la pentola a pressione che è stabile, comoda, a prova di rovesciamento; e consente di cucinare in un batter d’occhio anche pietanze che richiedono lunghi tempi di cottura, come il riso, le patate, i cereali. Il secondo strumento è il barbecue. Se infatti la giornata lo consente, una bella graticola fissata al pulpito di poppa verso l’esterno consentirà di preparare ottime grigliate di pesce.

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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