Prima Controllare, Poi Salpare

Con l’arrivo della primavera si ha voglia di partire in crociera e navigare verso nuove mete a caccia di sole, avventure e relax. Prima però è bene controllare che tutto a bordo sia in ordine ed efficiente: scafo, attrezzature di coperta, impianti. Ecco come fare.

Con la primavera torna la voglia di navigare, mollare gli ormeggi, allontanarsi dalla costa. È ora di solcare quelle splendide rotte immaginate e pianificate durante l’inverno. Prima di salpare tuttavia c’è lei, la nostra compagna di viaggi e avventure, la barca: è pronta a partire con noi e veleggiare in tutta sicurezza? Ha le manovre in ordine, gli impianti efficienti, le attrezzature pronte all’uso? Oppure ha bisogno di una minuziosa messa a punto? Cosa controllare?

Se ha navigato anche durante i mesi invernali, l’armatore ha maggiormente la situazione sotto controllo, ha già individuato le normali piccole beghe che impone la vita marina e sa bene dove intervenire. Viceversa, se la barca è rimasta ferma all’ormeggio o alata e messa in secco, occorre eseguire un’accurata ispezione per verificare circuiti, componenti e spazi.

Barca sull'invaso
Nelle lunghe soste le barche, per quanto protette, continuano a risentire degli agenti atmosferici.

Le barche da ferme si rovinano

Naturalmente si presuppone che prima di riporre lo scafo il diportista abbia eseguito il normale rimessaggio, questo tuttavia non si traduce automaticamente in buono stato di conservazione. Sebbene al sicuro nel loro invaso, ben protetti dal cagnaro, nelle lunghe soste i cabinati continuano a subire gli agenti atmosferici, gli sbalzi di temperatura, la pioggia, il ghiaccio, il vento che sollecita l’armo velico, il salino e l’umidità che continuano ad aggredire materiali e strutture.

Inoltre le barche sono pur sempre mezzi complessi, insomma delle macchine anche se nell’accezione più elegante del termine, pensate per essere usate, tenute vive navigando e  utilizzando gli impianti di bordo, le attrezzatura di coperta, le vele, i paglioli, che certo con l’utilizzo si usurano, ma paradossalmente si mantengono funzionali.

I mesi di fermo invece sono in apparenza rassicuranti, secondo l’equazione niente uso, niente problemi, in realtà possono celare ossidazioni, blocchi, accumuli di sporco, muffe e invecchiamenti. C’è quindi da mettersi al lavoro e rimettere in sesto la barca e tornare a creare il necessario feeling con il proprio mezzo.

 

 

Pulizia dello scafo

Il check up a scafo e attrezzature

Quello che segue è un check up dello scafo e dei suoi principali componenti da farsi prima di partire in crociera, un promemoria illustrato sui controlli, gli interventi e le verifiche, arricchite da qualche trucco e astuzia marinaresca per evitare brutte sorprese quando si è al largo.

A differenza di altre componenti della barca, l’albero di una barca a vela è meno facile da controllare una volta al largo, quindi un controllo preventivo è d’obbligo. Si parte dalla testa ispezionando i punti di uscita delle drizze, eventuali strani attriti e lo stato delle pulegge che non devono presentare principi di ovalizzazione. Si prosegue lungo l’estruso, esaminando le parti rivettate e la rotaia della randa. Le protezioni sulle crocette (per evitare strappi alle vele) andrebbero rimosse  per controllare che la parte sottostante sia integra. Quindi si scende ancora verificando le sartie (compresi gli attacchi) che sono la parte debole dell’armo, soprattutto quelle composte da più legnoli di acciaio. Un trucco per ispezionarle senza ferirsi le mani è di passare lungo tutto il cavo un batuffolo di cotone che a ogni asperità rilascerà dei pelucchi evidenziando l’eventuale punto critico.

Ancora
Per renderle più visibili in acqua si possono marcare ancora e catena con la vernice.

Prendersi cura di ancora e cime

Per renderla più visibile in acqua si può marcare l’ancora con la vernice. Il sistema classico prevede di pitturare le maglie con colori vivi, rosso e bianco, alle varie lunghezze: per esempio ai 10 metri si stende una porzione di bianco di  30 centimetri, quindi una di rosso e poi ancora una di bianco; ai 20 metri dopo la porzione di bianco, se ne stendono due di rosso, con intervallo bianco di 10 centimetri, e così via.

Una volta ispezionati in tutta la lunghezza, in modo da accorgersi tempestivamente di lacerazioni alla calza o di irregolarità che segnalano danni all’anima, prima di inaugurare la stagione velica può essere salutare un bel lavaggio ai cavi e alle scotte di bordo. Questi infatti sono i principali responsabili di quell’odore salmastro che spesso “appesta” le barche. Una poderosa sciacquata oltre a cancellarlo ridà anche elasticità al cordame. Si può procedere prima lasciandolo in ammollo con acqua e sapone in una grossa tinozza, dopodiché si può procedere al risciacquo finale direttamente in lavatrice con acqua calda, detersivo e perché no, un goccio di ammorbidente. Quanto all’asciugatura invece è sempre preferibile stenderle all’aria aperta.

Attrezzature di coperta

Lubrificare le attrezzature di coperta

Tutte le attrezzature di coperta soffrono le lunghe soste invernali: salino e incrostazioni in genere si eliminano proprio con l’uso, mentre l’inattività può bloccare le parti mobili che, se non riesumate con appositi lubrificanti, rischiano di rompersi. Un buon metodo è partire da prua verso poppa: sciacquare ogni manovra, controllarne il funzionamento e in caso di blocchi e ossidazioni spruzzare un velo di lubrificante tipo Crc 6-66. Particolare cura meritano i winch che almeno una volta l’anno vanno smontati e ingrassati. Imperativo: mai abbondare con il grasso, perché spesso è proprio questo che unito a sporco e polvere di acciaio compromette gli ingranaggi.

Una volta effettuati questi controlli doverosi per chi si mette al timone di un cabinato a vela si possono finalmente mollare gli ormeggi e godersi la crociera!

 

 

 

 

David Ingiosi

Appassionato di vela e sport acquatici, esperto di diporto nautico, ha una lunga esperienza come redattore e reporter per testate nazionali e internazionali dove si è occupato di tutte le classi veliche, dalle piccole derive ai trimarani oceanici

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