Sulle imbarcazioni moderne spesso i cantieri ricorrono a passascafi economici realizzati in ottone che nell’acqua di mare è soggetto a una veloce corrosione ed è sconsigliato per l’uso nautico. Meglio allora controllare con quale metallo siano realizzati questi importanti componenti della propria barca e in caso sostituirli con quelli in bronzo o lo speciale ottone marino DZR.
Secondo uno studio delle compagnie di assicurazione statunitensi di qualche anno fa il 20 per cento di tutti gli affondamenti avvenuti in porto sono dovuti alla rottura dei passascafi. Non sono pochi ed evidentemente non è solo un problema dei diportisti yankee: anche nei marina e nei porti italiani non è raro sentire di barche trovate affondate per lo stesso motivo. Ma perché i passascafi si corrodono? Semplice perché invecchiano presto, troppo presto, a causa dei materiali impropri ed economici con cui vengono realizzati. Un elemento così importante di una barca dovrebbe durare quanto lo scafo se non di più, circa 20-40 anni. Una presa a mare che si rompe fa affondare la barca in pochi minuti.
Ottone, metallo economico e antimarino
Per questo la manutenzione ordinaria di questi dispositivi richiede di ispezionare sistematicamente le proprie prese a mare, le valvole di chiusura e i relativi raccordi. Purtroppo sulle barche moderne spesso i passascafi sono realizzati in ottone, un metallo assolutamente sconsigliato per l’uso marino. Essendo infatti una lega di rame e zinco, immerso in acqua forma una cella galvanica e lo zinco, che è più attivo, si consuma, lasciando solo il rame. La lega assume un aspetto spugnoso senza alcuna resistenza meccanica, evenienza anche piuttosto rapida se la barca è ormeggiata in acque molto saline, calde, con presenza di correnti. Questo fenomeno di deterioramento si chiama tecnicamente “dezincificazione”. Il 99 per cento degli armatori non ha idea di quale metallo siano i loro passascafi e le relative valvole: farebbero bene invece a controllare.
Metalli a prova di mare: bronzo e ottone DZR
Un passascafo in genere si compone di tre elementi: il passascafo propriamente detto, la valvola di intercettazione e il raccordo alla tubazione. Tutti questi componenti devono essere di metallo non soggetto alla dezincificazione. Due le alternative a prova di mare: il bronzo oppure l’ottone DZR, che pur essendo un ottone ha una corrosione simile al bronzo e infatti costa come il bronzo). DZR significa DeZincification Resistant ed è un ottone con aggiunta di altri metalli, tra i quali l’arsenico che inibisce la dezincificazione.
Ottone e bronzo sono simili nell’aspetto, per riconoscerli bisogna guardare la marchiatura, l’ottone DZR o il bronzo devono avere la sigla CW602N oppure la sigla CR (Corrosion Resistant). Se non sono marchiati, quasi certamente sono di ottone ed è bene starne alla larga. Se sono marchiati CW617N, sono sicuramente di ottone, ottimi con l’acqua dolce ma non per l’acqua di mare. Le valvole per esempio sono quasi tutte del tipo a sfera, di ottone, di uso comune in idraulica, in quanto si comportano bene con l’acqua dolce. Si trovano in qualsiasi negozio di idraulica e purtroppo anche in molti negozi di nautica. Anche il raccordo alla tubazione deve essere di bronzo, anche se qui una rottura potrebbe non essere catastrofica se si riesce a chiudere in tempo la valvola.
Scafi in metallo: il passascafo è in plastica
Sugli scafi in metallo non è consigliabile installare passascafi in metallo in quanto dovrebbero venire isolati elettricamente per evitare corrosioni galvaniche, cosa non sempre facile, ma da alcuni anni sono disponibili passascafi e valvole in materiale plastico (Zytel della DuPont), commercializzati sotto il marchio Marelon: sono approvati ABYC, non provocano correnti galvaniche e sono resistenti. L’unica controindicazione è che non resistono al fuoco e quindi non andrebbero installati in luoghi con alta probabilità di incendio, come per esempio il vano motore.
Se un armatore proprio non se la sente di sostituire subito tutti i passascafi della propria barca, esiste un modo per ridurne la corrosione galvanica, ma occorre ispezionarli molto spesso e al primo segno di corrosione, sostituirli. Il sistema prevede di collegare i passascafi al cosidetto “bonding”, che è semplicemente un collegamento elettrico tra tutte le parti metalliche immerse e gli zinchi della barca. Il bonding collega in genere il motore, l’insieme albero-elica, le parti metalliche del timone e i passascafi. Funziona, ma è un palliativo. Meglio affidarsi ai metalli marini e dormire sonni tranquilli, in navigazione porto.