Quel winch del brigantino che ispirò a Colt il revolver

Mandato per punizione a imparare il mestiere del marinaio a bordo del brigantino Corvo, il diciassettenne Samuel Colt nel 1936 inventò il famoso revolver a tamburo rotante ispirandosi al meccanismo a cricchetto dei verricelli della nave.

È la pistola dei cowboy, quella dei film western. L’arma da fuoco che nell’800, come dice una famosa massima americana, “rese tutti gli uomini uguali”. Il revolver, anche nota come pistola a tamburo e in italiano “rivoltella”, è stata un’invenzione che ha rivoluzionato il mondo delle armi da fuoco, ma anche la storia americana e non solo. Tecnicamente è un tipo di pistola a retrocarica/avancarica caratterizzata da un serbatoio a tamburo capace di compiere illimitate rivoluzioni intorno al proprio asse longitudinale. È proprio dal particolare moto del tamburo che deriva il suo nome: revolvere infatti, nella lingua latina, significa “girare o rivoltarsi”.

L’invenzione della pistola revolver si deve a Samuel Colt, che nel 1835, concepì questo tipo di arma totalmente innovativa per l’epoca. L’idea del revolver gli venne molti anni prima quando era poco più che adolescente e apprendista marinaio.

La passione per le armi e la polvere da sparo

Nato a Hartford il 19 luglio del 1814, Samuel Colt era figlio di Christopher Colt, un agricoltore del Connecticut che si era trasferito per affari ad Hartford. Sua madre, Sarah Caldwell, morì di tubercolosi quando aveva appena due anni. All’età di 11 anni Colt venne mandato a lavorare presso una fattoria di Glastonbury, dove aiutava in casa e nei campi dopo essere stato a scuola. È in questi anni che conobbe il Compendio della Conoscenza, un’enciclopedia scientifica per ragazzi che gli cambiò la vita. In quel testo, che lui divorava con molta più passione e assiduità rispetto ai suoi libri di scuola biblici, comparivano infatti degli articoli sull’ingegnere e inventore Robert Fulton e dei suoi esperimenti con i razzi, il mercurio e la polvere da sparo. Il Compendio raccontava anche di altri inventori che avevano compiuto grazie al loro estro, curiosità e manualità oggetti e strumenti fino ad allora ritenuti impossibili. Colt ne era ammirato e voleva fare lo stesso.

Le armi e la polvere da sparo in particolare divennero la sua passione. In seguito, dopo aver sentito alcuni soldati parlare del successo del fucile a doppia canna e della impossibilità di realizzare una pistola che poteva sparare cinque o sei volte senza ricaricare, Colt decise che sarebbe stato lui a inventare quella “pistola impossibile”.

Per punizione spedito a fare il marinaio

Nel 1829, all’età di 15, Colt iniziò a lavorare nello stabilimento tessile del padre a Ware, Massachusetts, dove aveva accesso liberamente a utensili, strumenti e materiali della fabbrica. Entusiasta degli esperimenti pirotecnici di Fulton, quell’anno annunciò che in occasione delle celebrazioni del 4 luglio avrebbe fatto saltare in aria una zattera sul lago Ware Pond utilizzando esplosivi subacquei. L’anno successivo a causa di una sua bravata con i fuochi di artificio causò addirittura un incendio nella scuola e suo padre lo mandò a imparare il mestiere di marinaio.

L’idea del tamburo ruotante dal winch di bordo

Colt s’imbarcò così come mozzo a 17 anni sul brigantino Corvo che dagli Stati Uniti era diretto a Calcutta, in India. Fu proprio a bordo di quel vascello che Colt ebbe l’intuizione per dare vita alla pistola impossibile. Aveva osservato con molta attenzione i verricelli di bordo con i quali si recuperava l’ancora della nave. Questi verricelli avevano un meccanismo a cricchetto costituito da una ruota dentata e un becco (o dente complanare) che consentiva il movimento della ruota stessa in un solo senso. Ispirato da quel meccanismo Colt già a bordo del brigantino realizzò con legno di scarto della nave una pistola che era una variazione della cosiddetta “Pepperbox” a sei canne rotanti sotto al cane. Colt modificò quest’arma, sviluppata nel 1831 e l’unica a ripetizione dell’epoca, aggiungendo dietro a un’unica canna fissa un corto tamburo che ruotava in una sola direzione proprio come il verricello scalando di una posizione ogni volta che si alzava il cane.

La novità rivoluzionaria consisteva nel fatto che il tamburo, ruotando sul proprio asse, presentava di volta in volta una camera di scoppio diversa in linea con un’unica canna, conferendo in questo modo più velocità e più praticità all’arma. Un’intuizione geniale che diede vita al famoso revolver di cui depositò un primo brevetto in Inghilterra nel 1835 e poi un secondo negli Stati Uniti.

La pistola del Far West che salvò Garibaldi

Una volta tornato a casa da quel viaggio in mare, dopo avere iniziato la produzione del suo innovativo revolver in una fabbrica di pistole di New Haven in cui lavorava da semplice operaio, Colt aprì una sua fabbrica di armi che, nel 1855, divenne tra le più grandi del mondo e che impiegava metodi e tecnologie d’avanguardia. Il revolver di Colt divenne così la pistola più usata negli Stati Uniti a partire dalla metà dell’Ottocento.

Durante la guerra di secessione americana (1861-1865) l’industria di Colt rifornì le truppe del governo federale con il modello Walker e produsse diversi modelli che poi vennero utilizzati ampiamente usati nel Far West. Addirittura, Colt inviò in dono a fini pubblicitari a Giuseppe Garibaldi 100 armi da fuoco che comprendevano rivoltelle e carabine. Garibaldi, soddisfatto delle armi ricevute, acquistò 23.500 moschetti al costo di circa 160.000 dollari e proprio una delle rivoltelle fornite da Colt, assegnata al colonnello Giuseppe Missori, salvò la vita all’eroe dei due mondi, durante la battaglia di Milazzo.

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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