Gli appassionati di pesca sportiva sanno bene che per quanto legittima questa disciplina può avere pesanti ripercussioni sull’ambiente marino. Per questa ragione l’ordinamento giuridico italiano prevede una serie di limitazioni e multe alquanto severe per i trasgressori.
La pesca sportiva è una vera passione per tanti amanti del mare. Secondo le statistiche dell’Istat e il numero di licenze emesse in Italia, si calcola che nel nostro Paese i pescatori sportivi siano circa 2 milioni. Un fenomeno enorme a cui sono legate implicazioni economiche, sociali e ambientali. In particolare la tutela dell’ambiente è alla base di tutta una rigorosa normativa che regola la pesca sportiva e subacquea e che prevede una serie di infrazioni, multe e verbali a chi non rispetta tali regole.
In realtà le infrazioni nelle quali può incorrere il pescatore sportivo non sono poi molte, ma sono tutte piuttosto onerose visto che si parte da un minimo di 1.000 euro. Tra le infrazioni che vanno per la maggiore negli ultimi anni ci sono l’eccesso di prelievo e la vendita illegale del pescato, che in certi casi possono generare multe estremamente salate per i trasgressori. Sicuramente chi sfora di molto il limite di prelievo, e magari vende anche illegalmente, è perfettamente cosciente di commettere un reato. Ci sono però anche tanti pescatori amatoriali che semplicemente incorrono in qualche violazione della norma in completa ingenuità o buona fede. Purtroppo anche in questo caso, le sanzioni sono sempre a tre zeri e dovrebbero essere motivo più che sufficiente per dedicarsi alla pesca sportiva con una buona conoscenza delle regole imposte dalla legge. Vediamo allora quali sono e a quanto ammontano le sanzioni nelle quali potrebbe incorrere il pescatore sportivo e ricreativo.
Pesca sportiva e obbligo di comunicazione
Innanzitutto cosa s’intende per pesca sportiva e ricreativa? Secondo la legge è l’attività esercitata esclusivamente a scopo ricreativo o agonistico che sfrutta le risorse acquatiche viventi e ne vieta, sotto qualsiasi forma, la vendita del prodotto pescato. Il regolamento CE 302/2009 annovera la seguente distinzione: la pesca sportiva è una pesca non commerciale praticata da soggetti appartenenti a un’organizzazione sportiva nazionale o in possesso di una licenza sportiva nazionale, mentre la pesca ricreativa è una pesca non commerciale praticata da soggetti non appartenenti a un’organizzazione sportiva nazionale o che non sono in possesso di una licenza sportiva nazionale.
A sua volta la pesca sportiva e ricreativa si può suddividere in pesca da terra, subacquea e da unità da diporto. Tutti coloro che intendono praticare la pesca sportiva e ricreativa in mare dovrebbero effettuare una semplice comunicazione che prevede di fornire alcune informazioni molto semplici, quali le proprie generalità, il tipo di pesca praticato e le Regioni in cui si pratica questa attività. Tale comunicazione è obbligatoria per tutti coloro che abbiano compiuto 16 anni, ha validità di 3 anni e può essere effettuata tramite le associazioni di pesca sportiva e ricreativa e le associazioni di pesca professionale, attraverso una semplice registrazione sul sito del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (www.politicheagricole.gov.it) oppure rivolgendosi alla più vicina Capitaneria di Porto (Ufficio Pesca). L’attestato della avvenuta comunicazione funzionerà da titolo per l’esercizio della pesca. Chi non effettua tale comunicazione, se soggetto a controlli, dovrà svolgere gli adempimenti previsti entro 10 giorni per non incorrere in sanzioni.
Le multe per le infrazioni partono da 1.000 euro
Per quanto riguarda le sanzioni generali della pesca sportiva e ricreativa attualmente in Italia disciplina la materia la legge 154/2016. Questo insieme di norme stabilisce che “È soggetto al pagamento della sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 euro a 3.000 euro chiunque viola le norme vigenti relative all’esercizio della pesca sportiva, ricreativa e subacquea, per esempio usa attrezzi non consentiti, non rispetta la distanza dalle spiagge o non utilizza l’apposita boa da sub, oppure cede o affida un fucile subacqueo a un minore di 16 anni sedici se questo ne faccia uso”.
C’è poi un’apposita normativa che sanziona l’eccesso di prelievo di pesce pari a 5 kg di pescato giornaliero consentiti. In questo caso la legge impone una multa da 500 a 50.000 euro secondo un meccanismo a scaglioni con relative fasce di importo crescente:
a) oltre 5 kg e fino a 10 kg di pescato (da 500 a 3.000 euro);
b) oltre 10 kg e fino a 50 kg di pescato: (da 2.000 a 12.000 euro);
c) oltre 50 kg di pescato: (da 12.000 a 50.000 euro).
La stessa norma prevede tuttavia l’applicazione di una riduzione del 10 per cento al peso rilevato, a compensazione di eventuali margini di incertezza imputabili al dispositivo usato per la misurazione. Per esempio non è sanzionabile un prelievo fino a 5,5 kg.
Sanzionato pesantemente chi vende illegalmente
Ad essere sanzionata in tema di pesca sportiva è soprattutto la vendita illegale del pescato. L’art. 6 comma 3 del Dlgs 9 gennaio 2012, n. 4, stabilisce che: “Sono vietati, sotto qualsiasi forma, la vendita e il commercio dei prodotti della pesca non professionale”. Nel 2016, la legge 154/2016 (all’art.9) ha poi inasprito notevolmente la sanzione per questo illecito, stabilendo che chi contravviene è soggetto a una sanzione amministrativa pecuniaria da 4.000 euro a 12.000 euro.
La legge sulla pesca sportiva sanziona anche chi pesca specie in via di estinzione, come per esempio il tonno rosso e il pesce spada. In tal caso la normativa prevede un incremento della sanzione pari al 33 per cento. Dal punto di vista tecnico chi vuole pescare questa tipologia di pesci deve sottostare a una serie di limitazioni, come per esempio il divieto di catturare più di un esemplare al giorno, rispettare un determinato periodo di pesca, attenersi alle taglie minime, obbligo di presentare all’Autorità marittima, entro 24 ore dallo sbarco, la pertinente dichiarazione di cattura e divieto di commercializzare gli esemplari catturati.
Oltre alle sanzioni amministrative, in caso di infrazione la normativa sulla pesca prevede anche la sanzione accessoria del sequestro a fini di confisca, delle attrezzature e del pescato, per praticamente qualsiasi violazione delle norme vigenti.
Il limite di pescato giornaliero a 5 kg. come può conciliarsi con una eventuale unica cattura di un esemplare di peso superiore ai 5 kg.?
come al solito in italia, è vietato praticamente tutto. Pescare con queste regole equivale quasi esclusivamente a spendere fior di soldi per l’economia e cappottare 9 volte su 10.