Recuperato uno yacht naufragato in Antartide

Mentre era protagonista di un documentario sull’Antartide, la Sea Sem Fim è naufragata durante una tempesta nella baia di Maxwell Bay of Ardley Cove e dopo essere rimasta intrappolata dai ghiacci è affondata. Il suo recupero è stato possibile grazie a una squadra di sommozzatori che hanno riportato alla luce il relitto.

In nome omen, dicevano i latini, ossia nel nome delle cose c’è il loro destino. E certo quando l’armatore brasiliano João Lara Mesquita scelse di battezzare il proprio yacht “Mar Sem Fim”, cioè mare senza fine, aveva in mente solo lunghe navigazioni negli oceani sconfinati del pianeta. Non pensava che quel mare senza fine sarebbe stata l’acqua gelida dei mari antartici che seppelliva il suo yacht affondato.

E invece il destino ha voluto proprio così. La barca nel 2013 era protagonista di un documentario al largo della costa antartica con lo stesso armatore, un noto giornalista e imprenditore brasiliano, e quattro uomini di equipaggio. Il team stava navigando nelle acque antistanti la baia di Maxwell Bay of Ardley Cove, in Antartide, a circa 1.200 chilometri a Sud della punta del Sud America quando è stata investita da un forte vento di oltre 100 chilometri all’ora che ha sorpreso il team di navigatori spingendoli contro il ghiaccio.

Scafo ed equipaggio intrappolati dal ghiaccio

Intrappolati in mezzo al gelo, i ragazzi dell’equipaggio hanno lanciato un may day via radio che è stato ricevuto dalla marina cilena nella base di Bahia Fildes, in Antartide. Grazie a quella chiamata di emergenza tutti e quattro i ricercatori sono stati tratti in salvo, ma il maltempo ha ritardato il processo di un paio di giorni. Le onde erano molto alte e il vento continuava a soffiare senza tregua.

“La nostra evacuazione è stata estremamente rischiosa. Onde di quasi due metri e venti a 40 nodi hanno reso le operazioni davvero ardue”, ha raccontato un membro dell’equipaggio della Mar Sem Fim. Quando l’unità della marina cilena è finalmente riuscita ad avvicinarsi i documentaristi si sono subito lanciati a bordo, finalmente in salvo. Per le persone è andato tutto bene, ma non per Mar Sem Fim che, al momento, non poteva essere recuperata in alcun modo.

Un recupero difficile riuscito grazie alle boe gonfiabili

L’acqua gelida che è entrata nello scafo si è poi congelata espandendosi e facendo colare a picco lo yacht della Mar Sem Fim che è finito sul fondo della baia poco profonda, appena 10 metri. Per un anno è stato possibile osservare dall’alto la barca. In seguito l’armatore João Lara Mesquita è riuscito a tornare su quella posizione geografica e quando le condizioni meteomarine lo hanno permesso ha organizzato il recupero del relitto con una squadra di sommozzatori che hanno imbragato lo scafo con alcune boe gonfiate su entrambi i lati. Quando queste ultime sono state gonfiate, hanno sollevato gradualmente lo yacht riportandolo alla luce.

Una volta che l’imbarcazione è riemersa sono iniziate le operazioni di traino fino alla riva dove i ricercatori hanno recuperato la loro attrezzatura. Nulla da fare invece per tentare di restaurare il Sea Sem Fim poiché il tetto massimo della copertura assicurativa era di appena 700.000 dollari, troppo pochi per riparare tutti i danni subiti dallo yacht mentre era sott’acqua.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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